Teatro: “Jacques e il suo padrone” di Milan Kundera
La compagnia Emit Flesti presenta Jacques e il suo padrone, pièce teatrale di Milan Kundera, in scena il 10 dicembre presso il Teatro Zandonai di Rovereto.
Jacques e il suo padrone, unico testo teatrale di Kundera, è un viaggio dalle molteplici sfumature che attraversa con sfrenata leggerezza amori, avventure, tradimenti e delusioni in un divertissement che racchiude tutto il significato dell’opera. Scritta dopo l’invasione russa della Cecoslovacchia, la commedia è un omaggio a Denis Diderot e diventa per l’autore un vero e proprio “divertimento in tempo di peste”, un modo tutto letterario per esorcizzare i tempi cupi dell’esistenza.
Il buio di un’invasione armata cede il posto alle tenebre dell’incertezza, in un presente pandemico colmo di speranza che può essere alleggerito dalla pienezza dell’arte. Il testo si adatta dunque perfettamente alle dinamiche odierne e diventa un gioco scenico ben articolato in cui sei attori interpretano diciotto personaggi, una prova di incastri che richiama alla memoria la Compagnia della Contessa de I giganti della montagna di Luigi Pirandello.
“Ecco che nell’esilio forzato di Kundera e nel suo vedere le proprie opere all’indice per mano dei russi invasori risuona la situazione attuale – afferma la regista Silvia Marchetti – la situazione di un teatro (luogo fisico e maestranze che lo abitano) che in questi mesi si è sentito a volte dimenticato e non sempre riconosciuto nel suo valore culturale e sociale, prima ancora che artistico; nei carri armati che atterrivano la popolazione cecoslovacca ritroviamo il nostro attuale sgomento legato alla pandemia; e i sei attori sul palco che danno vita a un divertentissimo tourbillon incarnando, da soli, ben diciotto personaggi ci riportano alla nostra voglia (di tutti noi) di vivere, di ridere, di superare le difficoltà, di cercare sempre nuove risorse per rinascere ancora più forti”.
Nel progetto di messinscena resta l’ombra della perdita delle sicurezze economiche e di vita, della minaccia di deriva sociale acuita dal distanziamento fisico e sociale, del torpore culturale e intellettuale che da tempo colpisce la nostra quotidianità e avvolge la nostra epoca. Il teatro, inteso come luogo di incontro e conoscenza, restituisce una leggerezza a volte dimenticata, sottolineando l’importanza della creazione di una collettività consapevole, informata e propositiva.
La regia di Silvia Marchetti traduce il buio letterario descritto dall’autore in un’ambientazione altrettanto oscura, colorata dagli attori sulla scena, dalle storie dei personaggi e dal bisogno estremo di consapevoli spensieratezze. Sul palco gli attori della compagnia: Max Meraner, Alessio Dalla Costa, Chiara Visca, Giulio Federico Janni, Marta Marchi e Alessandra Frabetti. Simone Panza è assistente alla regia, la consulenza scientifica è affidata a Massimo Rizzante e Andrea Gagliotta cura la direzione tecnica; i costumi sono di Simona Randazzo, set and light design di PLASMA.
LA COMPAGNIA
Emit Flesti è un luogo di formazione e produzione artistica. Propone corsi collettivi e individuali di formazione teatrale, lettura interpretata, dizione, comunicazione consapevole e teatroterapia. Nasce nel 1996 come compagnia universitaria; nel 2001 diventa associazione culturale, attiva nella produzione teatrale e nell’organizzazione di eventi artistici. Tra le prime produzioni Rosencrantz e Guildestern sono morti (2004) di Tom Stoppard, Le Serve di Jean Genet (2005), Woyzeck Ballad, tratto da G. Büchner, Scene da un matrimonio (2008) di I. Bergman. A partire dallo stesso anno, Emit Flesti si radica ulteriormente nel territorio iniziando a collaborare con enti locali e altre compagnie artistiche.
Oltre alle molteplici produzioni prosegue l’impegno nella formazione: corsi di teatro di livello avanzato per giovani e adulti, per coinvolgere persone che abbiano la volontà e l’intenzione di affinare la tecnica e l’esperienza; continua l’esperienza del Reading Lab, gruppo di lettori semiprofessionisti e continuano i workshop intensivi di alta formazione con insegnanti da tutta Italia. Novità è il percorso della Bottega dell’Attore, un corso intensivo della durata di due anni, per avvicinare gli allievi al mondo del professionismo teatrale.
Lo spettacolo è realizzato con il sostegno dell’Università di Trento – CeASUm, il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, ITAS Assicurazioni e con il contributo della Provincia Autonoma di Trento e Fondazione Caritro.