“Centomila, uno e nessuno” di Giuseppe Argirò
Giovedì 29 agosto, alle 21:30, al Teatro Cortesi di Sirolo ospiterà Centomila, uno e nessuno di Giuseppe Argirò con Giuseppe Pambieri, TDC produzioni «Teatro della città».
È un viaggio ironico e appassionato nel multiforme universo dello scrittore siciliano, un ritratto inedito disegnato attraverso le figure più significative della sua vita, le sue opere, il suo pensiero; una riflessione scanzonata e umoristica sull’uomo del Novecento, a cui solo la scena può dare voce. «Una notte di giugno caddi – racconta Pirandello – come una lucciola sotto un gran pino solitario in una campagna d’olivi saraceni affacciata agli orli d’un altipiano d’argille azzurre sul mare africano”. Così Pirandello descrive l’inizio del suo “involontario soggiorno sulla terra». Così l’uomo nato dal Caos si consegna al mito e guarda vivere i suoi personaggi che riannodano i fili segreti e misteriosi della sua biografia. L’autore agrigentino si è identificandosi con le sue creature che prendono forma e incominciano a muoversi in palcoscenico. Dunque, confine tra realtà e finzione crea un effetto di straniamento e intensifica il conflitto in chiave moderna.
L’aggregazione dei materiali in prosa e di teatro ha formato un testo drammaturgico da cui emerge una figura moderna e meno conosciuta A Giuseppe Pambieri è stato il compito di raccontare non l’intima vicenda famigliare dello scrittore siciliano, ma anche le riflessioni sulla visione del mondo di Pirandello che ritroviamo sia negli scritti teorici, sia nei romanzi, sia nelle opere teatrali. Il fatto che si ritrovino nelle sue opere alcuni ricordi d’infanzia è motivo di un passato mitico che si contrappone alla sua vita presente. E, infine, il delirio amoroso di Antonietta, che si consuma insieme alla sua vita all’interno delle mura domestiche, è trasportato nel romanzo Si gira in cui l’autore riflette sul disagio esistenziale della moglie. Nella rappresentazione Centomila, uno e nessuno di G. Argirò, lo spettatore potrà vedere il rapporto con la domestica Maria Stella, che nutrì l’immaginazione religiosa dell’autore e il suo mondo magico popolare tanto che venne citata nella prefazione del 1925 dei Sei personaggi – la figura del precettore, custode del suo apprendistato culturale, i tumultuosi anni giovanili, il rapporto conflittuale con il padre al soggiorno tedesco e agli amori specchio di un immaginario erotico ossessivo e di una personalità complessa e tormentata.
La drammaturgia scenica mostra la figura di Pirandello attraverso le parole dei suoi personaggi che ritroviamo nella narrativa, nella poesia e nel teatro: da Il fu Mattia Pascal al Padre dei Sei personaggi, dall’Enrico IV a Laudisi del Così è (se vi pare) e a Leone Gala de Il giuoco delle parti, fino a L’uomo dal fiore in bocca. I temi dell’amore, della follia, della morte e del tragico emergono dall’inconscio dei diversi protagonisti delle sue opere e trovano spazio anche in una realtà sempre attuale. Infine, la scena così come la vita non conclude e Pirandello ne è la metafora più viva, come testimoniano I giganti della montagna e l’incontro fra Ilse e Cotrone vicino all’olivo saraceno, dove tutto ebbe inizio, ma non una fine.
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Giuseppe Pambieri