Incontro con Rachel Cusk: “Stuntman. L’artista e il suo doppio”
Palazzo Grassi – Punta della Dogana presenta un nuovo ciclo di incontri bi-annuali con importanti personalità del mondo della cultura internazionale che condividono un forte interesse per l’arte e che sono invitate a realizzare un contributo inedito a partire dalla riflessione su cosa sia e a cosa serva oggi l’arte, con le sue sfide e le sue contraddizioni.
La rassegna “Lo stato dell’arte” debutta con un incontro pubblico venerdì 2 dicembre alle ore 18:00 con una delle più interessanti autrici viventi in lingua inglese: Rachel Cusk (Saskatoon, Canada, 1967).
La rassegna, promossa da Palazzo Grassi e a cura di Barbara Carnevali, Directrice d’études in Filosofia presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi, mira a coinvolgere alcune delle più brillanti personalità intellettuali che si sono distinte in campi disciplinari molto diversi tra loro, chiamate a produrre un testo inedito che sarà pubblicato nella versione integrale in una collana dedicata da Marsilio Editori, Venezia, in collaborazione con Palazzo Grassi.
I protagonisti del ciclo, insieme a Barbara Carnevali, incontrano il pubblico del Teatrino di Palazzo Grassi per presentare la propria riflessione a partire dalle sfide, dalle promesse, dalle diverse questioni senza cui l’arte perde il suo significato.
Rachel Cusk, autrice di romanzi di grande successo come “Second place” (2022) e “Saving Agnes” (1993), oltre che di controversi scritti autobiografici sul matrimonio e il divorzio, erede della tradizione del romanzo modernista, di cui ha innovato le forme nel suo capolavoro, la trilogia “Outline” (2014-2018, tradotta in italiano da Einaudi con i titoli Resoconto, Transiti, Onori), è una delle figure più importanti della letteratura contemporanea. Il testo originale che presenterà a Venezia, “Stuntman: l’artista e il suo doppio”, affronta i temi della creazione artistica e del suo rapporto con il genere e la marginalità. Il racconto riflette sulla relazione tra realtà e finzione interpretata attraverso le metafore dello specchio, del “colpo” violento della realtà e del capovolgimento.
L’idea di questo ciclo di conferenze è duplice. Da un lato sottolineare la centralità dell’arte in quanto dimensione fondamentale del mondo contemporaneo, e proporre una prospettiva che ricomponga il più possibile la frattura tra il mondo dell’arte e il mondo della vita comune, quello in cui l’arte riguarda tutti, in quanto persone, attori sociali e cittadini. Dall’altro, proporre un discorso sull’arte che esca dai limiti tracciati da chi è già all’interno di quel contesto e possa rivolgersi a tutti, ribadendo una delle caratteristiche più affascinanti dell’arte: la sua capacità di parlare immediatamente a chiunque senza richiedere conoscenze pregresse o competenze specializzate.
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Rachel Cusk, foto Siemon Scamell-Katz (part.)