“Natura obliqua”: serie limitata di anelli firmata Giorgio Olivero
Dal 19 maggio al 15 settembre 2022 Parco Gallery presenta “Natura obliqua”, il progetto d’esordio di giosampietro. Natura Obliqua è una serie limitata di 9 modelli di anelli, senza connotazione di genere, da realizzare, con metalli non nobili, on-demand.
Nella mostra ospitata da Parco Gallery e curata da Emanuele Bonetti e Loredana Bontempi (Parco Studio) l’anteprima della capsule collection è accompagnata da immagini statiche e in movimento, che rendono partecipe il visitatore del processo che ha portato alla creazione degli anelli: i glitch dei naufragi, le cose che vanno storte, i residui, gli scarti digitali, le variazioni e le sorprese nelle quali giosampietro si è imbattuto strada facendo.
Il destino delle immagini è ciò che unisce Parco Gallery a giosampietro, che si tratti di un artefatto comunicativo o di un gioiello.
Lo sguardo di giosampietro emerge da nuovi mezzi e metodologie in una prospettiva teorica che chiama hypercraft. Lo strumento che giosampietro ha progettato – la sua toolbox – è una combinazione sofisticatissima di elementi diversi: il disegno, i sistemi generativi, i game engine, la simulazione di fenomeni naturali e gli esiti più avanzati dei software per effetti speciali.
Con questa macchina, con questo set di apparecchiature, ha cominciato a generare immagini che contengono in sé possibilità senza precedenti di configurazione.
Il fatto è che il processo digitale non annulla la componente artigianale di queste immagini che diventano oggetti in metallo, realizzati in fusione a cera persa. Il processo è, per così dire, un’estensione del fatto a mano, un’estensione del linguaggio del design del gioiello, è hand-coded, è ancora di più fatto a mano. Le immagini incorporano la materialità che appare nell’oggetto, nell’anello e nelle sue variazioni.
Lungo è il processo di disegno, programmazione, ridisegno, riprogrammazione di un sistema di strumenti diversi usati di volta in volta per visualizzare le possibilità della forma, dello stampo, della fusione.
La collezione di anelli mostra morbidezza e fluidità stupefacenti nelle costrizioni del modulo geometrico dello strumento generatore della loro forma.
Tutto si gioca tra un continuo afferrare lo schema delle cose e frammentarlo, sabotarlo, per poterlo ricomporre, con potenzialità pressoché infinite, come si desidera.
Soprattutto la macchina concede sorprese. giosampietro si perfeziona in una pratica di confidente complicità con il caso. Usa gli imprevisti, l’effetto di un caso particolarmente felice, di una buona sorte, li segue dove essi conducono per migliorarli.
Si può descrivere l’attitudine progettuale di giosampietro con un verbo, con un’altra parola inglese, to spawn, spawning. È la situazione nella quale ci si trova quando si è in un videogioco: si attivano oggetti, cascano bonus, appaiono power up. Insomma, si inventa un territorio, con un proprio sistema di regole, una specie di mondo in miniatura. È il piacere di concentrarsi a costruire un proprio universo, poi l’universo genera il lavoro. Si raccoglie e si seleziona, si cambiano le regole e così via. È un playground, un modo di progettare che è un continuo ricominciare.
È un modo aperto di fare software su una linea che non possiede un’economia di tragitto, non sceglie la via più efficiente, ma si aggira oziosa e a lungo per collegare, in un percorso di continua invenzione, due punti.
giosampietro è Giorgio Olivero, uno dei primi interaction designer in Italia. Sampietro è il cognome materno con il quale inaugura il percorso di ricerca come progettista di gioielli. È un progettista di gioielli irregolare perché di mestiere non fa il progettista di gioielli. Volendone ricostruire il percorso: si forma all’Interaction Design Institute di Ivrea ed è il cofondatore e direttore creativo dello studio Todo. Alla fine del 2015 si trasferisce a Hong Kong per occuparsi di ricerca e sviluppo nell’ambito delle wearable technologies. Prima di tornare in Italia, diventa Chief Design Officer di Arduino, la piattaforma hardware di prototipazione per la quale cura dall’inizio la design direction. Dal 2022 è guest curator per l’arte e la tecnologia di OGR Torino (ex Officine Grandi Riparazioni).