Incontro con Mariarosa Mancuso: “Via col vento – dal libro al film: una storia politicamente scorretta”
Prosegue la rassegna “Il bello dell’Orrido”, incontri con gli autori sul tema-ossimoro del titolo, a cura di Armando Besio e promossa dal Comune di Bellano.
Negli ultimi anni Bellano ha intrapreso un percorso di rinnovamento che lo ha trasformato in un nuovo polo culturale del lago di Como, richiamando non solo escursionisti e turisti, ma anche appassionati della cultura e dell’arte: accanto ai riconoscimenti come uno dei “Borghi più belli d’Italia” e di “Bandiera arancione del Touring”, ha infatti ricevuto la qualifica di “Città che legge” dal Ministero per i Beni e le Attività culturali proprio per le politiche territoriali di promozione della lettura come valore riconosciuto e condiviso.
In questo solco, dunque, proseguono gli appuntamenti a cadenza mensile – ideati da Armando Besio in collaborazione con il Comune di Bellano – che con il titolo “Il bello dell’Orrido” collegano il senso di stupore e meraviglia suscitato dalle spelonche create dal fiume Pioverna a quello del “sublime”. Prima dell’incontro in calendario, è possibile prenotarsi alle visite guidate ai siti culturali di Bellano e alle mostre in corso.
Titolo dell’incontro di sabato 26 febbraio è “Via col vento – dal libro al film: una storia politicamente scorretta” e il punto di partenza è il capolavoro letterario con cui Margareth Mitchell vinse il premio Pulitzer nel 1937 e da cui fu tratto nel 1939 l’omonimo film diretto da Victor Fleming, vincitore di ben 8 Premi Oscar, con Vivien Leigh e Clark Gable. Mariarosa Mancuso, scrittrice, giornalista (da anni l’uscita su Il Foglio della pagina “Nuovo Cinema Mancuso” a sua firma – dedicata alle recensioni di film in uscita – è letta da appassionati di cinema e non) firma la prefazione della nuova edizione Neri Pozza. Ed evidenzia l’attacco polemico che si è scatenato in Usa nel giugno del 2020, quando la HBO lo ha cancellato dalla library dei film in streaming sulla piattaforma – seguito poi da altre – perché “sarebbe irresponsabile mantenerlo così, senza denunciarne il razzismo”.
Il film è colpevole di dare visioni troppo stereotipate dei personaggi di colore, e di celebrare il modello schiavista degli Stati dell’America del Sud. La censura è rientrata e il film è riapparso tempo dopo, con una spiegazione iniziale, un inquadramento sul suo contesto storico – le circostanze in cui fu girato, Hollywood e l’America nel 1939 erano ancora razziste – e un invito ad approfondire il movimento “Black Lives Matter” prima della visione del film. Anche la nuova traduzione (integrale, questa volta) della recente edizione di Neri Pozza di Annamaria Biavasco e Valentina Guani è molto diversa da quella fatta nel 1937: le traduttrici hanno lasciato in originale i nomi di personaggi, istituzioni e toponimi, hanno svecchiato il linguaggio e hanno introdotto un cambiamento radicale riguardo agli schiavi neri. L’atteggiamento è cambiato – non solo in Usa – così come le parole con cui se ne parla: nella nuova traduzione l’evoluzione linguistica e la sensibilità odierna sono rispettate.
Certo è che Margaret Mitchell ha saputo raccontare quel mondo del Sud al tramonto, con gli abiti meravigliosi, le feste, l’onore, le contraddizioni, la frustrazione della confitta subita dai nordisti e la tragedia della guerra civile. Il suo è un racconto storico e corale, oltre che un intreccio perfetto di personaggi indimenticabili, mentre – sottolinea la Mancuso – il film ha una eroina-protagonista, ed ha gli occhi verdi di Vivien Leigh. Certo, è difficile leggere il romanzo senza pensare alla versione cinematografica, assai più centrata sulla figura di Scarlett, della quale nel film emerge soprattutto la cocciutaggine, lo spirito ribelle, l’amore per la terra. Il film è certamente indimenticabile, ma il romanzo un capolavoro.
PROGRAMMA VISITE PER SABATO 26 FEBBRAIO
Sabato 26 febbraio, prima dell’incontro con Mariarosa Mancuso (ore 18.30), è possibile prenotare la visita guidata alla Chiesa di San Rocco (che ospita due pale d’altare di Giancarlo Vitali) e alla chiesa di San Nazaro e Celso; segue la visita alle due mostre “L’Italia è un giardino” – allestita nello spazio Circolo – e “Le forme del tempo” di Giancarlo Vitali, nello spazio adiacente sede degli ArchiviVitali.
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Incontro con ingresso gratuito
Inizio visita guidata alle 16:30 in piazza San Giorgio
Si ricorda che per partecipare all’evento in presenza è necessario il super Green Pass. I posti disponibili sono limitati.
Per partecipare all’incontro, si prega di mandare una email a: archivivitali@gmail.org
Per informazioni: archivivitali.org
La rassegna
“Il bello dell’Orrido” è una rassegna culturale a cura di Armando Besio, nata nel 2019, sulla suggestione data dalla gola profonda – scavata dal fiume Pioverna – che rappresenta a Bellano un’attrazione naturale: l’orrido è circondato dall’alone di mistero delle rocce ripide e dalla bellezza naturale e selvaggia del luogo, vera “calamita” per il visitatore di ieri e di oggi. Allo stesso modo, scrittori e artisti da sempre sono stati affascinati dalle acque tumultuose del fiume che nel corso dei secoli hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche, complice il cupo rimbombo delle acque e dalle vertiginose pareti di roccia. Il paesaggio naturale di Bellano ben si lega dunque al concetto artistico di “sublime”: proprio per raccontare questo senso di stupore e inquietudine con diverse angolature, gli incontri hanno avuto nomi di eccellenza in campi diversi: Marco Belpoliti, Maurizio Bono, Mario Botta, Giordano Bruno Guerri, Gioele Dix, Edoardo Erba, Chiara Gatti, Andrea Kerbaker. Il pubblico si è sempre più appassionato, tanto che gli incontri sono proseguiti on line nel periodo più difficile (con Severino Salvemini ed Emilio Isgrò).
Il curatore: Armando Besio
Genovese di nascita (1957), giornalista, si è laureato in Storia dell’Arte con il professor Corrado Maltese presso l’Università di Genova, è stato cronista del Secolo XIX, inviato speciale del Lavoro, caposervizio del Venerdì di Repubblica e delle pagine culturali milanesi di Repubblica. Collabora con Il Venerdì di Repubblica, la Milanesiana di Elisabetta Sgarbi, e il Circolo dei Lettori di Milano diretto da Laura Lepri. Ha ideato e dirige da 14 anni il festival “ZelbioCult – incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como”.