Talismano rivelato. Laboratorio con fili, ago, tessuti, simboli e parole
L’atto manuale del ricamo appartiene alla memoria ancestrale dei popoli e ha la capacità di snodarsi in percorsi imponderabili nel tempo e nello spazio.
Utilizzato spesso in funzione di talismano, come mezzo di intercessione tra Dio e gli uomini, implica e comprende una profonda attitudine al sacro; testimonia inoltre, il tentativo di descrivere minute rappresentazioni del mondo; attraverso la compilazione ritmata dei punti, incanala le energie cosmiche in schemi simbolici riconoscibili, rinsaldando il senso di appartenenza delle comunità.
Talismano discende dal termine persiano telseman o tilsaman, figura magica, e dall’arabo tilsam, un termine che proviene a sua volta dal greco bizantino télesma, ovvero completamento, da teléo, compio, celebro, rendo sacro.
Nell’attuale società funzionale e organizzata, si è quasi totalmente perso il concetto di magia. In tutte le tradizioni antiche, al di là del credo religioso, si riscontra il contatto con un’energia primordiale, un comune sentire ed un’adesione spirituale al tutto, per cui gli eventi, gli oggetti e la vita sono pervasi da un’ intima percezione del trascendente.
In Giappone veniva praticato nel periodo Edo (1615-1868) un tipo di ricamo chiamato semamori che significa protezione per la schiena; le madri dei bambini giapponesi ricamavano questi simboli sul dorso dei kimono a scopo protettivo.
Giuseppina Maurizi testimonia quotidianamente con il suo lavoro la sensazione che si possa incanalare l’energia tramite l’azione rituale del ricamo, attraverso il recupero e la riproduzione di forme, simboli e parole giunti a noi da un lontano passato e che hanno mantenuto nei secoli la stessa pregnanza e portata di significato.
I motivi su cui lavora sono generalmente ispirati alla natura e alla geometria sacra.