“Storia di un’improbabile corruzione” di Francesco Leonardo Marchionne
Tre attori si riscaldano prima di entrare in scena, tutto ciò che sanno è che devono portare a termine una riscrittura dell’Ispettore Generale di Gogol’. Corruzione e Paura, protagoniste indiscusse della commedia di Gogol’condizioneranno gli attori costantemente messi in discussione da degli ordini proiettati su uno schermo, che è la produzione.
LO SPETTACOLO
In “Storia di un’improbabile corruzione” non ci sono vie di fuga, tutto si basa sulla costruzione istantanea della scena mediante comandi dettati da un sistema produttivo. Un sistema che segue logiche quantitative a discapito delle qualitative. Un meccanismo che inevitabilmente corrompe gli attori, riducendoli a semplici esecutori di un testo. Si parte con il riscaldamento, viene introdotto poi l’unico elemento scenografico: una quinta a vista. I costumi sono scarni e ogni personaggio è definito da un solo accessorio. La resa dell’Ispettore generale di Gogol’viene ripetutamente interrotta da cambi di direzione proiettati a mo’ di comandi su uno schermo. Tutte queste sono scelte funzionali a porre in luce quanto un attore debba essere pronto ad accogliere le più disparate richieste, utilizzando il suo unico strumento a disposizione: il proprio corpo. La coralità che contraddistingue l’opera di Gogol’fatta di circa una ventina di personaggi, è qui riproposta con dodici personaggi lasciati all’interpretazione di solo tre attori, che sono i veri e propri protagonisti di questa drammaturgia.
Storia di un’improbabile corruzione
Drammaturgia di Francesco Leonardo Marchionne
Regia di Prisca Lazzarini
Con Laura Alferi, Luca Lo Destro, Francesco Leonardo Marchionne
Aiuto regia: Carlotta Di Lorenzo