“Medea assolo” di Euripide, con Raffaella Azim
Medea di Euripide è un abisso dove le scoperte sono continue: più ti immergi nel testo, più cogli frammenti di pensiero, sentimenti, emozioni che dilatano il personaggio della protagonista e lo portano all’oggi.
Tra i debutti più apprezzati delle ultime stagioni teatrali, “Medea assolo” è lo spettacolo che il Teatro delle Donne presenta in prima regionale venerdì 22 novembre al Teatro Goldoni di Firenze, nell’ambito dell’Avamposti Teatro Festival. Protagonista Raffaella Azim, con una riduzione del testo curata dalla grecista Margherita Rubino e affidata alla regia di Daniela Ardini.
Questa “Medea” è “di” Euripide e non “da” Euripide. Il procedere dell’azione è incalzante quanto nella tragedia a più voci, Medea, oltre a essere sempre in scena, è molto attenta allo ‘storytelling’ che può formarsi su di lei, a quello che agli altri sembra o potrà sembrare.
Il prologo è recitato davanti ad una carta geografica, sia per ricordare il proprio viaggio dalla Colchide (Turchia) alla civile Grecia (Corinto), sia per ricordare in qualche modo agli spettatori che la propria storia da quel momento sarà nota e ripetuta nei millenni e tra decine di etnie. La sua “revenge tragedy” in questo allestimento prevede sempre una sorta di occhio invisibile di telecamere o droni, che fotografano la storia di Medea esattamente come lei vuole che venga conosciuta e divulgata nel mondo.
Lo spazio scenico cerca di definire l’abisso. Una “parete” bianca che si fa trasparente per far emergere il relitto di un letto che un tempo fu oggetto di piacere ed ora è luogo di tortura per lei; una coperta-mappa delinea il percorso fisico della sua “migrazione” prima dalla Colchide alla terra greca, e poi il viaggio liberatorio verso l’Atene dell’ospite Egeo. La terra della Colchide viaggia con lei in un trolley che l’accompagna sempre: emana un profumo che dà sollievo e calma per un attimo la sua ansia. Medea si è portata un segno tangibile della sua vita precedente, un ricordo positivo, se vogliamo, ma ne ha con sé anche altri che si riveleranno lo strumento più adatto per risolvere a modo suo la vicenda: i doni del Sole intrisi dei veleni potentissimi che consentiranno la prima parte della vendetta.
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Raffaella Azim