Al Museo di Storia Naturale di Venezia 9 incontri con i grandi divulgatori
Sarà la virologa Ilaria Capua – cui seguiranno Marino Niola, Giorgio Manzi, Davide Domenici, Telmo Pievani, Inti Ligabue, Luca Mercalli, Jacopo Veneziani e Mario Tozzi – a dare il via il 30 settembre all’intenso ciclo di 9 incontri che per un intero mese si terrà al Museo di Storia Naturale di Venezia “Giancarlo Ligabue”, con alcuni dei più noti ricercatori e divulgatori scientifici, particolarmente apprezzati e amati dal grande pubblico.
Una rassegna prodotta dalla Fondazione Giancarlo Ligabue nell’ambito delle iniziative per i 50 anni di impegno Ligabue nella cultura – prima come Centro Studi e Ricerche e dal 2016 attraverso la Fondazione – in omaggio ai contestuali 100 anni di vita del Museo di Storia Naturale di Venezia: un museo la cui “rinascita” moderna è legata alla figura e all’attività di esploratore, ricercatore e collezionista del padre di Inti, Giancarlo Ligabue, e a lui intitolato nel 2019.
Era il 1973 quando nel deserto del Ténéré, nel Niger orientale, Giancarlo Ligabue, insieme a Philippe Taquet del Museo di Storia Naturale di Parigi, scoprì lo scheletro pressoché completo di una specie di dinosauro fino ad allora sconosciuta l’Ouranosaurus nigeriensis poi donato insieme ad altri eccezionali reperti alla città di Venezia, con l’obbiettivo di arricchire e ripensare il Museo di Storia Naturale, ora tra i più affascinanti in Italia.
“Abbiamo voluto per questa rassegna un parterre di studiosi e ricercatori di primo piano, noti per l’empatia con il pubblico e protagonisti della divulgazione – spiega Inti Ligabue, Presidente della Fondazione Giancarlo Ligabue – e li abbiamo invitati ad affrontare alcuni temi avvincenti in relazione agli ambiti di interesse della Fondazione e del Museo di Storia Naturale. Per la Fondazione è fondamentale unire ricerca e divulgazione perché solo la conoscenza diffusa, la condivisione del sapere, può essere fonte di sensibilizzazione, tolleranza e libertà. In questa duplice ricorrenza è stata poi una gioia associare gli obiettivi della nostra istituzione, “conoscere e far conoscere”, all’attività di questo straordinario Museo che è un punto di riferimento fondamentale a Venezia nella conservazione, nella promozione del sapere scientifico e nella fascinazione dei giovani e al quale ci sentiamo profondamente legati”.
Si parte dunque con la professoressa Capua, famosa per le sue ricerche sull’influenza aviaria e punto di riferimento nell’informazione durante l’emergenza Covid, che ci condurrà tra passato, presente e futuro a riflettere sul concetto di “salute circolare”, consapevoli – specie dopo le vicende pandemiche – che la salute individuale non è affatto slegata da quella collettiva e del sistema.
Il cibo invece come elemento identitario di culture e popoli, specchio del rapporto che gli uomini hanno con sé stessi, con gli altri e la propria terra, sarà al centro dell’incontro di domenica 1 ottobre con Marino Niola, professore di antropologia culturale e delle arti all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e noto giornalista di Repubblica; mentre il 7 ottobre sarà Giorgio Manzi a catturare l’attenzione del pubblico conducendoci “Sulle tracce dell’Evoluzione umana (in Africa e non solo)”. Manzi – antropologo e paleontologo, anch’egli docente universitario e divulgatore, nonché corrispondete all’Accademia dei Lincei – ricostruirà, attraverso i dati in nostro possesso, l’intricato percorso evolutivo intrapreso, intorno a 6 milioni di anni fa in Africa, da un gruppo di scimmie antropomorfe: quel lungo cammino che ha dato origine alla nostra specie.
Domenica 8 ottobre alle 18.30 sul palco allestito in quello che fu il Fondaco dei Turchi, Davide Domenici, demoantropologo, ci condurrà nel fascinoso mondo del collezionismo di manufatti provenienti dai Nuovi Mondi, diffusosi nel XVI secolo in Europa all’indomani delle prime esplorazioni geografiche, e ci farà conoscere il bolognese Ulisse Aldovrandi (1522-1605), caso esemplare per illustrare il nesso tra lo studio della storia naturale e la scoperta dei popoli extraeuropei alle origini della Modernità.
“Noi siamo il risultato di una serie di imperfezioni che hanno avuto successo”: Telmo Pievani, che all’Università degli Studi di Padova ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche, martedì 10 ottobre come sempre ci parla di evoluzione, ma questa volta le sue riflessioni mireranno a evidenziare come il nostro cervello e il nostro genoma, due tra i sistemi più complessi che la natura abbia prodotto, siano pieni di imperfezioni perché – dice Pievani – “l’evoluzione funziona…come un artigiano che fa quel che può con il materiale a disposizione”
Dopo l’incontro con Inti Ligabue (sabato 14 ottobre sempre alle 18.30) dedicato a ripercorrere alcuni dei momenti più curiosi e incredibili di questo mezzo secolo di ricerca e impegno culturale Ligabue, attraverso foreste, deserti, montagne e pianure, per accrescere il patrimonio della conoscenza e renderlo disponibile a tutti – esperti e curiosi, addetti ai lavori e persone comuni -, sarà la volta di tre grandi studiosi e volti notissimi della televisione, tutti invitati dalla Fondazione Giancarlo Ligabue al Museo di Storia Naturale di Venezia: Luca Mercalli (21/10), Jacopo Veneziani (22/10) e Mario Tozzi (30/10).
Il meterologo Luca Marcalli, divenuto famoso per le sue presenze alla trasmissione RAI “Che tempo che fa”, sabato 21 ottobre ci mette in guardia sull’emergenza climatica: siamo un pezzo di natura, lo dice la scienza ecologica, e se la natura si degrada anche noi facciamo la stessa fine. Ci sono molti modi per risparmiare energia evitando di aggravare l’inquinamento atmosferico o per non sprecare inutilmente le risorse naturali che scarseggiano mettendo a rischio il futuro. Mercalli lo dice e lo scrive da oltre vent’anni, e propone in questo incontro un compendio di riflessioni, prendendo lezioni di metodo e di vita da Primo Levi.
Anche il giovanissimo storico dell’arte Jacopo Veneziani, atteso a Venezia il 22 ottobre, è entrato nelle case della gente attraverso la televisione, ospite fisso della trasmissione “Le parole della settimana” con Massimo Gramellini.
Partendo dalla cinquecentesca Wunderkammer del Museo di Storia Naturale di Venezia, in cui si affollano oggetti preziosi, rari, bizzarri, grotteschi o mostruosi, Veneziani – 28 anni, dottorando alla Sorbona di Parigi e professore a contratto allo IULM, ora anche Presidente della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, divulgatore seguitissimo anche sui social – ripercorre la storia di questi scrigni nati per “raccogliere e stupire”.
Un percorso attraverso i secoli e le metamorfosi di questo fenomeno della storia del collezionismo, tema da sempre caro al Museo e alla Fondazione.
Il ciclo di incontri si concluderà il 30 ottobre, con l’attesissimo Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e conduttore televisivo, appuntamento anche questo previsto al Museo di Storia Naturale, in una data simbolica: il compleanno di Giancarlo Ligabue, scomparso nel 2015.
Il tema è affascinante e parte da una domanda: ma davvero il Mediterraneo ha ancora segreti da svelare a chi vive sulle sue coste, si nutre dei suoi prodotti o vi si tuffa ogni estate? Ebbene sì. Mario Tozzi – che è primo ricercatore presso l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dove si occupa proprio dell’evoluzione geologica del Mediterraneo centro-orientale – racconta l’ante-storia del nostro mare attraverso la voce delle specie che lo abitano e dei loro antenati (pesci, cetacei, elefanti e scimmie), che sono vissuti quando ancora era il grande oceano Tetide dovendosi adattare ai cambiamenti, in molti casi causati dall’uomo.
Le conferenze si terranno sempre alle ore 18.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili.
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Ilaria Capua