
“Il ritratto di Dorian Gray, ovvero la moda dell’eccesso” di Oscar Wilde
“Il ritratto di Dorian Gray, ovvero la moda dell’eccesso”, di Oscar Wilde nel nuovo allestimento e riscrittura di Annig Raimondi, una produzione PACTA dei Teatri, in scena dal 21 al 30 marzo al PACTA Salone di Milano in prima assoluta, parte della rassegna Donne Teatro Diritti.
Annig Raimondi riallestisce e riscrive per il teatro l’opera di Oscar Wilde. Dorian Gray è un giovane bellissimo che fa della sua bellezza un culto insano. Quando Basil, pittore suo amico, gli regala il suo ritratto, ne è totalmente sconvolto desiderando rimanere per sempre bello e giovane come il ritratto. Il suo voto viene esaudito e il ritratto non rappresenterà tanto il corpo, quanto l’anima e la progressiva corruzione della coscienza. Affascinato dal cinico lord Henry Wotton, Dorian si lascerà andare a una vita di piaceri senza alcuno scrupolo morale facendo soffrire quanti lo amano. L’esistenza di Dorian diventerà sempre più degradata e il ritratto gli ricorderà la menzogna della sua vita, ponendogli davanti il suo vero volto, una maschera atroce.
“Il ritratto di Dorian Gray, che Oscar Wilde scrisse nel 1890, – spiega la regista Annig Raimondi – sembra essere il precursore della società postmoderna, basata sul culto narcisistico dell’immagine e caratterizzata dalla diffusione dell’estetizzazione degli aspetti della propria vita. Un irrefrenabile desiderio dell’eterno è il punto in comune. In questa messa in scena (una discesa agli inferi sempre più profonda, mascherata dalle buone maniere), dominano la scena tre misteriosi custodi, le cui vite sono indissolubilmente legate a quel ritratto. Una triade allegorica che nasce dalla scissione della greca configurazione di kalòs e agathòs, bello e buono/giusto. L’elemento del buono è rappresentato da Basil, il pittore esteta; Dorian/Narciso, è il bello sino a trans-gredire nel territorio opposto. Terzo componente è Lord Henry Wotton, il voyeur, l’occhio che guarda impartecipe, l’influencer. Figure che espongono l’impossibile polarizzazione di quelle categorie la cui netta separazione è funzionale al mantenimento dell’ordine sociale: maschio/femmina, bene/male, ragione/istinto, emotivo/cognitivo. In una società in cui questo ordine binario permette il controllo e il condizionamento delle coscienze, di contro Wilde richiama alla molteplicità delle direzioni in cui una personalità si può sviluppare, anticipando le discussioni contemporanee su genere, sessualità e identità personale”. “Il ritratto di Dorian Gray, che Oscar Wilde scrisse nel 1890, – spiega la regista Annig Raimondi –
sembra essere il precursore della società postmoderna, basata sul culto narcisistico dell’immagine
e caratterizzata dalla diffusione dell’estetizzazione degli aspetti della propria vita. Un irrefrenabile
desiderio dell’eterno è il punto in comune. In questa messa in scena (una discesa agli inferi
sempre più profonda, mascherata dalle buone maniere), dominano la scena tre misteriosi custodi,
le cui vite sono indissolubilmente legate a quel ritratto. Una triade allegorica che nasce dalla
scissione della greca configurazione di kalòs e agathòs, bello e buono/giusto. L’elemento del buono
è rappresentato da Basil, il pittore esteta; Dorian/Narciso, è il bello sino a trans-gredire nel
territorio opposto. Terzo componente è Lord Henry Wotton, il voyeur, l’occhio che guarda
impartecipe, l’influencer. Figure che espongono l’impossibile polarizzazione di quelle categorie la
cui netta separazione è funzionale al mantenimento dell’ordine sociale: maschio/femmina,
bene/male, ragione/istinto, emotivo/cognitivo. In una società in cui questo ordine binario permette
il controllo e il condizionamento delle coscienze, di contro Wilde richiama alla molteplicità delle
direzioni in cui una personalità si può sviluppare, anticipando le discussioni contemporanee su
genere, sessualità e identità personale”.
IL RITRATTO DI DORIAN GRAY prima assoluta
ovvero La moda dell’Eccesso
di Oscar Wilde
drammaturgia e regia Annig Raimondi
con Francesco Errico, Anna Germani, Stefano Tirantello
scene Isolde Michelazzi
musiche originali You go, you charm di Maurizio Pisati, Tannhäuser di Richard Wagner
disegno luci Manfredi Michelazzi (AILD)
costumi Nir Lagziel
creazioni Sembianze preziose di Marlene Pisati
assistente alla regia Filippo Natola
si ringraziano Elena Polvani, Fulvio Michelazzi, Eliel Ferreira De Sousa, Michele Magliaro
produzione PACTA. dei Teatri
In Invito a teatro
Durata: 70′
Immagine in evidenza
Dorian Gray – foto Elisabetta Miracoli 2