Babs Art Gallery: sei anni come editore di gioielli d’artista
A sei anni dalla sua apertura Babs Art Gallery, galleria specializzata nel settore dei gioielli d’artista, attraverso una mostra eccezionale ripercorre il proprio lavoro di ricerca che ha coinvolto nel tempo alcuni dei nomi più importanti del panorama artistico italiano e internazionale.
Per l’occasione inaugura una grande sede temporanea in via Carducci 25 a Milano, che ospiterà due esposizioni in contemporanea dal 13 settembre al 4 ottobre.
Nell’ampio piano terra si incontrano le opere di 16 artisti che in questi anni hanno lavorato insieme alla galleria per realizzare le loro collezioni di gioielli-scultura: Alessandro Busci, Paolo Amico, Elizabeth Aro, Orna Ben-Ami, Davide Bramante, Jessica Carroll, Loris Cecchini, Chiara Dynys, Emilio Isgrò, Ugo Nespolo, Daniele Papuli, Antonio Paradiso, Alex Pinna, Tania Pistone, Alfredo Rapetti Mogol e Roberta Verteramo.
Insieme a una selezione di gioielli ogni artista porterà anche un’opera d’arte: un dipinto, una scultura, una fotografia o un’installazione. Un dialogo tra opere che mette in risalto come ogni autore abbia declinato la propria poetica nella dimensione del gioiello confrontandosi con le regole e i limiti di questa tecnica. Le sculture indossabili in mostra sono infatti progettate per adattarsi al corpo umano, integrandosi a esso in modo armonioso, diventandone estensione di forza e bellezza.
Tra i numerosi pezzi esposti l’anello e la collana Iceberg del 2022 di Alessandro Busci, che accostati all’omonimo dipinto, ne riprendono la potenza alchemica e la matericità, grazie all’uso dell’argento e dell’acquamarina grezza. Elizabeth Aro espone la collana e gli orecchini in alluminio, smalto e oro della serie Flames (2021) insieme all’installazione All The Fires The Fire. Lavori che nel loro insieme sintetizzano, su varia scala, la sua ricerca sul tema del fuoco e della fiamma, come simboli di vita e forza interiore. Nella serie di gioielli Pentagon Obsession (2021), realizzati con materiali diversi, dal titanio al quarzo, Davide Bramanteha trasferito la sua capacità di comporre immagini stratificate insieme al suo interesse per il significato mistico e simbolico di alcune forme geometriche. I gioielli sono esposti
insieme alla stampa su plexiglas “My own Rave” che mescola le vedute urbane simultanee di Milano e Miami.Il lavoro dell’artista Orna Ben-Ami si caratterizza per la leggerezza con cui tratta i metalli, rendendoli all’apparenza materia morbida e delicata. Con l’anello e gli orecchini Movement (2018) in argento e orocontinua la sua ricerca sulle forme stilizzate delle sue sculture in ferro. Jessica Carroll è un’artista che osserva il mondo, a partire dalle cose piccolissime della natura, con stupore e curiosità. Questi sentimenti l’hanno portata a studiare il mondo delle api che è spesso protagonista del suo lavoro.
Un percorso di ricerca che si legge nella scultura-alveare in ceramica Afelio e Perelio (2024) come negli orecchini Sense of direction e nella coppia Nutrice del 2018, bracciale e collana in bronzo. Al centro dell’opera di Loris Cecchini c’è una particolare lettura dello spazio, che diventa dimensione organica e vitale. Il suo linguaggio creativo si sviluppa intorno alle idee di oggetto, modello e architettura. In mostra presenta opere che raccontano le sue osservazioni sulla morfologia di piante e minerali, con i moduli combinatori dell’installazione Nocturnal thesis fragments (2022), che ritornano nella collana Waterbones (2024).
Un’area del primo piano è riservata anche a quei designer, eccellenze italiane, che sono maestri dell’arte orafa e della gioielleria internazionale e che hanno collaborato con la galleria: Matteo Bonafede, Maurizio Fusari, Giancarlo Montebello, Alberto Zorzi.
Alba Rosa Mancini: la forza espressiva della materia
Il secondo piano è interamente dedicato alla mostra personale dei gioielli e complementi di Alba Rosa Mancini (1952) dal titolo “Alba Rosa Mancini: la forza espressiva della materia”. L’esposizione presenta una selezione dei suoi lavori realizzati a partire dal 2002. L’architetto e designer, negli anni si è dedicata anche al progetto del Gioiello Contemporaneo, disegnando la sua prima Linea nel 2000: “IVESUVI”, un omaggio a Napoli, la città in cui vive e lavora come progettista e interior designer in Italia e all’estero. Come spiega la stessa artista “il momento creativo nasce come un gesto istintivo, come reazione allo stimolo che la materia mi sollecita, con cui entro subito in sintonia, che posso lavorare con le mani, piegare, manipolare e muovere facilmente: per questo negli anni ho lavorato con materiali molto diversi, anche riutilizzando reti metalliche, molle, corrugati e materiali raccolti nella natura come legni radici o trovati sulla spiaggia come sassi, vetri, conchiglie. Ogni pezzo unico nasce dall’incontro della materia con la geometria e lo spazio per suscitare il desiderio di essere indossato”.
Dei trenta gioielli-scultura in mostra alcuni sono inediti altri già esposti negli anni alla Triennale di Milano, al Museo del Gioiello di Vicenza, al Museo Archeologico e al Museo della Moda di Napoli e in altre gallerie internazionali. Sono tutti pezzi in cui Mancini esprime un lato ludico, aggiungendo nuova vita alla materia, grazie alla sua capacità creativa: “Il mio segno distintivo sono le geometrie in movimento che avvolgono lo spazio, si muovono, diventano volume, si caricano di significati, sensazioni, suscitano curiosità ed emozione. La combinazione tra geometria e percezione rende le creazioni uniche che, con l’uso di metalli preziosi e naturali, definisce gioielli esclusivi per chi non vuole passare inosservato. I gioielli sono racconti che nascono nella gioia di una creazione, dal segno essenziale avvolgono lo spazio, sono tridimensionali. Ogni monile ha un nome, un significato, non è solo un ornamento, ma dialoga con la persona e crea un forte legame con il fruitore, fa parte del suo modo di essere e di sentire.” Ci sono le reti metalliche prese in cantiere che l’artista recupera, modella e muove ricamandole con fili di rame, i corrugati diventano bracciali o complementi d’arredo, tubicini di ottone sapientemente tagliati a misura, compongono bracciali mobili, ciondoli, orecchini. Le forme pure di questi lavori rimandano a un ideale di perfezione e rigore, la tecnica di lavorazione dei materiali dona una leggerezza che ricorda quella del tulle. “È sempre il mio segno”, spiega, che ritorna identico, ma declinato in diversa scala, anche quando progetto un tavolo o una maniglia: è nato prima il gioiello o il tavolo?”. In mostra anche la serie realizzata con lamine che l’artista lavora a mano piegandole in composizioni avvolgenti e la serie in cui impiega tubicini di vetro colorato – quelli utilizzati per le scritte luminose al neon: vere esplosioni di colori.
Informazioni
BABS ART GALLERY
Via Maurizio Gonzaga, 2, Milano
babsartgallery.it; 347 9350394
Immagine in evidenza
Jessica Carroll, Nutrice, BR – 01