“Circuiti di senso”: il profumo diventa arte con la mostra di Tamara Repetto
Gaggenau ospita la mostra “Circuiti di Senso” di Tamara Repetto a cura di Sabino Maria Frassà: in mostra undici opere d’arte che fondono natura, materia e invisibilità.
Filo conduttore è il senso primordiale dell’olfatto, protagonista di questo percorso artistico-esperienziale unico nel suo genere.
“Tamara Repetto” spiega il curatore Frassà “ha trasformato il profumo in opera d’arte. Combinando l’olfatto con la materia, crea un’arte multisensoriale e immersiva che diventa strumento per esplorare e far emergere la nostra interiorità più profonda e irrazionale, l’essenza di cui siamo fatti e che ci avvicina all’altro da sé. La sua arte “maieutica” attiva un processo che ci aiuta a ricomporre tutti gli elementi che sperimentiamo nella nostra esistenza, così da ritrovarci infine più compresi, autentici e aperti agli altri in nuovi infiniti circuiti in cui l’invisibile è ora parte del nostro vivere.”
Tamara Repetto porta avanti il culto del vivere il bello in tutte le sue forme in ogni istante. Questo nuovo carpe diem della bellezza trae origine dal mettere in discussione il prevalente approccio razionale alla conoscenza: così nell’arte di Repetto una saponetta e il terreno, per esempio, non profumano come nel caso dei Tableaux Parfumés e di Melancholia, mentre l’esperienza olfattiva è scatenata dall’avvicinarsi al metallo, al vetro e alle radici di Arboris, Meccano e dei Daimon.
Questa rottura dell’equilibrio genera un nuovo “circuito di senso” in cui il significato e il significante dell’opera si mescolano in infinite possibilità. L’artista non si pone come un profeta che illumina il mondo. La complessità della realtà richiede di cercare l’essenza non tanto nella forma creata dall’artista, ma nell’invisibilità che tale forma ci aiuta a percepire e momentaneamente comprendere.
Il gesto artistico di Tamara Repetto stimola sempre un’esperienza partendo dal rapporto spesso dicotomico tra l’essere e l’apparire, concentrandosi sull’equilibrio tra il senso dominante, la vista, e il più trascurato olfatto. È importante ricordarsi che il prevalere della vista è frutto di uno sviluppo e costrutto socio-antropologico. Nel grembo materno, infatti, il senso della vista è il meno sviluppato e richiede mesi dopo la nascita per raggiungere la sua piena maturità. Oltre l’1% del genoma umano è dedicato invece alla percezione olfattiva: si tratta della famiglia di recettori più grande finora descritta nei Mammiferi. Non stupisce perciò che sia stato dimostrato che l’olfatto sia uno tra i più potenti stimolatori di memorie a lungo termine, soprattutto nell’ambito del comportamento sessuale e alimentare, grazie alla loro interazione con il sistema amigdaloideo.
IL PROFUMO E L’OLFATTO DIVENTANO ARTE
Sin dall’antichità ad oggi il profumo è un elemento fondamentale di tanta parte dell’attività economica e sociale: dai riti religiosi all’azienda della cosmetica. L’olfatto non ha però ancora trovato forma compiuta quale media nell’arte contemporanea perché non è “conservabile”, a differenza del tatto e della vista che si basano sull’infinita possibilità di reiterare nel tempo l’esperienza grazie alla tangibilità della materia. “Come posso conservare e ripetere un profumo che per definizione non ha forma?” si interroga Frassà “Tamara Repetto ha lavorato su tale limite, rendendolo parte stessa della sua ricerca artistica. La sua arte non risiede tanto nel manufatto quanto nell’esperienza – soggettiva – da esso generata in ciascun percipiente. Ciò che vediamo e che conserviamo nel tempo è una reliquia, la testimonianza di un vissuto unico che è ormai passato e non può più essere replicato. Nel comporle, come nell’antichità, l’artista interviene con una propria visione di bellezza e integrazione sensoriale, per cui l’olfatto diventa il collante di un’infinita esperienza interiore”.
Evento in collaborazione con Cramum e DesignElementi
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Ritratto Tamara Repetto