Un’area riqualificata che fu una miniera di carbone e poi zoo a Genk, nel Limburgo belga, ospita il nuovo progetto dell’artista Koen Vanmechelen in collaborazione con la città: un parco aperto a tutti in cui gli animali sono lasciati in libertà, ponticelli e stagni intervallano sentieri lungo i quali passeggiare in pieno relax.
E poi uno spazio dedicato a esposizioni d’arte en plein air, una serra con specie rare di uccelli.
Lo studio dell’artista e gli altri edifici realizzati insieme all’architetto Mario Botta si inseriscono perfettamente nel paesaggio.
Arte e scienza, natura e architettura trovano un connubio perfetto e diventano strumento di ricerca, discussione e intrattenimento sul tema della sostenibilità e della diversità.
“Labiomista, un’opera d’arte in evoluzione sul mix della vita”
Il nuovo visionario progetto di Koen Vanmechelen si chiama Labiomista, apre al pubblico dal 6 luglio a Genk, nel cuore del Limburgo belga e racchiude tutta la visione artistica e filosofica del poliedrico artista fiammingo che, da almeno due decenni, si muove ai confini dell’arte e della scienza, dando vita a opere multiformi che uniscono pittura, scultura, fotografia, installazioni multimediali e living art. Il punto di partenza della sua costante sperimentazione e audacia è la ferma convinzione che l’arte possa essere un vettore di reciproco scambio e una guida preziosa nelle grandi sfide del XXI secolo, in particolare nella relazione tra natura e cultura e nello sviluppo di una comunità sostenibile. Questi sono anche i temi alla base del progetto Human Rights Pavilion, presentato a Venezia alla Biennale Arte 2019. Questa ambiziosa visione del mondo trova forma ne Labiomista, un parco naturale aperto al pubblico in cui l’uomo, gli animali e la natura convivono in armonia tra loro in un costante dialogo, ma anche in perfetta sintonia con la città e comunità circostanti.
Arte e scienza, natura e architettura in perfetta sintonia
L’area di Genk destinata al nuovo progetto era un tempo occupata da un ex miniera di carbone e in seguito dallo zoo cittadino. Labiomista non è solo un progetto di riqualificazione, ma un’esperienza immersiva per il visitatore che coniuga arte e natura. Proprio la natura incontaminata occupa simbolicamente la metà dei 24 ettari del parco. In perfetta armonia con essa, sorgono lo studio di Vanmechelen e il quartier generale della sua fondazione (The Battery), l’ex casa restaurata del direttore della miniera di carbone e dello zoo (Villa Opundi) e LabOvo, uno spazio destinato a workshop ed esposizioni d’arte permanenti en plein air. Si accede all’area dalla porta di accesso The Ark, che insieme a The Battery è stata progettata dallo svizzero Mario Botta. Una parte di The Battery è riservata a una straordinaria serra (Looking Glass) e una gigantesca voliera d’aquila. Gli animali hanno un ruolo centrale nel lavoro di Vanmechelen e l’ex zoo di Zwarberg vuole oggi essere un luogo di incontro tra tutte le specie viventi. Non stupisce quindi che ben 9000 m² de Labiomista ospitino, oltre ai polli (oggetto ricorrente dei suoi studi e delle sue creazioni tanto da aver dato vita a una nuova varietà di gallina) lama, struzzi ed altri animali, lasciati liberi all’interno della riserva e nei quali i visitatori potranno imbattersi durante la loro permanenza nel parco. Labiomista sarà un luogo di dibattito, fucina di nuove idee ed esperimenti che avranno come obiettivo quello di interrogarsi sui temi della sostenibilità ambientale e culturale puntando a modelli di sviluppo volti ad avvicinare le diverse culture, a rinsaldare e rafforzare il rapporto tra uomo e natura e ridefinire nuovi equilibri.
Il DNA di Genk
Labiomista nasce dalla stretta collaborazione di Vanmechelen con la città di Genk e si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione ambientale ed economica del luogo segnato dal suo passato di centro minerario. Altri due spazi un tempo occupati da miniere di carbone sono stati trasformati in siti di appeal internazionale (C-mine e Thor Park) tracciando la trasformazione di Genk da hub minerario a moderna città del XXI secolo in tutta sua diversità. Questo esperimento di comunità sostenibile incarna perfettamente il DNA di Genk e il pensiero dell’artista: la diversità è specchio del presente e matrice del futuro. Emblematica è la scelta di non prevedere caffè e ristoranti all’interno del parco, ma soltanto un’area picnic, per favorire lo sviluppo dei commerci locali circostanti.
Maggiori informazioni: labiomista.be
Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura