“Even more beautiful skepticism”: sound performance di Keiji Haino
Domenica 21 aprile 2024 alle ore 19 Xing presenta “Even More Beautiful Skepticism”, sound performance del musicista giapponese Keiji Haino per voce, chitarra elettrica ed elettronica (unica data italiana). L’appuntamento è un nuovo Hole che si localizza a Bologna nello spazio della Ex GAM, in Piazza Costituzione 3.
Even More Beautiful Skepticism è il titolo che Keiji Haino ha voluto dare a questo ritorno a Bologna (chi c’era se la ricorda quella notte del 29 gennaio 2009 a Netmage festival, con le onde sonore che pattinavano in una città deserta e ghiacciata, dal salone di Palazzo Re Enzo fino alla stazione centrale). Keiji Haino è un’icona della contro-cultura sonora giapponese, una figura radicale a cui più di qualsiasi altro musicista connazionale si addice il neologismo japanoise. Il temperamento espressivo di Haino ha a che fare con i primi passi compiuti in ambito artistico, quando nei tardi anni Sessanta, si misurava con il Teatro della Crudeltà di Antonin Artaud. Ogni suo live è una session cruda e viscerale, frutto di improvvisazione e manifestazione delle sue visioni allucinate dal quale non si sa mai che cosa attendersi. Un muro del suono attraversato da attimi di poesia. Haino stesso considera del resto ogni strumento “un’arma per esprimersi”, e imbracciando la chitarra si avventura in audaci esplorazioni del rumore elettrico. Dietro gli occhiali scuri, i vestiti neri e la lunga chioma di capelli bianchi, si nasconde un evocatore di apocalissi capace di immerge in una dimensione catartica provocata da un’esplorazione sonora estrema. “Mi considero come un oracolo, un profeta, un danzatore, che sul palco mette in atto dei rituali. L’obiettivo è comunicare, attraverso diversi canali: la voce, la chitarra, il corpo, gli strumenti elettronici. La performance è una forma di comunicazione che nasce dal processo di stimoli che provengono dall’interno, dall’esterno e da lontano. È il raggiungimento di quello che definisco: the deepest point of now”, ossia come interrompere la continuità temporale e spaziale facendo transitare, anzi letteralmente “spingendo nel presente”, memorie provenienti da altre epoche e contesti. Questo pensiero che si fa azione ci restituisce l’immediatezza del corpo di Keiji Haino performer, che può esplodere o implodere in movimenti repentini e imperscrutabili.
Keiji Haino, musicista giapponese classe 1952, è senza dubbio uno degli artisti più affascinanti ed influenti del panorama sperimentale contemporaneo. Si avvicina alla musica dopo aver sentito la canzone When the music’s over dei Doors, che lo sconvolge. Misteriosa figura attorno alla quale gravita tutta la scena del rock psichedelico e noise giapponese, esordisce nel 1970 con il leggendario gruppo noise-rock Lost Aaraff e raggiunge la notorietà col trio Fushitsusha. L’approdo alla carriera solista con l’album Watashi Dake/Only me (1981) segna una tappa fondamentale: con voce e chitarra dà vita ad improvvisazioni dalla devastante profondità emozionale. Con alle spalle quasi 50 anni di carriera Haino esplora la musica contemporanea offrendo performance in cui la riscoperta del suono investe qualsiasi tipo di strumento, sia esso chitarra, voce, batteria o electronics. Suona anche strumenti a percussione, sintetizzatori, la ghironda e altri strumenti della tradizione popolare. Con Haino la tradizione del noise giapponese si mescola a quella del blues e del free jazz, creando un genere nuovo ed inimitabile. Ma non disdegna hits del pop giapponese, il beat anni ’60 e canzoni per bambini, reinterpretati ‘così come dovrebbero essere suonati’. Ha collaborato, fra gli altri, con i Tatsuya Yoshida/Ruins, Masami Akita/Merzbow, Z’EV, Tony Conrad, John Zorn, Thurston Moore, Peter Brötzmann, Fred Frith, Bill Laswell, Faust, Jim O’Rourke, Oren Ambarchi, e fra gli artisti visivi con Christian Marclay e Cameron Jamie, e pubblicato oltre 200 dischi e cd, esibendosi dal vivo più di 2.000 volte.
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Keiji Haino