La gestione responsabile dei boschi contribuisce alla conservazione della fertilità del suolo e combatte erosione e dilavamento: a dirlo, in occasione dell’Earth Day 2021 sono i numeri relativi alla verifica dei servizi naturali offerti delle foreste, promossa da FSC Italia a partire dal 2018.
La Giornata della Terra si tiene in tutto il mondo il 22 Aprile: quest’anno ha per tema Restore Our Earth e si concentra sui processi naturali, sulle tecnologie verdi emergenti e sul pensiero innovativo in grado di ripristinare gli ecosistemi del mondo.
L’Italia è stato il primo Paese al mondo a verificare i cinque servizi ecosistemici offerti dalle foreste, ossia lo stoccaggio del carbonio, la conservazione della biodiversità, la stabilizzazione del suolo e del ciclo dell’acqua e, infine, il miglioramento dell’offerta turistico-ricreativa e culturale. La verifica di tali servizi ha consentito quindi di valutare come una gestione sostenibile della risorsa forestale, la sua conservazione e ripristino, abbiano molti benefici, tra cui l’aumento della stabilità e dei nutrienti contenuti nel terreno.
Foreste sane consentono infatti di proteggere il suolo, favoriscono lo scambio di nutrienti e lo stock di carbonio. In questo senso, la verifica dei servizi naturali dei boschi mira a quantificare gli impatti su fattori come lo spessore dello strato di materia organica del suolo, il contenuto percentuale di materia organica e quello nutritivo; la stabilità del terreno; l’incidenza delle frane, la produttività (forestale e agricola) per unità di superficie.
I dati, condivisi con Re Soil Foundation, parlano chiaro, anche se vanno valutati rispetto alla singola realtà certificata, in quanto le condizioni specifiche di un bosco o di ecosistema forestale non sono generalizzabili: “Per quanto riguarda lo stock di carbonio organico – spiega infatti Diego Florian, Direttore del Forest Stewardship Council (FSC) Italia – in alcune aree certificate FSC abbiamo registrato un aumento pari a tre volte il dato di partenza. Ancora più significativo il dato relativo all’erosione del suolo, che si è ridotto di oltre otto volte”.
In alcune foreste in cui sono stati applicati gli standard di gestione responsabile FSC, la riduzione dell’erosione del suolo è andata di pari passo con l’aumento della copertura vegetale esistente. “Sono tutti dati che confermano, se ancora ce ne fosse bisogno – aggiunge ancora il Direttore di FSC Italia – che il nostro Pianeta ha bisogno di foreste gestite in modo sostenibile per controllare l’erosione del suolo e per la sua conservazione. Le radici degli alberi stabilizzano i pendii di cresta, collina e montagna e forniscono il supporto strutturale meccanico necessario per prevenire movimenti superficiali del terreno”.
“I calcoli effettuati da FSC Italia confermano quanto sia importante costruire una solida cooperazione tra tutti gli attori coinvolti, il mondo della ricerca, delle istituzioni, delle associazioni, della filiera agricola, silvicolturale e forestale, per contrastare il degrado del suolo nei vari territori” commenta Debora Fino, presidente di Re Soil Foundation. “Il fenomeno è purtroppo ancora oggi sottovalutato. Eppure i terreni coltivati perdono carbonio a un tasso dello 0, 5% annuo. Il 60-70% del suolo è compromesso a causa di cattive pratiche di gestione del territorio, inquinamento, urbanizzazione e, ovviamente, deforestazione. Tutto questo ricade negativamente sul livello di biodiversità dei suoli. La sostanza organica ha un ruolo chiave nell’ecosistema perché rappresenta la più importante riserva di carbonio rispetto alla biosfera e all’atmosfera. Ed è proprio per questo motivo che la sua perdita non può più essere trascurata, anche pensando ai cambiamenti climatici. Invertire la tendenza dipende da quanto sapremo diffondere e premiare buone pratiche di gestione a ogni livello”.