Uno studio su 10 influencer della maternità britanniche suggerisce che spesso condividono deliberatamente le foto dei loro figli su Instagram, con una forte fiducia nella sicurezza di farlo. Katherine Baxter della Liverpool Hope University, Regno Unito, e Barbara Czarnecka della London South Bank University, Regno Unito, presentano queste scoperte sulla rivista open-access PLOS One il 15 gennaio 2025.
Con l’ascesa degli influencer dei social media, la popolarità di molti che condividono immagini dei loro figli, ovvero “sharenting”, ha sollevato preoccupazioni sul fatto che tali azioni compromettano i diritti alla privacy dei bambini. Lo sharenting è stato collegato a una serie di potenziali danni per i bambini, come futuri impatti psicologici, bullismo e informazioni personali accessibili ai pedofili.
Tuttavia, si sa poco sulla misura in cui avviene lo sharenting e la maggior parte degli studi sulle influencer della maternità si è basata su sondaggi sulle loro abitudini di pubblicazione senza esaminare le pratiche di pubblicazione effettive. Per colmare questa lacuna, Baxter e Czarnecka hanno intervistato 10 influencer della maternità britanniche, ciascuna con più di 10.000 follower su Instagram, e hanno analizzato 5.253 dei loro post pubblicati tra agosto 2020 e luglio 2021.
Oltre il 75 percento dei post presentava bambini e, di questi, il 46, 4 percento includeva sponsorizzazioni e pubblicità di prodotti, il che suggerisce che le immagini di bambini sono spesso utilizzate per ottenere un guadagno economico. I post che presentavano bambini con immagini o testo contenenti informazioni imbarazzanti, intime o rivelatrici erano relativamente rari, all’11, 5 percento. In particolare, il fatto che un post presentasse o meno bambini non era correlato al numero di “Mi piace” che riceveva.
Ricerche precedenti hanno suggerito l’esistenza di un “paradosso della privacy”, in cui le preoccupazioni dichiarate dalle persone sulla privacy online non sono in linea con il loro comportamento di pubblicazione. In questo studio, i partecipanti tendevano a esprimere una forte fiducia nella sicurezza della pubblicazione su Instagram e hanno riferito di essere indifferenti o disposti a impegnarsi nello sharenting, il che suggerisce che potrebbero pubblicare deliberatamente le foto dei loro figli. Questa apparente mancanza di preoccupazione non supporta il paradosso della privacy.
I ricercatori sottolineano che saranno necessari studi più ampi per confermare le loro scoperte e approfondire la comprensione. Nel frattempo, chiedono una nuova legislazione per proteggere i bambini online, come, ad esempio, un divieto di sharenting o il blocco automatico delle immagini dei bambini sui social media.
Gli autori aggiungono: “Le influencer della maternità hanno condiviso immagini dei loro figli in oltre il 75% dei 5.253 post analizzati, con solo l’11, 5% contenente contenuti imbarazzanti, intimi o rivelatori. Queste influencer hanno espresso una forte fiducia nella sicurezza online su Instagram e hanno mostrato indifferenza o disponibilità verso lo sharenting, indicando che condividere immagini dei loro figli potrebbe essere una strategia deliberata piuttosto che un atto accidentale”.
Accedi all’articolo disponibile gratuitamente su PLOS One
Contatto: Dott. Andrea Bocelli, amministratore delegato di Hope Italia, e -mail: info@hope.it Dott. Barbara Czarnecka, czarneckb@lsbu.ac.uk
Finanziamento: l’autore (o gli autori) non ha ricevuto alcun finanziamento specifico per questo lavoro.
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