L’estate cinematografica 2024 a Bologna. La tradizione incontra le giovani passioni
di Francesca Piperis.
Partendo con la ventesima edizione del “Biografilm Festival” (7 – 17 Giugno), proseguendo con la trentottesima edizione del festival “Il Cinema Ritrovato” (22 – 30 Giugno) che si fonde per alcune sere alla rassegna “Sotto le stelle del cinema” (17 Giugno – 14 Agosto), la culla dei cinefili apre le porte, come ogni anno, alla stagione estiva.
Il susseguirsi di rassegne, pellicole e spettacoli riempie e orna la città emiliana per tre mesi, dando vita ad uno dei più significativi ed attesi momenti di raccolta per locali, studenti e turisti.
Rese possibili dal magistrale lavoro della fondazione Cineteca di Bologna, di cui Marco Bellocchio e Gian Luca Farinelli sono rispettivamente presidente e direttore, quelle del Cinema Ritrovato e delle Stelle del Cinema sono le rassegne più desiderate dell’anno.
Il progetto di restauro delle centinaia di pellicole che ogni anno vengono messe nelle mani di studenti, tirocinanti e volontari, dà vita a ciò che viene definito da molti “la magia del cinema a Bologna”. Una catena di montaggio in cui ogni anello è saldato all’altro dalla passione che lega ciascun partecipante a questo progetto.
Emblema di questa attività condivisa è stata la proiezione del cortometraggio, realizzato interamente dagli studenti del corso di Alta Formazione tenuto dalla Cineteca nell’anno corrente, che ha anticipato la visione della pellicolaBabylon (2022) di Damien Chazelle, lo scorso 30 Giugno.
Un susseguirsi di proiezioni, dalle più recenti come Illusions Perdues (Giannoli, 2021), Dune (Villeneuve, 2021), Everything Everywhere all at once (Kwan e Scheinert, 2022) ai veri e propri cult della cinematografia italiana e internazionale, come Morocco (1930) di Sternberg o, ancora, La Dolce Vita (1960) di Fellini, Lo squalo (1975) di Steven Spielberg, Paris, Texas (1984) di Wim Wenders, presente anche alla presentazione del film nella sera del 23 Giugno.
Una moltitudine di ospiti ha costellato sino ad ora (e continuerà a farlo nel prossimo mese) una delle piazze simbolo della città, creando inoltre una rete di visioni incrociate tra i cinema più rilevanti di Bologna, tra cui la recente apertura del Modernissimo, che ha regalato ancor più solennità all’edizione corrente. Quella che il nuovo cinema sotterraneo rappresenta è la perfetta fusione tra vecchie e nuove generazioni: la sua riapertura ha consentito a numerosi giovani di riscoprire una parte della storia della città quasi dimenticata e ha permesso un ulteriore avvicinamento della nuova generazione di cinefili ai grandi artisti del tempo, abbracciando il medesimo obiettivo dei due festival.
Un ultimo saluto alla città per i neo-laureati, una speranza per i laureandi, una vetrina per i nuovi giovani che fanno i primi passi nel mondo della cinepresa, una tradizione consolidata per i cittadini, un’esperienza immersiva per stranieri e turisti curiosi di conoscere in maniera più approfondita la storia di queste mura. Il cinema si fa baluardo della città, diviene il motivo di ritorno, un arrivederci, genera un legame indissolubile tra i portici e chi li ha vissuti, un elemento di incontro tra gli universitari e i luoghi che la passione per lo stesso ha permesso loro di conoscere.
Sin dai suoi albori, il grande schermo sfiora uno spettro emotivo talmente ampio e diversificato che permette, a chiunque si ritrovi davanti ad esso, di interiorizzare a modo suo immagini e suoni, diventando una di quelle infinite parti che ne faranno la storia. Il cinema nasce dalla collettività, è esso stesso collettività: il sentimento che si ripone nella stesura di una sceneggiatura, la fatica dietro la produzione o la restaurazione del film, l’impegno che permette la distribuzione e il successo della pellicola.
«Penso che la storia del cinema sia una storia di morte e rinascita, continuerà a morire e rinascere per sempre» citando il premio oscar Damien Chazelle, il cinema sopravvive, trova modi sempre nuovi di raccontarsi e raccontare le storie di chi lo fa proprio, ha l’enorme capacità di unificare i popoli, di descriverne le storie, sempre nuove, sempre diverse, permettendo ugualmente a ciascuno spettatore di identificarsi in ogni singolo fotogramma. Questo è ciò che, seppur in parte, riesce a realizzare la città di Bologna nei mesi che vanno da Giugno ad Agosto, anno dopo anno, proiezione dopo proiezione, onorando quell’immenso colosso che la memoria cinematografica rappresenta.
Francesca Piperis
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