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"Nakba - I nostri occhi sono i nostri nomi" con Franco Mazzi

“Nakba – I nostri occhi sono i nostri nomi” con Franco Mazzi

Da martedì 9 a giovedì 11 maggio 2023, sarà in scena all’Off/Off Theatre l’opera teatrale “Nakba – I nostri occhi sono i nostri nomi”, XX calligrammi per la Palestina, di Enrico Frattaroli, da “Testimone oculare-Il libro del figlio” di Muhammad Al-Qaysi, interpretata da Franco Mazzi, arricchita dalle composizioni musicali del Trio Joubran, dal canto mawwal di Samia Qazmuz Bakri, dal flauto di Mohamed al-Zamel, dalle voci del soprano Patrizia Polia e del basso Federico Benetti, dalla calligrafia araba di Amjed Rifaie.

Nakba (in arabo: Catastrofe) è il termine con il quale, nella storiografia contemporanea, si indica l’insieme degli eventi che nel 1948, con la creazione dello Stato d’Israele in terra di Palestina, hanno comportato la pulizia etnica del paese e ridotto la gran parte dei palestinesi alla condizione di profughi, profughi a cui Israele nega ogni diritto, tra cui il “diritto al ritorno” sancito dalla risoluzione 194, del 1948, delle Nazioni Unite.

Muhammad al-Qaysi nasce nel 1944 a Kafr’Ana, un villaggio a undici chilometri ad est di Giaffa. Nel maggio del 1948 – “un lontano maggio, indelebilmente impresso nel cuore di un bambino” – al-Qaysi ha appena compiuto quattro anni. Sono i giorni in cui, con la madre Hamda e la sorella Zakiyya, è costretto ad abbandonare Kafr’Ana (occupata dalla Brigata Alexandroni fin dal 25 aprile) per rifugiarsi, “insieme a famiglie di parenti e vicini e a tanta altra gente, nell’immensa estensione di un frutteto”. Il bambino non sa, non capisce cosa stia accadendo, ma vede sua madre Hamda “in preda a una paura indefinibile”, “tormentata da un’ansia senza tregua e vulnerabile” come non l’ha mai vista. Un camion li tradurrà fino a Lidda, da dove inizieranno gli anni del suo esodo, del lungo, definitivo esilio da Kafr’Ana. Da due anni ha perduto il padre Khalil, ucciso da una pallottola già israeliana. Ad al-Gialazon, perde la sorellina Zakiyya, avvelenata da un sorso di benzina spacciato per vermifugo. Perderà, ormai giovane adulto, la madre Hamda: Madre e Palestina insieme.

L’opera teatrale coniuga il tema esistenziale, sociale e politico con l’espressione poetica, sia del testo di al-Qaysi che del mio stesso lavoro: una partitura le cui dimensioni testuali, musicali, visive e teatrali si integrano quali gradi di libertà, di verità, di uno stesso spazio compositivo. Il popolo palestinese è, per sua cultura, eminentemente poetico. Un poeta palestinese può riempire auditorium e stadi con la sua sola lettura. Scrittori come Muhammad al-Qaysi, Mahmoud Darwish, Giabra Ibrahim Giabra, Ibrahim Nasrallah, Emil Habibi, Ghassan Kanafani, per citarne solo alcuni, restano poeti: “restano umani”, anche negli scritti in cui denunciano la disumanità e l’orrore dei crimini subiti e che continuiamo a subire: mai in your face, ma sempre fra le intraducibili, ineffabili velature della poesia.

NAKBA – I NOSTRI OCCHI SONO I NOSTRI NOMI
XX calligrammi per la Palestina
di Enrico Frattaroli
da “Testimone oculare – Il libro del figlio” di Muhammad Al-Qaysi – Edizioni Lavoro
con Franco Mazzi
Composizioni musicali del palestinese Trio Joubran
Dizione poetica in lingua araba e canto mawwal di Samia Qazmuz Bakri
Tema al flauto palestinese di Mohamed Al-Zamel
Interventi in audio del soprano Patrizia Polia e del basso Federico Benetti
Calligrafia araba di Amjed Rifaie
Elaborazioni audio e video, composizione melologica e regia di Enrico Frattaroli

"Testimone oculare. Il libro del figlio" di Muhammad Al-Qaysi

The event is finished.

Data

09 - 11 Mag 2023
Expired!

Luogo

ROMA - OFF/OFF THEATRE
Via Giulia, 19, 00186 Roma
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