Letture da antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
“Letture da antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters” è un percorso che si snoda svelando i legami intrinseci e le assonanze più o meno celate tra alcune selezionate poesie dell’Antologia e le opere di Federica Gonnelli presenti in mostra.
In particolare la videoinstallazione e l’installazione intitolate “Louise & Herbert”, le cui due omonime poesie tratte dall’Antologia sono matrice assoluta, unitamente al vissuto familiare dell’artista stessa.
Nelle opere di Federica Gonnelli, come nelle poesie di Masters, si susseguono volti, come specchi nei quali è impossibile non riconoscersi e immedesimarsi.
Volti come epitaffi, leggere lapidi, sguardi congelati nel tempo che ci osservano e attraverso i loro occhi, guardandoci negli occhi, ci comunicano le loro verità.
In un itinerario di “visita” nel senso più puro di recarsi in un luogo o in una località, in una città o in un edificio – in questo caso da Spazio Zero – di opera in opera, di simulacro in simulacro sacro, come atto di culto e di devozione, o a scopo di piacere e conoscenza. Un viaggio in cui si susseguono varie tappe, contraddistinte dall’avvicinamento materiale e concettuale alle opere dell’artista scandite da un suono breve e intenso, dal suono e dal senso affascinante delle parole poeticamente prima scritte e ora pronunciate in inglese e in italiano, e dai suoni dall’estensione più acuta, soprana, del violino.
A condurre e illuminare gli astanti in questo viaggio, alternando le letture nelle due lingue, saranno Francesca Del Moro e Adriana Maria Soldini, per mano a Federica Gonnelli come tre novelle Parche, o Moire greche. Tre divinità determinate a presiedere il destino dell’uomo, narrato attraverso l’arte, dalla nascita alla morte, accompagnate dagli intermezzi musicali di Valentino Cappellini Vienni, violinista e compositore, liberamente ispirati all’universo sonoro proposto da Fabrizio De André nell’album “Non al denaro non all’amore né al cielo” del 1971.
I testi delle letture sono tratti da Edgar Lee Masters, “Antologia di Spoon River”, a cura di Fernanda Pivano, con tre scritti di Cesare Pavese, testo inglese a fronte, Giulio Einaudi Editore, Einaudi Tascabili. Letteratura, Torino 1993.
A 80 anni dalla traduzione di Fernanda Pivano del 1943, Francesca Del Moro propone una inedita traduzione delle poesie scelte, intrisa dei suoni e dei sensi più contemporanei, che di diritto spettano all’opera.
Francesca Del Moro, poetessa e traduttrice, Adriana Maria Soldini, scrittrice, narratrice d’arte e curatrice, con Federica Gonnelli, formano dal 2007 il collettivo artistico “Arts Factory”.
La videoinstallazione “Louise & Herbert” è stata realizzata per la collettiva, “Look at me!”, presso la Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Gaeta, nel 2013, a cura di Adriana Maria Soldini, un progetto espositivo fortemente voluto da “Arts Factory” che aveva tra le fonti di ispirazione proprio l’Antologia. “Louise & Herbert” è un’installazione estremamente effimera e precaria come le vite dei protagonisti dell’Antologia, vite che Federica Gonnelli ha imparato a conoscere attraverso le canzoni dell’album di De André, prima ancora di imparare a leggere, prima ancora di poter apprezzare completamente l’Antologia.
Come De Andrè, che ha tradotto nel suo linguaggio musicale l’Antologia, anche l’artista ha desiderato per molto tempo poterlo fare nel suo linguaggio visuale e infine questa possibilità è arrivata.
Oggi a dieci anni di distanza dalla realizzazione dell’opera il legame di dell’artista con l’Antologia non si è esaurito, ma continua a svilupparsi e a crescere.
Nell’Antologia, Masters ha fatto dell’ardore, di ciascuna delle centinaia di anime sepolte sulla collina, il suo ardore, parlandoci attraverso la bocca di ognuna. Masters strappa a tutte le anime una confessione, una risposta definitiva, non per ricavarne un documento scientifico o sociale, ma per sete di verità.
Ciascun protagonista racconta con sue parole: la sua situazione, i suoi ricordi, i suoi luoghi, tutto ciò che è suo. I protagonisti delle poesie appaiono così palpitanti, sinceri nelle loro confessioni, vivi per assurdo, nella loro diafana entità di trapassati, di pure parvenze, estremamente attuali, a più di un secolo di distanza dalla sua pubblicazione.
Attingendo dal testo critico di Laura Monaldi: “L’identità come intreccio è alla base della poetica di Federica Gonnelli, in quanto concatenazione di valori, sogni e ideali che vestono l’Io, come l’organza veste la tela. “Louise & Herbert”, preso a prestito dall'”Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, racconta questo intreccio nell’immagine tridimensionale dell’alcova e nel sentimento nostalgico della memoria che materializza quel che resta. L’installazione rappresenta il luogo di incontro-confronto-scontro-riflesso d’identità e volti in un costante mutamento e in un’incessante sovrapposizione l’uno nell’altra e viceversa.
Chiunque può essere Herbert; chiunque può essere Louise; chiunque può essere entrambi nella fluidità dello spazio sociale e della costruzione intima dell’identità. Nell’installazione chiunque può riflettersi o riflettere sul mutamento, cogliendone il frammento: la scheggia del caleidoscopio che illumina un istante e riporta la memoria al grado zero del tempo della coscienza per una nuova consapevolezza.”
L’evento è realizzato all’ambito della mostra “Vis-à-vis identità e mutamenti” che presenta le opere di Federica Gonnelli, Sara Lovari, Elisa Zadi a cura di Laura Monaldi