Giochi d’artificio. Installazioni sulla moda e riproduzioni di abiti dal XIX al XX Secolo
Giochi d’artificio è una mostra-percorso di Alessandro Ubezio che si snoda attraverso cinque sale, vasi comunicanti che contengono ambientazionisuggestive e installazioni tessili; è un racconto fatto di trame e orditi che intrecciano la storia della moda con ricreazioni di abiti ed omaggi a stilisti del passato.
Un continuo dialogo tra autentico e ricostruito in un caleidoscopio di tecnicismi e suggestioni.
Dal celebre cappello-scarpa ideato da Salvador Dalì e realizzato da Elsa Schiaparelli airitratti degli abiti, visti dalla lente del fotografo Pietro Baroni, in un sorprendente gioco di interpretazione e decontestualizzazione del soggetto.
Gli abiti restano sospesi nel tempo e nello spazio, inseriti in ambienti che svelano e celano dettagli tra luci e ombre.
Alessandro Ubezio, Busto Arsizio, 1978. Diplomato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, lavora per una importante azienda di moda italiana. Durante gli anni accademici inizia ad appassionarsi alla storia del costume sotto la guida della costumista e scenografa Luisa Spinatelli. Il suo studio si sofferma su un periodo storico che va dall’inizio del XIX Secolo agli albori del XX Secolo. Dalla linea impero e l’idea di libertà del corpo, fino agli anni ‘30 del Secolo scorso, con il nuovo archetipo di donna slanciata e dall’abito aderente. Il suo studio ha l’obiettivo di ricreare manufatti che possano ricordare, nelle fogge e nell’usura, gli abiti autentici senza però debordare nel teatrale o nel vistosamente artefatto. La ricerca è effettuata prediligendo l’ideazione rispetto alla riproduzione di abiti esistenti. Solo in alcuni casi è evidente l’ispirazione a creatori di moda iconici del passato. Tali omaggi ne interpretano i canoni e il gusto, ma senza sfociare nella copia.