“Con un quaderno nel portapacchi – Vol. 1: Milano-Udine” di Giuseppe Mortelliti
Con un quaderno nel portapacchi è lo sviluppo di un’idea di scrittura teatrale sotto forma di diario di viaggio in solitaria.
Nel corso della nostra vita facciamo esperienze di attività eterogenee.
Col tempo abbiamo l’occasione di capire che alcune di queste ci sono più congeniali; altre ci mettono più a nostro agio; altre ancora capiamo che migliorano sistematicamente il nostro stato emotivo al punto da farci dire: “mi fa stare bene”.
Queste attività diventano quindi le nostre passioni.
Ognuno ha le sue.
La bici, il teatro e la scrittura sono tre mezzi attraverso i quali riesco a comprendere meglio la mia persona e a fargli affrontare questa pedalata bella e faticosa che chiamiamo vita.
In altri frangenti meno frequenti della nostra esistenza ci capita invece di sentire la necessità di allontanarci un po’ dai ritmi della società contemporanea, stare un po’ da soli, a contatto con noi stessi e con la morbida compagnia della natura.
Un giorno è stato quindi abbastanza organico e naturale sorprendermi a pensare di (credere di) programmare un viaggio in bicicletta in solitaria e di scriverne un diario di viaggio che potesse diventare un racconto teatrale.
Milano-Udine è il primo volume di questa lunga avventura a tappe che spero, crampi permettendo, possa essere lunga un’intera vita.
Per fare un viaggio sulle proprie gambe portare poche cose diventa un imperativo categorico: pochi cambi, una borraccia, una macchina fotografica per ricordare meglio l’avventura, e un quaderno nel portapacchi per raccontarla. Milano-Udine è il primo itinerario di questo progetto di scrittura a pedali: un diario di viaggio su due ruote, un’occasione per scoprire la bellezza della bicicletta col mezzo della narrazione teatrale. 700 km in 10 giorni, attraverso Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. 70 km ogni giorno su una bici pieghevole, pieni di accenti strani, personaggi bizzarri e cordiali, cani curiosi e temporali improvvisi. Solo una bicicletta come compagna: un viaggio in solitaria può farti sentire straniero, solo impaurito, insicuro, ma anche coraggioso, eroico e libero.
Un viaggio senza bagagli ha bisogno di una messinscena semplice:
- una bicicletta;
- una cordicina, per asciugare al vento mutande e calzini;
- una chitarra, per non sentirsi soli e dar voce al cuore quando pedala troppo;
- una pietra miliare, per non perdersi, per sedersi e per fermarsi, per guardare quello che c’è intorno, osservare fiumi, boschi fitti e serpenti, tanto silenzio, o il volo di un airone.
28 e 29 novembre 2023 ore 21
CON UN QUADERNO NEL PORTAPACCHI
VOL. 1: MILANO-UDINE
di Giuseppe Mortelliti
scenotecnica Simone Martino
foto di scena Alessio Trerotoli