Gli ospedali storici svelano i loro tesori di arte e storia
Gli ospedali si svelano al pubblico sotto una veste meno conosciuta: come luogo d’arte, storia e cultura. Accade domenica 13 ottobre per la terza giornata nazionale degli Ospedali storici italiani, organizzata da ACOSI Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani insieme alle varie realtà che, come la Fondazione Santa Maria Nuova, valorizzano il patrimonio storico-artistico delle strutture sanitarie, organizzando visite guidate gratuite.
A Firenze apriranno le porte il percorso museale dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, il parco dell’ex Ospedale psichiatrico di San Salvi e la Biblioteca Chiarugi, a Figline Valdarno la Spezieria dell’Ospedale Serristori, a Prato l’ex Ospedale “Misericordia e Dolce”, a Pistoia l’Ospedale del Ceppo.
A Firenze all’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze (piazza Santa Maria Nuova, 1) è in programma alle 10 la conferenza “Assistenza e Carità a Firenze: l’Ospedale di Santa Maria Nuova e la città” con Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova e Donatella Lippi, professoressa di Storia della Medicina e Medical Humanities dell’Università degli Studi di Firenze. Alle 11 si terrà un concerto a cura del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze nella Chiesa di Sant’Egidio e dalle 10 alle 12 si svolgeranno le visite guidate (massimo 15 partecipanti per turno, durata 50 minuti).
Nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Salvi (Via di San Salvi, 12) alle 10 ci sarà la passeggiata “C’era una volta… il manicomio” Affabulazione itinerante di e con Claudio Ascoli in collaborazione con la compagnia Chille De La Balanza (massimo 40 partecipanti, durata 90 minuti), mentre alla Biblioteca Chiarugi, all’interno del parco (Via di San Salvi, 12, Palazzina 25) alle ore 11:30 è prevista una visita guidata (massimo 20 partecipanti, durata 90 minuti).
A Figline Valdarno l’Ospedale Serristori mostra al pubblico l’Antica Spezieria, recentemente restaurata grazie al contributo della Fondazione Santa Maria Nuova, con visita guidata alle 10 (massimo 20 partecipanti, durata 70 minuti).
A Prato verrà aperto eccezionalmente l’Ospedale Misericordia e Dolce (Piazza Ospedale, 5), dove verrà fatta una visita guidate alle 10 (massimo 40 partecipanti, durata 2 ore).
A Pistoia l’Ospedale del Ceppo (Piazza Papa Giovanni XXIII, 14), propone ingresso libero dalle 10 alle 18 al Museo e alle 11 e alle 15 visite guidate al Museo e al Teatro anatomico) a cura dei Musei Civici di Pistoia (massimo 25 partecipanti per turno, durata 90 minuti).
La prenotazione è obbligatoria per tutti gli eventi: deve essere effettuata entro venerdì 11 ottobre specificando numero e nominativo dei partecipanti, almeno un recapito telefonico ed il turno di preferenza:
info@fondazionesantamarianuova.it; 055 6938688 o 055 6938630 (lunedì-venerdì in orario 9-14).
Ospedale Santa Maria Nuova
L’Arcispedale di Santa Maria Nuova è uno dei più antichi ospedali al mondo ancora in attività. Fondato nel 1288 da Folco Portinari, padre di Beatrice celebrata da Dante Alighieri, nel corso dei secoli ha rappresentato per Firenze il principale luogo di cura e assistenza. Nell’Ospedale operano da 700 anni le suore oblate ospedaliere, fondate da Mona Tessa nel 1301. Il mondo della devozione e della preghiera delle oblate, degli spedalinghi e l’attuale vita liturgica hanno perno nella Chiesa di Sant’Egidio, anch’essa proprietà dell’Ospedale.
ll patrimonio storico artistico è articolato in un percorso museale, che comprende ritratti di Spedalinghi, dipinti tra XVI e XVII sec., un affresco strappato raffigurante la “Conferma della regola agli Spedalinghi da parte di Martino V”, opera di Gherardo di Giovanni del Fora (sec. XV), e numerose altre opere di autori come Bicci di Lorenzo, Andrea della Robbia, Giovanni Battista Paggi, Alessandro Allori, Giambologna, Volterrano, Bernardo Buontalenti, Pomarancio ed altri.
San Salvi
Nel 1891 l’inaugurazione dell’ospedale psichiatrico di San Salvi, intitolato dal 1924 a Vincenzo Chiarugi, pioniere della psichiatria moderna: alla base c’era l’idea innovativa di Chiarugi per cui il folle doveva vivere in un ambiente ordinato che si opponesse alla malattia mentale intesa come “disordine delle passioni”. Il villaggio, con un parco alberato chiuso dal muro di cinta, ospitava le strutture ospedaliere, la direzione e i servizi, i padiglioni dei malati, officine, spazi per le attività ricreative e una colonia agricola. Nel 1978 è iniziata la chiusura del manicomio, conclusasi nel 1998. Alcuni edifici hanno trovato nuova destinazione, mentre in altri l’Azienda Usl Toscana, ha mantenuto presidi sanitari.
Antica Spezieria Ospedale Serristori
La farmacia dello Spedale, fondato nel 1399 da Ser Ristoro di Iacopo Serristori, nacque nella prima metà del Cinquecento e fu rinnovata una prima volta nel 1724. La bottega era fornita delle più diverse sostanze e materie preziose, qui potevano servirsi i malati per le erbe officinali ed i composti, ma anche i pittori per i colori e le signore per i cosmetici.
È detta anche “Sala Rossa”. Conserva una collezione di vasi in maiolica esempio della ceramica di Montelupo, in un arco cronologico che va dagli inizi del Seicento alla seconda metà inoltrata del secolo. Una parte dei vasi è infatti caratterizzata dai tratti stilistici delle botteghe di Montelupo – motivi a ramages, a palmetta evoluta, a foglie o “alla raffaellesca” e fu acquistata da spezierie fiorentine che vendevano contestualmente medicamento e vaso (di San Marco e Santa Maria Novella). Un secondo gruppo, prodotto sempre a Montelupo, si contraddistingue per la presenza dello stemma Serristori. Per questi ultimi si tratta di vasi eseguiti con l’insediamento di una spezieria stabile presso l’ospedale, da cui derivò una personalizzazione della fornitura vascolare. Oltre ai vasi sono conservati corredo bicchieri, calici, fiaschi e bottiglie di varia fattura e la cosiddetta “nassa”, ampollina in vetro soffiato, di corpo cilindrico e piccolo collo destinata a contenere unguenti atti a evaporare. Di questa tipologia di ampolline si trovano diverse varianti.
Ospedale Misericordia e Dolce
Istituito nel 1545 dall’unificazione, voluta dal granduca Cosimo I Medici, dei due maggiori ospedali cittadini, L’Ospedale Misericordia e Dolce venne sottoposto al controllo del Comune di Prato. Il Comune amministrò l’ospedale fino alla fine del sec. XVI quando il governo passò ai Capitani dell’Ospedale di Santa Maria del Bigallo di Firenze. L’ospedale continuò le attività di assistenza agli infermi e di accoglienza ai bambini abbandonati che era stata propria dei due più antichi istituti. Nel 1788 Pietro Leopoldo, dopo aver assegnato all’ente le rendite del soppresso monastero di Santa Caterina di Prato, ordinò che la giurisdizione sopra l’ospedale tornasse al Comune. Nel 1895, quando il fenomeno dell’abbandono aveva ormai assunto proporzioni meno drammatiche, l’ospedale cessò l’attività di orfanotrofio, raccolta da altri istituti cittadini.
Ospedale del Ceppo
Fondato secondo la tradizione nel 1277, ha svolto funzioni sanitarie per ben oltre sette secoli di storia, fino al completamento del nuovo ospedale San Jacopo, a sud della città, nel 2013.
Entrando nell’antico ospedale, il percorso museale ne illustra le vicende storiche, architettoniche e artistiche, riservando una specifica sezione di approfondimento al fregio robbiano in terracotta invetriata policroma, che si snoda al di sopra del loggiato esterno, capolavoro della scultura rinascimentale, fra le opere più note ed emblematiche di Pistoia.
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Chiesa di S. Egidio Ospedale di Santa Maria Nuova