Radicepura Garden Festival 2025 - 5a edizione

Radicepura Garden Festival 2025 – 5a edizione

La Fondazione Radicepura ha presentato oggi, 27 marzo, all’Orto Botanico di Brera, la quinta edizione del Radicepura Garden Festival, biennale del giardino mediterraneo che si terrà a Giarre dal 17 maggio al 7 dicembre 2025. Nel Parco Botanico Radicepura sarà possibile visitare 10 giardini temporanei e 7 giardini permanenti, realizzati con le piante messe a disposizione da Piante Faro. Il vivaio – che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà – rappresenta una delle realtà più innovative e dinamiche del territorio grazie all’attività portata avanti da oltre 50 anni da Venerando Faro, insieme ai figli Mario e Michele.

Durante la presentazione è stata introdotta da Mario Faro, direttore generale Radicepura Garden Festival, la quinta edizione che si annuncia ricca di partecipazione ed eventi intorno alla pratica del paesaggio, elemento distintivo della biennale. “È un’edizione importante perchè conferma i 10 anni di lavoro che ci hanno portato a poter avere una qualità molto alta in termini di restituzione di progetti – ne abbiamo scelti 10 tra 1100 iscrizioni che ci sono arrivate da oltre 60 Paesi – per un festival che è cresciuto portando 50.000 visitatori e 8.000 studenti e studentesse nell’ultima edizione premiando i nostri sforzi, e facendo emergere il tema del vivere con la natura – argomento sempre più diffuso e centrale nella cultura contemporanea – rendendo così anche il nostro lavoro di florovivaisti più vicino e comprensibile”.

TEMA E PROGETTI

La giornata è stata l’occasione per introdurre il tema di questa quinta edizione, scelto dal Direttore Artistico Antonio Perazzi: Chaos (and) order in the Garden. “I progetti selezionati esplorano il tema guida: dal caos rinasce la natura e si organizzano le idee. Il giardino in questo momento storico è a cavallo tra il naturale e l’artificiale e i progetti che saranno realizzati danno spazio ai tempi lenti propri della natura, rivelando la possibilità di creare stupore e meraviglia, assecondando lo sviluppo senza rigidi canoni di progettazione, un modo per rispettare l’ambiente e gli ecosistemi sottesi che in questo modo riescono a coabitare” commenta Antonio Perazzi.

Il festival si conferma infatti un’importante occasione, unica nel suo genere, di pratica concreta del paesaggio mediterraneo. In quest’ottica sono significative le numerose testimonianze che, edizione dopo edizione, paesaggisti di fama internazionale lasciano nel Parco, dando vita a una vera e propria collezione d’autore che al momento vanta contributi di François Abéllanet, James Basson, Paolo Pejrone, Michael Péna, Antonio Perazzi, Andy Sturgeon e Kamelia Bin Zaal.

Ospite speciale della quinta edizione del festival sarà la pluripremiata paesaggista inglese Sarah Eberle che ha progettato A Postcard from Sicily, un’ode alla ricchezza della terra siciliana: “La Sicilia è culturalmente e botanicamente ricca, con una storia di diversità e resilienza. L’Etna è il cuore spirituale della costa orientale, fonte di ispirazione il cui valore va ben oltre il progetto di questo giardino. I ricchi e fertili terreni lavici e le precipitazioni permettono da secoli una varietà di piante provenienti da molti continenti. Il titolo “A postcard from Sicily” esprime come il giardino miri a racchiudere il cuore di questo meraviglioso Paese” dichiara Sarah Eberle.

Oltre al giardino di Sarah Eberle, la quinta edizione presenterà dieci giardini – di cui 8 in concorso e 2 nella categoria Off Gardens – realizzati da altrettanti team di architetti e paesaggisti under 36 selezionati tramite un bando internazionale, che hanno interpretato il tema d’indagine. La call, che si è chiusa a gennaio 2025, ha registrato un’importante partecipazione e un livello di qualità dei progetti pervenuti così alto che la giuria – composta da Daniela Bruno, Michele De Lucchi, Sarah Eberle, Antonio Perazzi, Silvia Arnaud Ricci, Antonio Sellerio, Mario Testino, Massimo Valsecchi – ha deciso di aumentare il numero dei progetti da realizzare. I progetti di questa edizione arrivano da Francia, Hong Kong, India, Islanda, Italia, Spagna, Stati Uniti.

Echoes dell’architetto paesaggista Claudio Bussei crea relazioni e armonie che nascono dalla complessità del rapporto tra caos e ordine, con il primo che è terreno fertile da cui prende forma il secondo, invitando i visitatori a esplorarne e ricostruirne il significato attraverso una riflessione attenta. Patio del team Follow Friday, composto dai fratelli architetti Marta e Fernando Gamarro, è un giardino mediterraneo tradizionale ispirato ai famosi cortili andalusi ma con un approccio contemporaneo e sostenibile, utilizzando elementi che possono essere riutilizzati come vasi di terracotta, griglie, vegetazione e terra. The Rambunctious Garden del team neemaee, composto dagli architetti Parita Jani e Urvish Bhatt, è una pittura astratta ispirata al giardinaggio che offre diversi approcci immersivi alla creazione del paesaggio artistico, con piante posizionate in derive organiche o a grappoli che imitano la natura, e che si evolve spontaneamente nel corso delle stagioni, catturando l’essenza della crescita, della fioritura e della decadenza. Il Giardino della Palma Mazari del paesaggista Nicholas Roth è un tentativo di catturare l’interazione tra alcuni dei paesaggi selvaggi più distintivi ma poco conosciuti dell’Afghanistan e il regno coltivato dei suoi campi e frutteti, strutturato attorno al suggerimento di un letto di fiume asciutto, che serpeggia dolcemente prima di aprirsi a ventaglio attorno al gruppo di palme nella sua estremità inferiore. Il miracolo di Quasimodo di Carlo Federico e Franco Enrico Serra, fratelli e architetti indipendenti, è invece ispirato a Specchio, una breve poesia di Salvatore Quasimodo in cui descrive quello che egli ritiene essere un Miracolo: la rinascita della Vita dai resti di ciò che sembrava morto; due giardini gemelli e contrapposti creano una tensione polare che permette allo spettatore di muoversi attraverso due stati, due atmosfere, due momenti dalla cui reciproca interazione emerge l’ambiguità dell’idea di Ordine e quella di Caos. In un’epoca di cambiamenti climatici e perdita della biodiversità, Giardino di Terra di Vincent Dumay – architetto indipendente – e Baptiste Wullschleger – architetto e progettista paesaggista – esplora soluzioni alternative per rispondere alle profonde trasformazioni in atto: attraverso un approccio manifesto e poetico, questo giardino celebra la riscoperta dei materiali naturali, immaginando un futuro più desiderabile, in cui l’umanità e la natura coesistano in armonia. Mira delle architette Monica Torrisi e Giada Straci è un giardino selvatico realizzato con piante autoctone della macchia mediterranea, che prosperano senza un intervento costante, che celebra la biodiversità e la bellezza naturale, mentre un elemento umano – una parete bianca traforata – filtra l’immagine del giardino, permettendo di focalizzare lo sguardo sui dettagli delle piante e delle loro interazioni. Intricate Dance of Armonic Contrast del duo Cracks of Nature, composto dagli architetti del paesaggio Koni Chan e Rose Tan, dimostra l’interazione tra caos e ordine, creando un tutto armonioso e ponendo una domanda fondamentale: cos’è il caos e cos’è l’ordine?, sfidando una comprensione convenzionale e incoraggiando una prospettiva sfumata.

Infine, i due giardini fuori concorso: Ignivomus Hortus di Gudmundur Björnsson, studente di Architettura del Paesaggio presso l’Agricultural University of Iceland, è una satira dell’era moderna, in cui l’umanità sta provocando lentamente ma inesorabilmente l’aumento delle temperature globali, un paesaggio vulcanico in cui la vastità aperta del giardino evoca un senso di soggezione e in cui spazi estesi si estendono verso un orizzonte sconfinato, dove il cielo incontra la terra in un abbraccio maestoso. Living Fence dello studio Mantis, composto da Asmita Raghuvanshy, Parth Patankar e Amol Nimkar, propone una vera e propria “recinzione vivente” che utilizza la tecnica di piantagione Miyawaki, che prevede una densa piantumazione di specie autoctone insieme, in cui gli alberi crescono fino a dieci volte più velocemente rispetto ai metodi tradizionali, creando rapidamente foreste autosufficienti che richiedono una manutenzione minima.

ARTE, WORKSHOP ED EVENTI

La Biennale del paesaggio offre la possibilità, dunque, di approfondire il tema della natura e lo declina in tanti linguaggi artistici. Ricordiamo le opere presenti nel parco di artisti che sono qui intervenuti come Federico Baronetto, Alfio Bonanno, Emilio Isgrò, Renato Leotta, Adrian Paci, che confermano l’interesse a indagare attraverso l’arte il legame tra natura e territorio. Protagonista quest’anno sarà l’artista siciliano Francesco Lauretta, che inaugurerà il 18 maggio la mostra RITUAL, frutto della sua residenza d’artista: “Metto in mostra alcuni aspetti del mio progetto, riflessioni sul tempo e sull’identità dove creo scenari sulla rappresentazione e autorappresentazione, sia reale, sia fittizia – spiega l’artista – Entrare nello spazio di Radicepura è come fare un viaggio che evoca rituali antichi e contemporanei, individuali e collettivi, pagani e divini come a cercare una nuova forza unificante. Il tema del rituale racconta una parte della nostra umanità.”

Per la prima volta il festival e i suoi giardini saranno anche al centro del corso di scrittura organizzato dalla Scuola Holden Le radici di una storia. Seminare un’idea, scrivere un racconto, con lo scrittore Mattia Corrente. Durante il corso i partecipanti, accompagnati da un esperto, lavoreranno tanto con gli elementi botanici tanto con quelli narrativi per costruire una trama, un progetto. Prendere spunto dalla natura per adottare uno stile narrativo basato sull’economia della parola, dello scrivere essenziale.

Al via anche un workshop a luglio con l’Università degli Studi di Catania – SDS Siracusa in Architettura e Patrimonio culturale, dando spazio agli studenti per confrontarsi con il tema del design e del paesaggio per dibattere intorno a nuove forme di progettazione.

Spazio al cinema, infine, con il ritorno della manifestazione ideata da Ornella Sgroi Garden in Movies (1-3 agosto), cui si lega il concorso internazionale di cortometraggi con l’intenzione di indagare il tema giardino attraverso la narrazione filmica, in una prospettiva ampia in grado di connettere il mondo visivo con la cultura secolare del giardino e del paesaggio e stimolare un dibattito multiculturale e contemporaneo. C’è tempo fino al 30 aprile per partecipare al concorso Garden-in-Movies/ShortFilmFest, aperto a tutti i cortometraggi di finzione, documentari, di animazione, di qualsiasi genere narrativo (dramma, commedia, thriller, fantascienza, fantastico, noir, ecc.), della durata massima di 15 minuti, di qualsiasi nazionalità, editi o inediti, purché prodotti dopo l’1 gennaio 2023.

Il festival terminerà infine il 7 dicembre con l’assegnazione del Premio Gardenia: la direttrice del magazine Gardenia Emanuela Rosa-Clot consegnerà il riconoscimento al giardino che ha avuto la migliore evoluzione durante i sei mesi del festival.

Non mancheranno poi i classici appuntamenti delle Domeniche in giardino, eventi a tema musica e gastronomia, oltre ai percorsi didattici. Sarà possibile prenotare e organizzare attività altamente personalizzate con gli esperti di Radicepura e i partner della manifestazione, oltre a workshop e laboratori dedicati ai più piccoli. Tutte le informazioni, i programmi dettagliati e le modalità di accesso sono disponibili sul sito www.radicepurafestival.com e sui canali social della manifestazione (IG@radicepuragardenfestival – Facebook @RadicepuraGardenFestival – YouTube, RadicepuraGarden Festival).

Radicepura Garden Festival è il primo evento internazionale dedicato al garden design e al paesaggio del Mediterraneo, una biennale ideata, curata e promossa da Botanica srl che si pone l’obiettivo di valorizzare il territorio attraverso la promozione del paesaggio mediterraneo. Il festival, che si svolge nel parco Radicepura a Giarre tra l’Etna e il mar Ionio, accoglie paesaggisti di fama internazionale e giovani progettisti, che qui sono invitati a realizzare giardini e installazioni temporanee e permanenti. Il parco consta di più di 5 ettari e oltre 3000 specie vegetali per un totale di 7000 varietà di piante: cespugli, fiori, alberi, palme rare, piante medicinali e aromatiche che creano un vero e proprio archivio vivente di sperimentazione e formazione, tanto da essere considerato vero centro di eccellenza. Il festival, dunque, rappresenta un ulteriore elemento di valorizzazione che dal 2017 crea, occasioni di incontro, confronto e crescita capaci di generare un impatto sociale ed economico su tutto il territorio. Sin dalla prima edizione è stato significativo il contributo di grandi nomi del paesaggismo internazionale che qui hanno lasciato traccia, creando un vero archivio vivente del loro progettare giardini: François Abéllanet, James Basson, Paolo Pejrone, Michael Péna, Antonio Perazzi, Andy Sturgeon e Kamelia Bin Zaal. Parallelamente sono chiamati artisti a svolgere qui un periodo di residenza, tra questi si ricordano: Emilio Isgrò, Adrian Paci, Alfio Bonanno, Federico Baronello e Renato Leotta, che qui hanno lasciato un loro contributo. I giovani paesaggisti (under 36) che partecipano alla biennale sono selezionati tramite un bando internazionale.

Informazioni
radicepurafestival.com

Immagine in evidenza
foto di Alfio Garozzo (part.)

Data

17 Mag 2025 - 07 Dic 2025

Maggiori informazioni

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Luogo

GIARRE (CATANIA) - RADICEPURA GARDEN FESTIVAL
Strada 17, 19, San Leonardello, 95014 Giarre
Sito web
https://www.radicepurafestival.com/
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