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E' Matteo Porru il vincitore della 24a edizione del Campiello Giovani

E’ Matteo Porru il vincitore della 24a edizione del Campiello Giovani

Matteo Porru, 18 anni di Cagliari, si è aggiudicato il premio con il racconto “Talismani” scelto dalla Giuria dei Letterati, presieduta da Carlo Nordio, tra i cinque racconti arrivati in finale. Il premio è stato consegnato da Michele Da Col Vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria nazionale e da Eugenio Calerao Ciman, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto.

Di seguito la motivazione della Giuria.
“Matteo Porru ha scritto un racconto compatto che ha il merito di spingere lo sguardo oltre i confini della propria anima e delle proprie vicende personali, tratteggiando i rapporti di una madre afgana con il suo giovane figlio. Nonostante qualche ridondanza aggettivale, e qualche cliché nella descrizione di Napoli, Porru riesce a costruire alcune immagini narrativamente efficaci, come quella delle due donne che nella notte trasportano un bambino su una carriola verso l’ospedale più vicino.”

Gli altri finalisti di questa edizione del Campiello Giovani erano: Deborah Calian, 18 anni di Oppeano (VR), con il racconto “Folli e felici”, Beatrice Fantuzzi, 17 anni di Arcugnano (VI), con il racconto “Sostanza”, Lorenzo Moscardini, 21 anni di Roma, con il racconto “La ragazza dai capelli neri”, Cecilia Pegoraro, 17 anni di Castelfranco Veneto (TV), con il racconto “Amor vincit omnia”.

Il vincitore è stato proclamato sabato 14 settembre durante la conferenza stampa che si è svolta al Museo Correr grazie alla collaborazione tra Fondazione Il Campiello e Fondazione Musei Civici di Venezia.
Durante la conferenza stampa è stata inoltre assegnata la nuova menzione speciale del Gruppo Giovani di Confindustria per il miglior racconto che ha trattato il tema della cultura di impresa. La menzione è stata attribuita a Federica Russo, 19 anni di Fontaniva (Pd), per il racconto “Consigli di un saggio tra passato e futuro”.
Di seguito la motivazione della Giuria.
“Il saggio parla di un futuro lontano, un mondo a noi parallelo. Ripercorre le varie tappe del genere umano, che, inseguendo il progresso, non ha saputo mantenere intatte le bellezze che lo circondavano. Il racconto si coniuga perfettamente con uno dei temi più attuali: lo sviluppo sostenibile. Tutelare ciò che la natura ci offre è il primo passo per guardare al progresso. Altrimenti saremo i responsabili e allo stesso tempo le vittime. Il ruolo delle imprese è fondamentale in questo contesto. Essendo artefici del progresso, dovrebbero educare a un corretto uso delle nostre risorse e applicare politiche di lungo periodo, che guardano al futuro. Sappiamo che queste sono costose, ma per preservare la natura c’è bisogno di sacrificio. Altrimenti alimenteremo solo regresso.”

Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura