“La tragédie de Carmen” con Irene Molinari
“Profondamente femmina, spirito da guerriera e anche mamma. Nella mia testa è una specie di Beatrix, l’eroina del film Kill Bill di Tarantino, interpretata da Uma Thurman”.
Così il regista Alberto Barbi immagina la zingara Carmen come appare nella produzione della Lirica Tamagno – “La tragédie de Carmen” – che riprende la rilettura drammaturgica e musicale che Peter Brook fece del capolavoro di Bizet.
Per la verità, una Carmen mamma non esiste, ma moglie sì: in questa versione ricompare il marito della zingara, Garcìa, presente nella novella di Mérimée che ispirò Bizet, ma sparito nel libretto.
“La tragédie de Carmen” andrà in scena a Savigliano (Teatro Milanollo, venerdì 1° dicembre, alle 20, 45), con repliche a Venaria (Concordia, domenica 3 dicembre, alle 16) e Bra (Politeama, mercoledì 6 dicembre, alle 21) nella nuova edizione del Circuito Lirico Piemontese.
Barbi, torinese che ha diretto, oltre a opere come Tosca e la Traviata, anche molti musical in Italia e altri paesi europei, rivendica per Carmen “il diritto alla sensualità, con cui spaventa gli uomini che incontra, e che sarà all’origine della sua fine. Una fine violenta che lei stessa legge nelle carte, ma non per questo si tira indietro, fedele al ruolo che si è scelta. Quasi un Don Giovanni al femminile”.
Con una scenografia fatta di undici pannelli che delimitano la zona dove i personaggi si muovono, poche sedie e un tavolo in scena, Barbi segue fedelmente l’idea del regista inglese Brook di lavorare sugli spazi vuoti, che gli attori-cantanti riempiono con la loro presenza. “Il tema del femminicidio, quanto mai attuale, è rimarcato nella scena finale attraverso la modalità vigliacca con cui la protagonista viene uccisa – conclude Barbi -, accoltellata quasi alle spalle. Un gesto di rabbia di José per non riuscire a marcare il possesso su questa creatura talmente affascinante”.
La storia si dipana in maniera più veloce rispetto all’opera di Bizet, con soli quattro personaggi principali (Carmen, José, Micaela ed Escamillo) e senza cori e intermezzi. I musicisti dell’ensemble ridotto dell’orchestra Bartolomeo Bruni non saranno sul palco come previsto da Brook, che nella sua idea metteva la recitazione davanti alla musica: “Ma questo è il paese del bel canto – osserva il direttore Takahiro Maruyama, che ha già partecipato ad altri allestimenti dello spettacolo -: ci sta che i sentimenti di quattro personaggi molto diversi vengano espressi soprattutto dalla voce dei cantanti. E ovviamente che queste emozioni siano sottolineate dall’orchestra”.
Carmen – Irene Molinari;
Don Josè – Giuseppe Raimondo; Micaela – Maria Cristina Napoli;
Escamillo – Gangsoon Lee
Regia: Alberto Barbi
Direttore: Takahiro Maruyama
Orchestra: Bartolomeo Bruni
Produzione: Lirica Tamagno
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Irene Molinari