“Nanacatepec”: film sperimentale delle messicane Elena Pardo e Azucena Losana
Nanacatepec, la montagna dei funghi in nahuatl, antica lingua della civiltà atzeca, è una grande roccia che ospita grotte e funghi comunicando sia sopra che sotto la terra con esseri viventi e aldilà: è il luogo immaginario che hanno costruito Elena Pardo e Azucena Losana, due giovani artiste visuali messicane, nella pellicola Nanacatepec (50′, 16mm), performance cinematografica che sarà proiettata, alla presenza delle artiste, per la prima volta in Italia domenica 15 settembre alle 20:30 all’Ottoastudio di Bologna, negli spazi che furono della Omas, storica azienda produttrice di penne stilografiche made in Bologna e oggi studio che ospita quattro fotografi, un architetto e due designer tessili, oltre a un laboratorio di stampa fine art.
La pellicola approda in Italia dopo essere stata presentata in anteprima mondiale nella sezione Forum Expanded alla Berlinale 2024, presentata da Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia e Shado – Officina Fotografica.
Il processo di creazione della pellicola inizia alcuni anni fa, quando le due artiste stavano lavorando a progetti diversi: da una parte il lavoro di Pardo sull’estrazione mineraria in Messico e il suo impatto sulle comunità e la natura, con le riprese effettuate in aree naturali preservate dalle comunità contro l’incedere dell’attività estrattiva. Dall’altro il lavoro di Azucena Losana a Tepoztlán, a sud di Città del Messico, dove si è unita a un gruppo di micologi e appassionati di funghi durante la stagione delle piogge filmando la sofisticata convivenza di specie connesse al micelio, scoprendo che i funghi sono i frutti di una enorme rete che ricicla il mondo e rafforza il concetto di comunità inter-specie.
Dotate di una cinepresa 16mm, le due hanno collezionato un cospicuo numero di immagini di funghi, montagne e grotte, arrivando a concepire l’idea di un luogo immaginario – Nanacatepec, appunto – in cui i funghi diventano poetici tramiti tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. “Ci siamo accorte che tra le nostre immagini c’erano convergenze – spiegano le artiste – e abbiamo fatto domanda per una residenza artistica al Crater Lab in Spagna, laboratorio di creazione, produzione e sperimentazione per il cinema indipendente, prima del quale abbiamo avviato una “fungiteca” per studiare più a fondo il tema e capire come i nostri interessi apparentemente divergenti su comunità e micelio fossero interconnessi”.
Le artiste hanno poi trascorso un mese a Barcellona stampando e sviluppando a mano, e costruendo l’opera insieme al musicista Tomás Novoa: il risultato sono 50 minuti di expanded cinema, un’esperienza visiva totale che racconta il delicato equilibrio tra gli uomini e la natura come forza generatrice.
La serata fa parte di Archivio Aperto Off, il programma di eventi che precede il festival Archivio Aperto della Fondazione Home Movies, la cui XVII edizione si svolgerà a Bologna dal 24 al 27 ottobre. Il festival, dedicato alla riscoperta del patrimonio cinematografico privato e sperimentale, ha inaugurato nel 2023 la sezione La natura dell’archivio dedicata agli intrecci tra archivio, immagine, mondo botanico e naturale che nella scorsa edizione del festival ha visto la proiezione della selezione d’archivio a cura della Fondazione Home Movies Vieni… ti porto a vedere una chimera, omaggio a Eva Mameli Calvino, madre di Italo nonché botanica e naturalista, prima donna a conseguire la libera docenza in botanica presso un’università italiana.
L’evento sarà inoltre l’occasione per annunciare il workshop di ripresa e sviluppo dedicato al 16mm tenuto dalla Fondazione Home Movies e Shado – Officina Fotografica all’interno della proposta culturale di Archivio Aperto 2024.