PPP 100. Il cinema di Pasolini visto dai manifesti
La mostra “PPP 100. Il cinema di Pasolini visto dai manifesti” a cura di Luciano De Giusti e Piero Colussi con l’allestimento di Nicole Pravisani e Ivan Marin, rende omaggio a Pier Paolo Pasolini regista attraverso i manifesti e le foto buste (sorta di trailer fotografici che anticipavano alcune scene dei film oggi di grande interesse per i collezionisti) di tutti i film da lui diretti e di quelli a cui partecipò in qualità` di sceneggiatore, autore dei dialoghi o interprete, inclusi i corti dei film a episodi, per un totale di quasi cento affissi cartacei distribuiti nei quattro piani dell’edificio delle ex carceri del castello secondo un ordine cronologico che ripercorre la carriera cinematografica di Pasolini.
Si va da La donna del fiume di Mario Soldati del 1955, a cui collaborò come co- sceneggiatore, al debutto alla regia nel 1961 con Accattone (di cui è presente, fra gli altri, il bozzetto originale di Alessandro Simeoni proveniente dalla collezione di Alessandro Orsucci di Lucca) fino alla sua ultima opera cinematografica, Salò o le 120 giornate di Sodoma, del 1975.
L’intento è anche quello di valorizzare gli affissi, all’epoca strumento principale di promozione cinematografica, che vantavano firme di illustratori di primo piano come Carlantonio Longi, Enrico De Seta, Roberto (Bob) De Seta, Angelo Cesselon, di fotografi di scena come Mario Tursi e anche di grandi pittori a cui talvolta veniva chiesto di prestare il proprio talento per illustrare il cinema.
I materiali originali, molti dei quali restaurati per l’occasione dal Centro Studi e Restauro di Gorizia con il contributo della Fondazione Friuli, provengono dagli archivi della Cineteca del Friuli, in gran parte dal Fondo Gianni Da Campo, regista, storico e collezionista veneziano scomparso nel 2014, che ha ceduto la sua vasta collezione alla Cineteca. A questi si aggiungono alcuni soggetti prestati dall’Archivio Cinemazero Images di Pordenone, rari materiali video del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e le riproduzioni digitali di manifesti di film di Pasolini conservati al George Eastman Museum di Rochester.completano la mostra, rappresentata da un’immagine-logo creata per l’occasione dall’illustratore pordenonese Emanuele Barison, alcuni cimeli come i gioielli e costumi concessi dalla storica Sartoria Tirelli, fra cui l’abito disegnato dal costumista premio Oscar Piero Tosi e indossato da Maria Callas nel film Medea, girato in gran parte nella laguna di Grado, e quello indossato da Totò in Che cosa sono le nuvole?, episodio pasoliniano di Capriccio all’italiana.
Alla mostra del Castello si accompagnano le proiezioni dei film di Pasolini, più alcuni documentari su di lui, al Cinema Sociale di Gemona. Il mese di marzo è dedicato alla Trilogia della vita: dopo Il Decameron si vedranno I racconti di Canterbury (15 marzo, ore 20. 45) e Il fiore delle mille e una notte (29 marzo, ore 20. 45).