Il festival biennale di residenze nato dalla sinergia fra TMO – Teatro Mediterraneo Occupato e Civilleri/Lo Sicco giunge alla sua seconda edizione.
Il programma di quest’anno si avvale della partecipazione del Teatro delle Bambole che il 10 maggio presenterà “Ifigenia – Sua Figlia” in anteprima nazionale, Ortika – Gruppo teatrale nomade con “Chi ama brucia” l’11 maggio e Emma Dante che ripropone “Ballarini, terzo capitolo della Trilogia degli Occhiali”, il 12 maggio.
Gli spettacoli andranno tutti in scena al TMO – Teatro Mediterraneo Occupatoa partire dalle 21:00.
Informazioni e prenotazioni: info@tmopalermo.it; tmopalermo.it
10 Maggio 2019, ore 21
IFIGENIA – SUA FIGLIA
Partitura di Andrea Cramarossa
Liberamente ispirato a “Ifigenia in Aulide”
e (in sospensione) “Ifigenia in Tauride” di Euripide
Riscrittura e cura della drammaturgia moderna: Andrea Cramarossa
Regia e interpretazione: Andrea Cramarossa
Aiuto regia: Federico Gobbi
Casa Madre: Teatro delle Bambole
Nel Tragico e nell’Umano manifesto, le cui strutture funzionali di rappresentazione, sensazione e ragionamento coincidono, così come rilevato da Hölderlin, si verifica, a un certo punto una cesura, un evento che accade e rovescia “l’abituale visione dell’esistente” che induce alla “pura coscienza di se”, la vuota coscienza che attenziona la coscienza stessa, il vuoto. Il vuoto corrisponde a quella sensazione di essere che ogni umano sperimenta, che non può essere linguificabile e alla quale la stessa psiche soggiace. Questa sensazione di presenza è posta come “qui e ora” in maniera esperienziale; a partire da essa sorge l’attenzione e via via la percezione delle cose. Vuoto è inoltre il significante di uno stato urbano definito, il significato vuoto, il posto vuoto del significato. Così la Fiera del Mediterraneo di Palermo, territorio stabile denotato e denotativo, i cui spazi sono stati chiusi al pubblico per diversi anni e nascosti alla città all’interno di confini fisici evidenti, è stata vissuta come un “centro vuoto”; la stessa, liberata e restituita, viene oggi “percepita” come “cesura” urbana.
Marco Canzoneri
11 Maggio 2019, ore 21
CHI AMA BRUCIA
Ideazione e regia: Alice Conti
Testo: Chiara Zingariello
Drammaturgia: Alice Conti e Chiara Zingariello
Disegno luce, audio, scene: Alice Colla
Costumi: Eleonora Duse
Assistenza produzione: Valeria Zecchinato
in scena: Alice Conti
uno spettacolo di Ortika – gruppo teatrale nomade
Nel Tragico e nell’Umano manifesto, le cui strutture funzionali di rappresentazione, sensazione e ragionamento coincidono, così come rilevato da Hölderlin, si verifica, a un certo punto una cesura, un evento che accade e rovescia “l’abituale visione dell’esistente” che induce alla “pura coscienza di se”, la vuota coscienza che attenziona la coscienza stessa, il vuoto. Il vuoto corrisponde a quella sensazione di essere che ogni umano sperimenta, che non può essere linguificabile e alla quale la stessa psiche soggiace. Questa sensazione di presenza è posta come “qui e ora” in maniera esperienziale; a partire da essa sorge l’attenzione e via via la percezione delle cose. Vuoto è inoltre il significante di uno stato urbano definito, il significato vuoto, il posto vuoto del significato. Così la Fiera del Mediterraneo di Palermo, territorio stabile denotato e denotativo, i cui spazi sono stati chiusi al pubblico per diversi anni e nascosti alla città all’interno di confini fisici evidenti, è stata vissuta come un “centro vuoto”; la stessa, liberata e restituita, viene oggi “percepita” come “cesura” urbana.
Marco Canzoneri
12 Maggio 2019, ore 21
BALLARINI
Regia: Emma Dante
Con: Sabino Civilleri e Manuela Lo sicco
Luci: Marcello D’Agostino
Co-produzione: Compagnia Sud Costa Occidentale
Teatro Stabile di Napoli
CRT Centro di Ricerca per il Teatro con il sostegno di Théâtre du Rond Point – Paris
Nel Tragico e nell’Umano manifesto, le cui strutture funzionali di rappresentazione, sensazione e ragionamento coincidono, così come rilevato da Hölderlin, si verifica, a un certo punto una cesura, un evento che accade e rovescia “l’abituale visione dell’esistente” che induce alla “pura coscienza di se”, la vuota coscienza che attenziona la coscienza stessa, il vuoto. Il vuoto corrisponde a quella sensazione di essere che ogni umano sperimenta, che non può essere linguificabile e alla quale la stessa psiche soggiace. Questa sensazione di presenza è posta come “qui e ora” in maniera esperienziale; a partire da essa sorge l’attenzione e via via la percezione delle cose. Vuoto è inoltre il significante di uno stato urbano definito, il significato vuoto, il posto vuoto del significato. Così la Fiera del Mediterraneo di Palermo, territorio stabile denotato e denotativo, i cui spazi sono stati chiusi al pubblico per diversi anni e nascosti alla città all’interno di confini fisici evidenti, è stata vissuta come un “centro vuoto”; la stessa, liberata e restituita, viene oggi “percepita” come “cesura” urbana.
Marco Canzoneri
TMO – TEATRO MEDITERRANEO OCCUPATO
Via Martin Luther King
90142 Palermo
tmopalermo.it
Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura