Luisa Cevese riutilizza gli scarti dell’industria tessile in modo raffinato e creativo, dando vita a oggetti unici e ricercati.
Designer autodidatta, con un interesse e una conoscenza approfondita della tessitura a mano e delle tecniche tessili, ha iniziato a creare tessuti per la moda e gli interni nel 1984, per aziende come De Padova, Gallia e Peter, Diego Della Valle, Dolce & Gabbana, Romeo Gigli, Bonotto, Maharam, Hermès, Chanel, Comme des Garçons.
Dal 1988 al 1995 ha fondato e diretto il Centro Ricerche Mantero, reparto di ricerca e sviluppo dell’omonima azienda a Como.
Parallelamente, esplorando sempre più a fondo le materie e le tecnologie plastiche, nel 1996 ha fondato il suo brand: Riedizioni, i cui pezzi, accessori per la persona e per la casa (borse di varie dimensioni, astucci, pochette, sottopiatti, porta monete, accessori per la tavola), sono esposti e venduti in tutto il mondo, in specialty store di fashion e design, oltre che in negozi di musei e gallerie d’arte contemporanea.
“L’industria tessile produce scarti in ogni fase di lavorazione, cimose, filati tessuti. La sfida sta quindi nel riuscire a riutilizzare questi materiali – la maggior parte dei quali, per ragioni economiche, viene spedita in discariche e inceneritori – come una vera risorsa da trasformare in creazioni di alta qualità, racconta Luisa Cevese.
“Ogni nostro pezzo è unico e fatto a mano in Italia in una produzione sostenibile dove Riedizioni non discrimina tra fibre naturali e artificiali – prosegue Cevese – Gli scarti, o come si dice meglio oggi, il materiale di post-produzione viene principalmente dall’industria tessile, di abbigliamento e accessori, ma non solo.
Ad esempio il legno viene dagli sfridi di falegnamerie, la pelle da sfridi di concerie.
Il materiale di post-consumo invece lo raccogliamo noi in prima persona: reti da pesca, riviste e giornali, tessuti lisi e tappeti da restaurare, kimono, sari.
Ecco poi la plastica, per me l’elemento unificante di materia scomposta.
Naturalmente vari tipi di plastiche hanno proprietà diverse: possono essere più rigide o più morbide e flessibili.
Le utilizziamo di spessori diversi anche in base all’uso finale.
Devono però essere sempre plastiche non tossiche in fase di lavorazione e di eventuale smaltimento”.
da Mercoledi 20 Marzo 2019 a Sabato 29 Giugno 2019
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