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Festival e Premio Franco Enriquez 2024 - XX edizione

Festival e Premio Franco Enriquez 2024 – XX edizione

La XX edizione del Premio Nazionale Franco Enriquez – Città di Sirolo e Regione Marche, al Teatro Cortesi di Sirolo, vedrà in palcoscenico personaggi della cultura e dello spettacolo insegnati del riconoscimento.
Paolo Larici, direttore del Centro Studi internazionale per la Drammaturgia e del Premio Franco Enriquez, ha sottolineato l’importanza della rinascita del teatro che oggi «ha bisogno di essere divulgato con programmi adeguati su tutti i canali televisivi di stato e privati, perché solo in questo modo si può aiutare a far conoscere e diffondere una cultura teatrale. Nell’ambito scolastico credo – ha commentato Larici – sia giunto il momento di inserirlo come materia principale in ogni istituto, rientrando in un programma didattico formativo con una programmata frequentazione dei teatri e dei luoghi di spettacolo». Invece, nell’epoca dei social, l’esperienza del rito teatrale rimane un baluardo alla dispersione della relazionalità, un dono ribelle fatto di artisticità e umanità. Forse una delle ultime frontiere dell’intelligenza e della sensibilità umana. Ed è a teatro che si si può analizzare e studiare il nostro comportamento e i cambiamenti che una società subisce o provoca, e questa sua peculiarità lo rende necessario e immortale» e vicino al tessuto economico-sociale del nostro paese.

E dunque il premio andrà a Brunello Cucinelli (cat. Arte Cultura e Mestiere Sez. Grandi Personaggi e Filantropi).
«L’opera di Cucinelli si riassume in un concentrato di filantropia che ha il sapore di una rinascita dello spirito per un futuro luminoso dove, parafrasando Benedetto Croce, i valori ideali di pensiero, di bellezza, dignità morale vivono eterni… ».

A Geppy Gleijeses (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Grandi personaggi, Attori, Registi, Drammaturghi e Produttori) – Premio alla Carriera. «In questa cavalcata artistica non poteva farsi mancare il Cinema, con ben dodici film di cui una interpretazione memorabile in Così parlò Bellavista di Luciano De Crescenzo. Ha fondato e diretto il Teatro Acacia di Napoli, Il Teatro Nazionale di Milano, Il Teatro Stabile di Calabria; presidente e direttore artistico del Teatro Quirino-Vittorio Gassman. Nel 2021 ha fondato e dirige il Festival internazionale di Capri…».

Invece a Manuela Kurstermann (cat. Teatro Classico e Contemporaneo, Cinema e Tv Sez. Grandi Attrici e Direttrici Artistiche) il premio alla carriera. Kustermann è una «attrice simbolo del Teatro italiano e internazionale…. Accanto alle sue interpretazioni teatrali, sono numerose e significative anche le presenze televisive e radiofoniche».
Inoltre, a Luciano Violante (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Nuova Drammaturgia) – Premio per la drammaturgia per lo spettacolo Circe perché «la sua versione dei fatti, la versione di una donna imprigionata dal volere altrui che cerca di liberarsi dai vincoli patriarcali».

A Viola Graziosi (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice) per l’interprete-protagonista nello spettacolo Circe di Luciano Violante con la regia di Giuseppe Dipasquale. «Una regia scenografica e una scenografia registica quella di Dipasquale che compenetrate affrontano il testo illuminante di Violante e ci offrono uno sguardo caleidoscopico che ci rimanda ad un linguaggio cinematografico, all’immagine inconscia e metafisica…».

E poi a Giuseppe Dipasquale (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Regia e Scenografia) per lo stesso spettacolo. Il nuovo direttore di Marche Teatro (Teatro di rilevante interesse culturale), ci offre «uno sguardo caleidoscopico che ci rimanda ad un linguaggio cinematografico, all’immagine inconscia e metafisica. Circe è parte di un mondo fluido, Circe tra mito e realtà; prigioniera del suo abito crisalide e del suo stesso incantamento che le impedisce la piena libertà: ricca di rimandi iconografici da Bottazzi a Waterhouse in una sinergia tra mitologia e lirismo, il percorso di una donna alla ricerca dell’essenza dell’essere».

Premio a Luca Micheletti (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior attore protagonista) per la sua interpretazione nello spettacolo Il Misantropo di J. P. detto Molière diretto da Andrèe Ruth Shammah perché riesce a mostrare come «gli uomini vivono fra di loro. Dappertutto non trovo se non bassa adulazione, ingiustizia, avidità, inganni, frodi, birbonate; non resisto più, io scoppio e voglio gridare il mio schifo sul muso a tutta la razza umana».

A Paola Fresa (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice e Autrice) nello spettacolo P come Penelope di /con Paola Fresa con la seguente motivazione: «Fresa ci racconta di una donna che è figlia di un padre che forse voleva ucciderla, … l’illusione di un interesse paterno che non c’è… ».

A Micol Pambieri (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice) nello spettacolo Edipo a Colono di Sofocle regia di Giuseppe Argirò. L’attrice «nei panni di Antigone ci restituisce i versi del mito e la poesia di Sofocle, in una accorata difesa dei principi umani, suffragati da una sincera commozione per la sorte di un padre vittima del fato, un uomo che chiede rispetto e asilo, solidarietà e accoglienza, la vera ancora di salvezza e riscatto per ogni società civile».

A Silvia Siravo (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior interprete) nello spettacolo Giorgia di Silvia Siravo L’Amori Rubati di Dacia Maraini con la motivazione: l’attrice «ci consegna una grande prova… una prova di impegno civile che solo il teatro può regalare…. Una denuncia chiara e forte contro gli effetti di uno stupro che annichilisce non solo il corpo ma anche la mente, e che mette la vittima in conflitto con il suo doppio di fronte all’accettazione di se stessa».

A Carlotta Proietti (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior interprete) per lo spettacolo La concessione del telefono di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale di regia dello stesso Giuseppe Dipasquale. Nella rappresentazione è «indiscutibilmente vitale nel suo essere intricato e intrigante, nei suoi ritmi vorticosi colorati da un siciliano stretto e avvolgente, così tonico e sonoro da trascinare anche quando sembra nascondere il significato delle parole. Sulla scena oltre ad Alessio Vassallo, primeggia indiscussa l’attrice Carlotta Proietti, capace di poliedrici mutamenti in una interpretazione carica di personalità e informale umorismo…».

A Vinicio Argirò (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Attore) interprete di Edipo a colono di Sofocle con Giuseppe Pambieri diretto da Giuseppe Argirò. Il regista si è distinto «per maturità e compostezza espressiva, una presenza scenica che si fa riconoscere, confluendo armoniosamente in una coralità di gruppo davvero notevole…».

Invece, a Chiara Salvucci (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice) protagonista nello spettacolo Otello di Shakespeare – drammaturgia e regia di Corrado D’Elia con la seguente motivazione «La protagonista Desdemona è interpretata da una splendida e magnetica Chiara Salvucci che attira su di sé, tutto il peso della tragedia, con una eleganza e una leggerezza che incanta come quel fazzoletto perduto, pretestuoso messaggero di morte».

E ancora Alberto Onofrietti (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Attori protagonisti) nello spettacolo La Storia (tratta dal romanzo) di Elsa Morante; drammaturgia di Marco Archetti e regia di Fausto Cabra. L’umanità custodita «all’interno di questo capolavoro che mette in luce due parti di una stessa medaglia in tempo di guerra e di pace; una coraggiosa interpretazione e celebrazione della vita in tempo di morte e della morte durante la vita».

A Giuseppe Marini (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Regia) per lo spettacolo La Morte della Pizia. La rappresentazione «…è un piccolo capolavoro di ingegno e ironia di Frederich Dürrenmatt … che riesce mirabilmente a conservare la leggerezza del testo e nello stesso tempo la sua complessità».

Anche Giuseppe Argirò (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Drammaturgia e Regia) per lo spettacolo Centomila, Uno e nessuno. Giuseppe Argirò compie un «viaggio ironico e profondo nel mondo pirandelliano, un ritratto inedito attraverso le figure più significative della sua vita, delle sue opere e del suo pensiero… [dove si trovano] tutte le sfaccettature dell’uomo pirandelliano, la sua autenticità sospesa tra il surreale e il faceto che ne determina la grandezza intuitiva e il racconto drammaturgico, meravigliosa e leggiadra l’interpretazione di Giuseppe Pambieri».

A Federico Grassi e Alberto Oliva (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Direzione Artistica e regia) per la direzione artistica della stagione di Prosa 23/24 del Teatro Sociale «Delia Cajelli» di Busto Arsizio e per la regia di Baruffe, Sottane e Zecchini la vita in commedia di Carlo Goldoni. «Una particolare menzione alla produzione e all’allestimento di questo interessante spettacolo … Bravi tutti gli interpreti a partire dallo stesso Federico Grassi nel ruolo di Goldoni, vogliamo menzionare: Claudia Donadoni, Gustavo Volpe, Silvia Giulia Mendola, Gea Rambelli».

A Franco Giuffrè (cat. Cinema d’Autore Sez. Miglior Regia) per il lungometraggio Amleto è mio fratello che «…ci coinvolge in una follia collettiva che porta quattro diversamente abili ad una fuga in pulmino alla volta del teatro San Ferdinando di Napoli, dove è stato organizzato un provino per compagnie per l’allestimento di Amleto».

Al Teatro Basilica di Roma (cat. Teatri e luoghi di spettacolo Sez. Programmazione e Nuovi Linguaggi) per la Direzione Artistica a Daniela Giovanetti che ha dimostrato «Una particolare attenzione rivolta alla scrittura drammaturgica che di questo teatro è il punto di partenza e di arrivo, senza la scrittura i pensieri non hanno memoria, la drammaturgia è il sale del teatro. Il nostro plauso per la direzione artistica a Daniela Giovannetti e Alessandro Di Murro».

A Federica Luna Vincenti (cat. Teatro, Cinema e tv Sez. Attrici, Produttori e Compositori) cui non possiamo elencare tutti i suoi numerosi e personali successi, «ma vogliamo ricordare la sua creatura più preziosa: La Goldenart Production, impresa di produzione, centro sinergico di multiformi arti sceniche, in collaborazione con Michele Placido che ne cura il lato artistico e una squadra di straordinari collaboratori, attraverso la quale ogni giorno la Vincenti ci dimostra le sue grandi doti manageriali, il suo grande intuito femminile, la sua grande sensibilità».
A Pino Strabioli e Fabio Masi (cat. Cinema Contemporaneo Sez. Documentari o Docufilm) per il Docufilm dal titolo Via Sicilia 57-59. “Il Teatro è vita” nell’anniversario dei cento anni dalla nascita di Giorgio Albertazzi. Nella pellicola, i due registi riescono a fare emergere «il disincanto e le speranze di un grande attore come Giorgio Albertazzi, il racconto di una vita vissuta attraverso le vesti di tanti personaggi e le speranze di alcuni giovani attori che progettano il loro domani artistico… Un pensiero va anche a Franco Enriquez che di Albertazzi era un fratello acquisito e che ai teatri di Roma e agli spazi alternativi della capitale e a molti altri teatri italiani, diede vigore e slancio…».

A Matteo Mancuso (cat. Musica classica, Jazz e Contaminazione Sez. Grandi interpreti) per l’album The Journey primo album di inediti del 2023. «The Journey” è un … [lavoro] affinato e maturo che mette in risalto le sue doti creative ed esalta il suo genio espressivo, al servizio di una esecuzione mai ostentata ma sapientemente dosata e unica”.

A Giovanni Nuti e Grazia Di Michele (cat. Canzone d’autore Sez. Miglior Album) per l’album “Una storia d’Amor” – omaggio a Luigi Tenco e Dalidà. L’album è un omaggio «alla memoria di chi voleva essere conosciuto attraverso le sue canzoni; …[ma è] un punto di partenza e di arrivo per chi ama la poesia e la canzone d’autore e l’arte dell’interpretazione, grazie per averci restituito la genuinità della loro musica e la profondità della loro lirica».

Infine, un riconoscimento è particolare è andato all’Archivio Basaglia (cat. Conquiste sociali e rivoluzioni culturali Sez. Archivi e Biblioteche di impegno sociale e civile) alla memoria di Franco Basaglia nel Centenario della nascita (1924-2024) affinché si ricordi «…l’opera di questo straordinario uomo e psichiatra attraverso l’esistenza dell’Archivio Basaglia e delle testimonianze artistiche, letterarie, cinematografiche e teatrali che ne rievocano l’opera e la grande conquista sociale e civile». E Alla rivista «Hystrio» (cat. Editoria e Informazione teatrale Sez. Riviste, Giornali e Collane) che rappresenta un « “farmaco” salvavita che protegge e cura…. » il teatro.

Immagine in evidenza
Manuela Kustermann

The event is finished.

Data

30 Ago 2024
Expired!

Ora

21:00

Luogo

SIROLO (ANCONA) - TEATRO CORTESI
Piazza Franco Enriquez, 4, 60020 Sirolo
Categoria