“Lo zoo di vetro” e “Parlami come la pioggia” di Tennessee Williams
Al Teatro Franco Parenti vanno in scena due spettacoli del drammaturgo statunitense Tennessee Williams.
“Lo zoo di vetro”, suo primo successo teatrale. Un dramma familiare di impronta autobiografica. In scena nella Sala Blu dal 17 Ottobre al 10 Novembre, Francesco Sferrazza Papa, Valentina Bartolo, Zoe Zolferino, Luca Carbone. Regia Luigi Siracusa.
“Parlami come la pioggia”. Valentina Picello e Francesco Sferrazza Papa, diretti da Andrea Piazza, in cinque brevi atti unici di Tennessee Williams, dal 17 Ottobre al 10 Novembre nella Sala Tre.
Dal 17 Ottobre al 10 Novembre
LO ZOO DI VETRO
di Tennessee Williams
traduzione Gerardo Guerrieri
regia Luigi Siracusa
con Francesco Sferrazza Papa, Valentina Bartolo, Zoe Zolferino, Luca Carbone
scene e costumi Francesco Esposito
luci Pasquale Mari
musiche Laurence Mazzoni
produzione Teatro Franco Parenti / Compagnia dell’Accademia Nazionale d’Arte
Drammatica “Silvio D’Amico”
Lo zoo di vetro (The Glass Menagerie), primo successo teatrale del drammaturgo statunitense Tennessee Williams, debuttò per la prima volta a Chicago nel 1944. Il testo di impronta autobiografica è uno sviluppo del racconto del 1934 dello stesso Williams dal titolo Ritratto di una ragazza di vetro (Portrait of a young girl in glass). L’opera ha
conosciuto anche versioni cinematografiche, una tra tutte quella diretta da Paul Newman e interpretata da John Malkovich e Joanne Woodward.
Ad 80 anni dal debutto arriva al Teatro Franco Parenti con la regia di Luigi Siracusa.
In scena nella Sala Blu dal 17 ottobre al 10 novembre, Francesco Sferrazza Papa, Valentina Bartolo, Zoe Zolferino e Luca Carbone danno corpo e voce ad uomini e donne intrappolati nel loro simbolico zoo di vetro. Personaggi che vivono il presente con un morboso sguardo al passato, nel tentativo di comprenderlo, rielaborarlo, accettarlo
Siamo alla fine degli anni ’30 del secolo scorso e la storia racconta le vicende della famiglia Wingfield composta dalla madre Amanda e dai suoi due figli, Tom e Laura. Abbandonata dal marito, Amanda deve affrontare le difficoltà, i timori e le ansie che le derivano dal desiderio di assicurare un futuro sereno ai suoi figli con un comportamento che oscilla tra il tenero e l’oppressivo. Laura, resa zoppa da una malattia ragazza introversa e chiusa, è come intrappolata in un suo mondo di illusioni e passa tutto il suo tempo ad ascoltare vecchi dischi, leggere romanzi e soprattutto accudire una collezione di animaletti di vetro. Tom lavora in una fabbrica di scarpe per mantenere Laura e Amanda, ma la vita noiosa e banale che conduce (nonché la morbosa presenza della madre) lo rende irascibile. Il ragazzo tenta senza successo di diventare un poeta, e cerca conforto recandosi al cinema a tutte le ore della notte per vivere delle avventure almeno con la fantasia. Questo scatena l’ansia di Amanda, che teme suo figlio sia un alcolizzato come il padre. È proprio Tom, giovane poeta travestito da magazziniere, schiavo di un lavoro che lo opprime – e sotto la cui identità si nasconde Tennessee Williams – a condurci nella sua memoria intima ripercorrendo quei fatti che lo hanno portato all’abbandono di una realtà familiare soffocante e problematica. Un’opera nostalgica, di quella nostalgia dolorosa per le anime fragili che la abitano, afflitte da inquietudini e disagio morale di molta parte della coscienza moderna, facilmente riconoscibili anche nella società contemporanea.
Dal 17 Ottobre al 10 Novembre
PARLAMI COME LA PIOGGIA
di Tennessee Williams
traduzione Masolino D’Amico
con Valentina Picello e Francesco Sferrazza Papa
regia Andrea Piazza
scene e costumi Alice Vanini Tomola
musiche originali Andrea Cotroneo
direttore dell’allestimento Marco Pirola
elettricista Martino Minzoni
sarta Giulia Leali
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti
In scena le solitudini quotidiane di cinque coppie, i loro dolori soffocati, le tenerezze dimenticate, l’affannata ricerca di una felicità semplice in una vita sempre troppo piena e troppo vuota.
Parlami come la pioggia è un viaggio nella nostra fragilità di esseri umani. Come una suite musicale, l’allestimento alterna ambientazioni e ritmi senza abbandonare mai lo spazio intimo della mente e della memoria, luogo di relazioni naufragate e desiderate: ecco allora la provincia piena dei relitti dei due bambini di Questa proprietà è condannata, la metropoli di Il figlio di Moony non piange tanto frenetica da cancellare le stelle, passando per il soffocante sud censorio di Autodafé, il salotto borghese di Ogni venti minuti avvelenato dall’interno e il mondo sospeso e pieno di disperata tenerezza di Parlami come la pioggia e lascia che io ti ascolti. L’allestimento del giovane regista Andrea Piazza, un sistema di central staging che favorisce l’immersione emotiva e fisica del pubblico, moltiplicando le possibilità di lettura è arricchito dalle scene di Alice Vanni Tomola; un oceano di oggetti sparsi per il palco, riposizionati di volta in volta per delineare i contorni della storia da raccontare.
A scandire la partitura drammaturgica le musiche originali di Andrea Cotroneo. A partire dalla riscoperta dei gioielli drammaturgici scritti da Williams, lo spettacolo penetra con delicatezza all’interno delle paludi in cui tanto spesso ci sentiamo invischiati: perché è così difficile sentirsi felici? Perché siamo vulnerabili e non chiediamo aiuto?
Immagine in evidenza
Parlami come la pioggia – Francesco Sferrazza Papa