Mostra: “Nino Migliori. I miei gioielli”
Il tema prescelto per l’edizione 2025 di Do Ut Do, biennale di arte, architettura e design fondata a Bologna nel 2012 da Alessandra D’Innocenzo per sostenere le attività della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli di Bologna, è il desiderio. A farsi interprete di questo sentimento di anelito, di ricerca e di attesa è una mostra inedita dedicata a una produzione ancora poco conosciuta del fotografo Nino Migliori: i gioielli.
Il Museo Civico Archeologico di Bologna accoglie un nucleo di teche posizionate su tavoli in marmo disegnati da Mario Cucinella, in cui viene esposta la preziosa collezione di gioielli realizzati dall’artista tra gli anni Settanta e Ottanta, insieme a 5 lightbox allestiti da In-Novo, di altrettante fotografie, che Migliori ha realizzato espressamente per l’occasione, per reinterpretare le sue creazioni attraverso lo strumento d’arte che gli è maggiormente congeniale: la fotografia. A queste opere si aggiunge una serie limitata di riproduzioni d’autore appositamente realizzata dalla Gioielleria Giulio Veronesi (Bologna – Cortina), che reinterpretano gli originali dell’artista. L’assegnazione delle opere retroilluminate e delle copie d’autore permetterà di raccogliere fondi a favore delle attività di assistenza e formazione della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli.
Nino Migliori è uno dei più autorevoli ed acclamati artisti italiani, capace con la sua ricerca di muoversi tra differenti linguaggi e media dell’arte. Il suo lavoro si è sviluppato attraverso oltre sette decenni di instancabile produzione attraversando molteplici correnti linguistiche del Novecento. Come un autentico ricercatore, Nino Migliori ha spaziato e sperimentato diversi generi e tecniche nel suo lavoro. Tutt’ora ricerca media, strumenti e metodi per raggiungere una sempre nuova modalità di fare arte e di intendere il lavoro stesso dell’artista. Le sue opere sono elaborazioni inedite che non riescono ad essere compresse nelle obsolete definizioni di fotografia, scultura, installazione, ma sono organismi fluidi che aspirano sempre a qualcosa di diverso oltre che a sfidare le possibilità espressive del linguaggio artistico.
Migliori scolpisce da molto tempo gioielli in oro, argento e materiale plastico ispirati dalla sua pluridecennale ricerca formale e materica. Sono anelli, bracciali, spille, collane creati come opere uniche a rappresentare la dimensione tridimensionale della sua ricerca materica e creativa che esprime da quando ha iniziato a fare il fotografo come artista visivo.
Ha scritto Marina Truant, direttrice della Fondazione Nino Migliori, nel 1999: “I gioielli che Nino Migliori inventa da anni rientrano nella sua caratteristica ricerca su tecniche e linguaggi diversi che si intrecciano e giocano a rimandi ulteriori e stratificati (…) precisi riferimenti ad un filone di ricerca del suo lavoro fotografico.
Bruciature, combustioni, scritture col fuoco, che pur utilizzando un altro supporto rispetto alla pellicola fotografica, sottendono la stessa ideologia, apparentemente dissacrante, in realtà alla ricerca delle origini, o comunque dell’evoluzione e storia, non solo della forma ma anche della significazione e dell’utilizzo.”
In occasione della mostra sarà prodotto un catalogo, che verrà presentato in occasione di ArteFiera 2025, contenente le immagini dei gioielli originali, le fotografie di Nino Migliori esposte in lightbox, e testi critici di Lorenzo Balbi (curatore) e di altri storici d’arte, di fotografia e di design.
Sarà inoltre realizzato un cortometraggio per la regia di Alessandro Amante con gli interventi del curatore Lorenzo Balbi, dello psicoanalista e autore Massimo Recalcati e di altre personalità del mondo della cultura internazionale per raccontare il mondo creativo del grande fotografo bolognese.
I gioielli ispireranno infine un progetto virtuale realizzato da Vitruvio Virtual Reality utilizzando scansioni 3D dei gioielli, realizzate gratuitamente da V-Ger, con cui sarà possibile interagire tramite smatphone, tablet, computer o visori immersivi. I gioielli avranno così una vita virtuale grazie a scansioni ad alta definizione visibili nel Metaverso e sulla piattaforma Google Arts & Culture.
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Riproduzione Gioielleria Giulio Veronesi, Assira, 2024