“Il malato immaginario”, riadattato e diretto da Riccardo Rombi
Sabato 27 aprile alle ore 21 prosegue la seconda edizione di “Extra Teatro Festival” al Teatro Comunale L. Bonaparte di Canino con un grande classico teatrale per ragazzi e adulti, la commedia “Il malato immaginario” di Molière, riadattato e diretto da Riccardo Rombi, una produzione della compagnia Catalyst di Firenze. Ad aprire la serata tornano le coreografie di Loredana Parrella e Yoris Petrillo con la breve pièce “Frammenti”.
“Il malato immaginario” di Riccardo Rombi è il primo capitolo di una trilogia intitolata “L’umano ritrovato”, dedicata a Molière. La feroce e disillusa comicità del drammaturgo francese si presenta al pubblico nelle fattezze di un uomo dai tratti contemporanei, alle prese con un quotidiano che allora come oggi appare martoriato e, per tanti aspetti, ridicolo. Si ride. Si deve ridere sempre, di tutto. Dei sotterfugi degli innamorati, di notai poco scaltri ma servizievoli, di mogli più inclini al tradimento che alle gioie coniugali, di dottori specializzati nella finanza più che nelle diagnosi, in malati affetti dalla paura di vivere. In un susseguirsi incessante di botta e risposta, in cui le ragioni e le irragionevolezze dei personaggi danno vita ad un dibattito a tratti surreale, a tratti grottesco, emergono importanti riflessioni sulle relazioni familiari, sulla vita, sulle priorità dell’essere umano e sull’importanza del raziocinio e del buonsenso. Una critica alla religione della scienza e alle contraddizioni della società, che attraverso il teatro stimola un dialogo sempre attuale di nuovi interrogativi. L’energia e la forza della nuova produzione di Catalyst sono il frutto di un intenso lavoro del cast, in buona parte under 35, composto dagli attori Riccardo Rombi, Giovanni Negri, Giorgia Calandrini, Dafne Tinti, Marco Mangiantini e dal musicista Gabriele Savarese.
In apertura, una nuova elegante riflessione artistica firmata da Loredana Parrella per Twain physical dance theatre. “Frammenti”, ispirato a un racconto di Frederick Brown, mette in evidenza quanto sia arbitrario il confine tra noi e gli altri. L’Altro sembra un “mostro” perché non ci si sforza di capirlo: ma a guardar bene sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono, fatichiamo a capirlo perché ciascuno di noi si chiude nel suo mondo e comincia a odiare ciò che è “altro” da sé. Riflettendo su questo, ogni guerra diventa assurda e inutile. In scena, Yoris Petrillo e Caroline Loiseau danno corpo ed espressione a una fenomenologia dei rapporti.
Una produzione Twain Centro Produzione Danza, con il contributo di Ministero della Cultura e Regione Lazio.