Il Grande Fiume, biodiversità tra passato e futuro
Nell’ambito della mostra “Change! Ieri, oggi, domani. Il Po“, Palazzo Madama presenta il progetto espositivo “Il Grande Fiume, biodiversità tra passato e futuro” a cura del Museo Regionale di Scienze Naturali, il settore Sviluppo Sostenibile Biodiversità e Aree naturali della Regione Piemonte e il Parco Paleontologico astigiano, in collaborazione con le Aree protette del Po piemontese, del Ticino e Lago Maggiore e del CRIP Centro Referenza Ittiofauna Piemonte.
Nel tempo, numerose specie animali hanno abitato il Grande Fiume. Mentre di alcune rimane ancora traccia grazie a reperti fossili rinvenuti e ottimamente conservati, oggi sono diventate molte le specie aliene che popolano le sue acque dolci, rappresentando un pericolo per la biodiversità autoctona e una sfida per tutelare le peculiarità del Fiume Po. Sono questi – reperti fossili e fauna ittica – i temi della mostra allestita nelle sale della Piccola Guardaroba e del Gabinetto Cinese.
Le aree protette regionali che tutelano gran parte delle aree circostanti il Grande Fiume, rappresentano un elemento fondamentale per contrastare la frammentazione degli habitat, la perdita di biodiversità e l’invasione di specie aliene in un ambito fortemente antropizzato come quello della Pianura Padana.
Partendo dalla Piccola Guardaroba, grazie alle splendide immagini subacquee del fotografo e videomaker Mattia Nocciola, la mostra rivela il mondo sommerso delle acque dolci esponendo un piccolo spaccato della varietà di specie ittiche autoctone che popolano il Fiume Po e le minacce rappresentate dalla presenza di specie aliene invasive.
Attraverso scatti realizzati in ambiente naturale ci “immergiamo” nel fiume per scoprire un mondo di bellezza e fragilità dove la biodiversità è sempre più compromessa, anche a causa dell’emergenza climatica.
Proseguendo nel Gabinetto Cinese, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e il Parco Paleontologico Astigiano presentano al pubblico esemplari fossili che documentano i cambiamenti avvenuti nella comunità degli esseri viventi che hanno abitato la Pianura Padana in epoche remote. Testimonianze di organismi che, diversi milioni di anni fa, popolavano il mare che ricopriva tutta l’attuale area Padana, tra cui il Piemonte centro-meridionale con clima subtropicale. I pesci di Pecetto di Valenza, le conchiglie della Collina di Torino e dell’Astigiano, le foglie delle antiche foreste che ricoprivano le terre emerse confermano una storia lunga milioni di anni di questi territori.
In seguito al momento inaugurale, venerdì 6 dicembre alle 16:00, sarà possibile seguire la conferenza “Boschi e cambiamento climatico: l’esempio virtuoso della foresta condivisa del Po piemontese” a cura dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese e dell‘Accademia di Agricoltura di Torino.
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Pesce siluro (part.)