Giungla Festival 2024
Partire o restare? Difendere la tradizione o scommettere sull’innovazione? La storia dell’umanità e le storie individuali spesso si trovano davanti a questo bivio. È una questione di radici, in fondo, che si possono tagliare e rinnegare oppure celebrare e valorizzare. Proprio sul concetto di radice e le sue “derive di senso” si interroga la quinta edizione del Giungla Festival, in programma a Lucca dal 14 al 17 novembre.
Promossa dall’associazione Sofa e curato da Irene Panzani, la manifestazione ancora una volta chiama a raccolta artisti e ricercatori provenienti da diverse discipline, per esplorare nuove forme di produzione artistica e di riflessione sul presente. Giungla, infatti, più che un festival è un contesto inclusivo, un’occasione di incontro e confronto sul rapporto tra umano, natura e tecnologia.
Ogni edizione di Giungla si basa su una parola chiave. Prima di essere “radicale”, Giungla è stata racchiusa in un orto, quello botanico di Lucca (2020), è stata domestica (nel 2021) per parlare di ecologia, è andata sulla Luna nel 2022 per recuperare il senno perduto e sfidare i confini, è stata bucolica nel 2023 per indagare il rapporto tra il contesto urbano e quello agricolo.
Giungla in questo 2024 cerca le radici e indaga il possibile equilibrio tra l’attaccamento alla propria terra e alle proprie tradizioni e il desiderio di emigrare.
Lo fa guardando ai flussi migratori ma anche agli expats, ai remote workers, come a chi ha voluto rompere con la propria routine per andare a vivere altrove. Senza dimenticare la distanza radicale che oggi separa le generazioni in base alla capacità di adattarsi alle novità tecnologiche.
Ospiti di questa edizione saranno Emanuela Anechoum, Linda Bertelli, Sara Catenacci, Edoardo Cresci, Davide Dal Sasso, Marius Escande, Gabriele Favazza, Matteo Fenili, Sarah lllouz, Elena Magalotti, Alfredo Marasti, Giulia Martini, Gabriele Neri, Irene Paganucci, Gabriele Paolini, Marta Equi Pierazzini, Guido Segni, Giuditta Vendrame, Lucia Veronesi.
Tra gli appuntamenti, la presentazione del volume Il corpo delle pagine. Scrittura e vita in Carla Lonzi scritto da Linda Bertelli, docente di Estetica alla Scuola IMT Alti Studi Lucca, e Marta Equi Pierazzini, ricercatrice e docente all’Università Bocconi e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Insieme alla filosofa Elena Magalotti proporranno la lettura della vicenda esistenziale e intellettuale di Carla Lonzi che ha come perno il rapporto della pensatrice radicale con la scrittura. Sempre sul tema “femminile”, l’artista Lucia Veronesi presenterà La desinenza estinta, il suo progetto dedicato alla cancellazione culturale che parte dalla scomparsa dalle lingue indigene, passa per la cancellazione delle donne che si sono occupate di botanica dal Settecento al Novecento e arriva alla poetica dell’artista norvegese Hannah Ryggen.
Si parlerà, inoltre, di biblioteche e del loro ruolo nell’era dell’AI. Lo farà Guido Segni, new media artist, docente all’Accademia di Belle arti di Carrara, con il laboratorio Fonti Sintetiche, scaturito da un progetto curato da Guido Segni, Giungla e la Biblioteca Statale di Lucca, per indagare la complessa relazione tra storia e finzione nell’era dell’intelligenza artificiale.
C’è spazio anche per l’architettura, con due appuntamenti. Edoardo Cresci, architetto e docente di Progettazione architettonica e urbana all’Università degli Studi di Firenze, propone il laboratorio La via dei borghi, dedicato alla secolare rete di sentieri che lega le frazioni montane del comune di Camaiore, memoria e testimonianza di tempi andati che, come tante in Italia, rischiano di andare perdute.
Gabriele Neri, storico dell’architettura e del design, architetto e curatore, docente al Politecnico di Torino, e Sara Catenacci, storica dell’arte e professionista museale, ricercatrice alla Scuola IMT, presentano il libro La Sedia del Cece. Riccardo Dalisi e le radici del progettare che racconta la favola della “Sedia del Cece” e la pratica partecipativa di Riccardo Dalisi, protagonista della stagione dell'”architettura radicale”, che all’inizio degli anni Settanta incoraggiava i ragazzi di strada del Rione Traiano, a Napoli, a progettare piccoli arredi ed elementi architettonici, utilizzando materiali semplici e di “design ultrapoverissimo”.
A proposito di radici, verrà presentato a Lucca il volume Tangerinn di Emanuela Anechoum (Premio Selezione Bancarella 2024), romanzo che racconta due grossi sradicamenti a confronto: quello dei figli e quello dei padri, l’essere “expat” e l’essere “migrante”.
C’è poi un workshop, Dai nomi alle strade. Immaginare la città, con l’artista visiva Giuditta Vendrame che proporrà una passeggiata tra toponomastica e poesia, per scoprire la cultura immateriale legata ai nomi delle vie e delle strade di una città, in questo caso del centro storico di Lucca. E ancora un laboratorio fotografico con Matteo Fenili finalizzato a riuscire a fare foto significative, che messe insieme possano far dire a chi le ha scattate “questa foto sono io”.
Informazioni
giunglafest.it
Immagine in evidenza
Riccardo Dalisi, struttura d’animazione in ferro, Rione Traiano, Napoli, 1972c. Courtesy di tutte le immagini: Archivio Riccardo Dalisi, MiC – Direzione Generale Archivi, Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania.