Apre Serra Madre, a place for ecological imagination
Apre Serra Madre, nuovo centro di produzione culturale ideato da Kilowatt, la cooperativa che ha rigenerato e da 10 anni gestisce Le Serre dei Giardini Margherita a Bologna.
Dal 12 al 29 settembre inaugura un nuovo spazio pensato per promuovere un’immaginazione ecologica attraverso il dialogo tra arte e scienza, con l’obiettivo di costruire presenti alternativi e futuri desiderabili e accessibili.
Con un denso programma di eventi, mostre, workshop, performance e incontri, e raccogliendo l’eredità di 7 anni di Resilienze Festival, Serra Madre dà il via a una serie di azioni condivise pensate per tracciare nuove traiettorie su temi ambientali e culturali.
Momento simbolico della prima giornata è l’opening speech di Tim Ingold, professore di Antropologia Sociale presso l’Università di Aberdeen che ha rivoluzionato il ruolo dell’antropologia sottolineando il potere dell’immaginazione.
Pensato come un luogo poroso e di scambio, Serra Madre contiene e protegge, ma allo stesso tempo rivela e fa crescere, abbraccia tutte le pratiche artistiche facendole dialogare con la ricerca scientifica e la tecnologia, creando uno spazio aperto all’immaginazione con un’attenzione costante a generare impatto positivo. Per fare questo alimenta e accompagna la produzione e la ricerca artistica attraverso residenze, mostre, public program, laboratori didattici e workshop.
Questo luogo si pone come spazio di ricerca che ingloba nella struttura architettonica la sua tensione verso una fusione tra ecologia, arte e tecnologie innovative.
“Il programma delle tre settimane di opening – dichiara la direttrice artistica di Serra Madre Nicoletta Tranquillo – è pensato come un invito a entrare e a osservare, amplificato anche dalla trasparenza della serra. Un tempo in cui mettersi in gioco e in discussione, perché crediamo che solo attraverso un’esperienza incarnata e condivisa sia possibile davvero scardinare i bias, gli automatismi e i pensieri veloci, per riscoprirci parte di una realtà interconnessa e molteplice, di un pluriverso.”
Il progetto di rigenerazione dei 650 metri quadrati della serra, con un investimento di più di 2 milioni di euro sostenuto da Kilowatt e cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna, è firmato dallo studio di architettura Laprimastanza composto da Davide Agostini, Matteo Battistini e Francesco Ceccarelli, partendo dalla sua storia: da struttura dedicata alle piante, a luogo abbandonato, la serra si trasforma in un centro culturale ibrido dedicato all’arte e ai temi ecologici, riadattato per superare tutte le dicotomie, in primo luogo quella umano-natura.
Serra Madre rappresenta un esempio tangibile di come sia possibile preservare e valorizzare le risorse esistenti, anziché consumarne di nuove, rendendole occasioni di rinascita e comunità.
Al centro della prima settimana di programmazione, visitabili dal 12 al 15 settembre anche attraverso delle visite guidate, sono le opere di Marco Barotti, Salomé Bazin e Calin Segal, protagonisti del progetto di residenze S+T+Arts Grin, un’iniziativa della Commissione Europea per promuovere alleanze tra arte, scienza e tecnologia. Le residenze a Bologna, curate da Kilowatt e Cineca, hanno visto le artiste e gli artisti lavorare a stretto contatto con scienziate e scienziati e con la potenza di calcolo del supercalcolatore Leonardo, per realizzare delle opere che raccontano le molteplici possibilità che il dialogo tra immaginazione e materiali può innescare a favore della transizione ecologica.
Se l’installazione Fungi. Armonie Simbiotiche di Marco Barotti, a cura di Serra Madre e Rebecca Pedrazzi, esplora la “rete sociale sotterranea” dei funghi e indaga l’ecosistema globale dei funghi micorrizici, rappresentandola attraverso sculture, suoni, parole e un oracolo basato su una intelligenza artificiale, l’opera di Salomé Bazin, a cura di Serra Madre con Quo Artis, parte dall’intricata relazione tra attività umane ed ecosistemi marini, approfondendo attraverso dati scientifici il ruolo che gli oceani giocano nella regolazione del nostro clima e come i progressi tecnologici possano favorire un futuro simbiotico tra gli esseri umani e la vita marina. Ne risulta un lavoro installativo e performativo (live il 12, 13 e 14 settembre) che vuole riconnettere il pubblico con i fenomeni naturali.
L’opera di Calin Segal, a cura di Serra Madre e Marco Mancuso, è un’installazione interattiva che mira a sensibilizzare sul drammatico processo di erosione delle linee costiere italiane, ponendosi sì come promemoria della fragilità dei nostri ecosistemi, ma anche come tributo alle capacità di metamorfosi della natura.
Il 12 settembre alle 18:00 Tim Ingold è invitato ad aprire la prima giornata e gettare le basi del pensiero fondativo di Serra Madre, l’antropologo esplora attraverso il suo speech come il pensiero ecologico possa diventare strategico, allenando l’immaginazione per trasformare il nostro modo di abitare il mondo, permettendoci di vedere oltre l’immediato e di coltivare una connessione più profonda con l’ambiente che ci circonda.
Informazioni
serramadre.art
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foto di Lorenzo Burlando (part.)