Documentario: “Il padrone delle note: Josquin Desprez”
Un documentario dedicato al grande compositore belga che ha cambiato la musica del Rinascimento rivela scoperte inedite sul “Ritratto di musico” di Leonardo.
Vissuto tra il Quattrocento e il Cinquecento, Josquin Desprez è stato il più grande compositore musicale del Rinascimento prima di Palestrina e Lasso, e tra i più importanti nella storia della musica. Di origini franco-fiamminghe, precursore di Bach e maestro della polifonia, ha lavorato come musicista alla corte di due re di Francia, per due Papi a Roma e per gli Sforza a Milano (in particolare per Ludovico il Moro), imponendosi come la massima autorità musicale dell’epoca grazie al suo stile innovativo e geniale.
Il documentario di Marco Zarrelli dedicato al grande compositore, del quale il 27 agosto 2021 tutto il mondo ha celebrato il cinquecentesimo anniversario della morte, lo celebra ricordandone la vita trascorsa principalmente tra Francia e Italia, e le gesta artistiche che hanno lasciato un segno profondo nell’evoluzione musicale dei secoli successivi.
Il film presenta inoltre al mondo della cultura e dell’arte sorprendenti rivelazioni, a cominciare dall’interpretazione del simbolismo del “Ritratto di Musico” di Leonardo da Vinci. Una complessa e appassionante indagine condotta con criteri rigorosamente filologici basati sull’analisi dell’opera originale e dell’immagine ad altissima definizione fornita da Haltadefinizione su concessione della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, che ha permesso di indagare minuziosamente particolari quasi impercettibili a occhio nudo. L’analisi condotta identifica il personaggio leonardesco in Josquin Desprez.
Se dei contemporanei di Josquin abbiamo lettere e testimonianze dirette, le tracce documentate del compositore rimangono sorprendentemente scarse.
Tra le rarità archivistiche che gettano luce sulla sua esistenza, spiccano le lettere conservate presso l’Archivio di Stato di Modena. In particolare, una lettera datata 2 settembre 1502, scritta da Gian de Artiganova a Ercole d’Este, Duca di Ferrara, menziona “Josquin”. Inoltre, un elenco dei musicisti al servizio del Duca di Ferrara datato 3 luglio 1503, conferisce ulteriori dettagli sulla presenza di Josquin nell’ambiente musicale dell’epoca. Questi preziosi documenti sono stati inclusi nel film grazie alla generosa concessione dell’Archivio di Stato di Modena.
Presentato a luglio in anteprima in Vaticano, il 10 ottobre il documentario “Il padrone delle note: Josquin Desprez” farà tappa a Modena, al cinema Raffaello.
In concomitanza con questa straordinaria proiezione, dal 10 al 13 ottobre 2023, l’Archivio di Stato di Modena aprirà le porte della Direzione dove i visitatori avranno l’opportunità di ammirare due registri e tre preziose lettere legate a Josquin Desprez. Sarà possibile visionare i documenti esposti ogni mattina, un’occasione unica per immergersi nella storia e nella musica di questo straordinario compositore.
Dopo Modena, “Il padrone delle note: Josquin Desprez” verrà proiettato a Milano, Bergamo, Torino, Venezia, Roma, Genova, L’Aquila, Vicenza, Firenze e Napoli.
L’intera programmazione è disponibile online
https://mescalitofilm.com/produzione/il-padrone-delle-note-josquin-desprez/
Il film rappresenta un’opportunità unica per esplorare la figura di Josquin Desprez e assistere alla prima mondiale dell’esecuzione di una sua composizione dalla cantoria della Cappella Sistina. Un privilegio mai concesso fino a oggi, che permette di ammirare la Cappella Sistina da un’angolazione completamente inedita, sperimentando l’acustica originale di questo luogo straordinario.
Il brano eseguito in Sistina, magistralmente interpretato dai selezionati membri dell’acclamato ensemble De Labyrintho, sotto la direzione del Maestro Walter Testolin, è solo una parte di un ricchissimo programma musicale, eseguito in presa diretta appositamente per il film nell’incantevole scenario dell’Abbazia di Farfa.
Un affascinante viaggio nel Rinascimento che sfrutta un imponente archivio di immagini d’epoca ad altissima risoluzione per un’esperienza realmente “immersiva”, come molto raramente è dato vedere in un documentario.