Il 22 Novembre del 1916, a Glen Ellen, in California, U.S.A., moriva il grande scrittore Jack London.
Era nato nel 1876 a San Francisco, in California, con il nome di John Griffith Chaney London, e fu anche giornalista e drammaturgo.
Ebbe un’infanzia turbolenta con frequentazioni poco raccomandabili e fu mandato in vari centri di rieducazione.
Visse numerose esperienze lavorative, e nel 1894 aderì al socialismo battendosi in difesa dei più deboli e partecipando a marce contro la povertà, per poi darsi al vagabondaggio, tenendo un diario, dal quale, anni dopo, nacque il romanzo “The Road”. In previsione d’iscriversi all’Università, decise di terminare gli studi secondari ed niziò a scrivere racconti sul giornale della scuola. Si iscrisse quindi alla Berkeley University (che lasciò nel 1897 per problemi finanziari) e si diede ad un’intensa attività politica sui temi della giustizia sociale. Sempre nel 1897 partì alla “corsa all’oro” nel Klondike, dove visse intense disavventure, anche tragiche e crudeli, che ispirarono in seguito molti suoi scritti.
Nel 1898 rientrò a San Francisco intensificando il suo impegno letterario ed iniziando a pubblicare, ma vivendo al contempo il problema dell’alcolismo, che lo accompagnò tutta la vita.
Fra il 1907 ed il 1909 soggiornò nei Mari del Sud ed in Australia ed in seguito, seppur con alti e bassi, arrivò al successo sia come scrittore, come giornalista e come inviato speciale (seguendo, come corrispondente, la guerra russo-giapponese).
Divenne uno tra i più prolifici e famosi scrittori del suo tempo, scrivendo oltre 50 volumi. Nella sua travagliata esistenza fu colpito da gravi malattie come lo scorbuto ed infezioni contratte nei suoi viaggi tropicali, e nel 1916, a soli 40 anni, fu ritrovato morto nel suo ranch, forse a causa di un’overdose di antidolorifici come morfina ed oppio, al tempo liberamente vendute in farmacia, anche se per anni si è dibattuto sulla sua morte, ipotizzando come cause, il suicidio, l’uremia e l’avvelenamento da mercurio, utilizzato per la cura della sifilide.
Tra le sue moltissime ed importanti opere possiamo ricordare “La Figlia Delle Nevi”, “Il Richiamo della Foresta”, “Il Lupo di Mare”, “Zanna Bianca”, “Il Tallone di Ferro”, “Martin Eden”, “La Peste Scarlatta”, “Il Vagabondo delle Stelle” e “La Valle della Luna”.
Questa mia opera realizzata con la tecnica della “Computer Art” è in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa