Al Cinema: “Il popolo delle donne” di Yuri Ancarani
Da lunedì 13 novembre 2023 esce al cinema “Il popolo delle donne” di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972), distribuito da Barz and Hippo. Il regista e in alcuni casi anche la protagonista, la dottoressa Marina Valcarenghi, seguiranno il film in un tour di presentazione nelle sale.
Sono oltre venti le date in agenda che vedono il film debuttare in una rosa selezionata di sale italiane, componendo un itinerario per tappe che attraversa Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Toscana e Liguria. Il calendario delle proiezioni prende vita a partire da Milano, con un primo appuntamento al Cinema Beltrade di Milano previsto per lunedì 13 novembre 2023 alle ore 20.40.
Presentato nell’ambito della XX edizione delle Giornate degli Autori nella sezione Proiezioni Speciali / Incontri con gli autori, in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023, “Il popolo delle donne” (60′, Italia, 2023) è prodotto da Dugong Films, in collaborazione con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea e ACACIA Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, e distribuito da Barz and Hippo.
“Il popolo delle donne” evidenzia per la prima volta il rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile, fenomeni che nel corso del film vengono descritti come direttamente proporzionali. Quanto più il mondo delle donne, ancora inevitabilmente insicuro, viene tuttavia alla ribalta, tanto più si acuisce la violenza insofferente di una parte del mondo maschile. Un fenomeno opposto a quanto generalmente si supponeva anche in ambito scientifico.
Protagonista del film documentario è la dottoressa Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicoanalista, con un passato nel giornalismo, nella politica durante gli anni Sessanta e Settanta, e con quarantacinque anni di lavoro clinico alle spalle. Da quest’ultima esperienza, ancora in corso, Valcarenghi ha potuto osservare come l’insicurezza femminile sopravviva, nonostante la progressiva conquista di autonomia economica e sociale, e comprenderne i motivi. Per prima ha introdotto la psicoanalisi in carcere, nei penitenziari di Opera e di Bollate, lavorando per dodici anni nei reparti di isolamento maschile con detenuti in gran parte condannati per reati di violenza sessuale. Sull’argomento, Marina Valcarenghi ha scritto due volumi: Ho paura di me – il comportamento sessuale violento (B. Mondadori 2009) e l’insicurezza (B. Mondadori 2005).
La collaborazione tra l’artista Yuri Ancarani e la dott.ssa Marina Valcarenghi nasce in occasione della realizzazione di Atlantide (2021, 104′), presentato al Festival Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2021, nella sezione Orizzonti. Il film-documentario realizzato da Yuri Ancarani è dedicato agli adolescenti del territorio veneziano e, in virtù della delicatezza di questo tema, ha previsto il supporto di professionisti della psicanalisi, per comprendere il mondo delle ragazze e dei ragazzi e le loro dinamiche di gruppo. In questa cornice è avvenuto l’incontro con Marina Valcarenghi e ha preso corpo l’idea di costruire un film che non fosse dedicato a un luogo, come accade nella produzione del regista ravennate, ma a un tema urgente, endemico della società italiana.
Come per Atlantide che aveva visto la partecipazione del rapper e producer Sick Luke, anche la colonna sonora di “Il popolo delle donne” porta la firma di uno dei più interessanti talenti della scena musicale contemporanea italiana: la compositrice e musicista Caterina Barbieri.
Ne “Il popolo delle donne” Marina Valcarenghi tiene una lectio magistralis nel cortile della Legnaia dell’Università degli Studi di Milano, documentata in presa diretta, mentre un gruppo di studenti prepara gli striscioni per una manifestazione.
La protagonista siede in cattedra, appare calma, la sua immagine è raccolta da tre angolazioni differenti e progressivamente l’obiettivo passa dal mezzo busto al suo sguardo. Gli unici elementi che entrano nella composizione sono fogli di carta con gli appunti, una bottiglia e un orologio da polso. In alcuni momenti, l’inquadratura si apre accogliendo anche gli studenti che circondano la protagonista in un vero e proprio incontro generazionale.
La voce di Marina Valcarenghi, con le pause del suo discorso, scandisce il ritmo del film. Le sue parole ripercorrono stralci di testimonianze di uomini violenti, raccolte nei tribunali, nel corso di colloqui in carcere o durante le sedute presso il suo studio. Riflessioni sulle dinamiche relazionali degli ultimi trent’anni della storia italiana si mescolano a ricordi legati al lavoro di analisi, facendo emergere le paure della società legate alla dicotomia tra donna e uomo e lo sfociare di violenze private, fisiche e verbali.
Il titolo del film deriva proprio da alcuni passaggi del monologo e rappresenta un pensiero rivoluzionario che auspica un giorno “il popolo” femminile possa sentirsi parte di un’unica grande comunità, accomunata da istanze condivise e da battaglie da intraprendere in una dimensione collettiva. Conclusione ideale di questo incontro è il corteo che incede per le strade di Milano, composto dagli studenti osservati nelle scene precedenti che brandiscono un lungo striscione con la scritta “Il popolo delle donne”.
“Il popolo delle donne” prende i tratti di un documentario sulla società contemporanea, in bilico tra costruzione filmica e presa diretta, cifra stilistica dell’opera di Yuri Ancarani in cui bellezza e realtà si confondono, conferendo forma a una visione poetica
Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) è un video artista e film-maker italiano. Le sue opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, e sono il risultato di una ricerca spesso tesa ad esplorare regioni poco visibili del quotidiano, realtà in cui l’artista si addentra in prima persona. I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e musei nazionali e internazionali