Teatro: “Vecchi tempi” di Harold Pinter
Due persone in un calmo e caldo interno borghese. Sono marito e moglie e parlano di una terza persona che verrà a trovarli. Si tratta di un’amica di gioventù della moglie che lei quasi non ricorda, dato il troppo tempo passato. Ma l’amica è già lì, nella stessa loro stanza e quando “tocca a lei” semplicemente entra tra i due rievocando il passato. Parlano dei vecchi tempi andati, ma ciascuno dei tre ne fornisce versioni completamente diverse. I fatti ricordati slittano verso contorti e differenti immaginari, ma quanto il processo di distorsione della memoria è un fatto naturale e quanto invece è una strategia voluta? La tensione crescente lascia intravedere inquietanti finali possibili, ma tutto si congelerà in un lontano, silenzioso, lento movimento, come un’immagine che svanisce, come qualcosa che non è mai accaduta ed abbiamo solo immaginato.
“Abbiamo un interno. – spiega il regista Claudio Morganti – Un appartamento, ma c’è anche una grande finestra. è la finestra delle nostre anime. è la finestra attraverso la quale nulla si vede se non pallidi colori e flebili suoni. I fantasmi esistono e a volte vengono a farci visita. E poi c’è la questione dei ricordi e della memoria. I ricordi cambiano i connotati alle cose passate e la memoria è quel che si perde e la si perde insieme alla vita. Della memoria non rimane quasi più nulla. Frammenti, stralci di finte verità, convinzioni mal riposte, cadute, equivoci. La memoria si perde. Individualmente e collettivamente. E quel che chiamiamo Storia nulla può fare, tutto si deforma, tutto svanisce. Ma questo lo sappiamo benissimo. Ah, dimenticavo. è una commedia”.
Claudio Morganti, ligure, allievo di Carlo Cecchi, nel 1979 forma con Alfonso Santagata la compagnia Santagata-Morganti, di cui ricordiamo Katzenmacher, Buchner mon amour, Hauser Hauser e la messa in scena de Il calapranzi di Harold Pinter con la regia dello stesso Cecchi (premio della critica e premio UBU). Dal 1993 inizia un percorso personale sull’opera di Shakespeare: Studio per il Riccardo III, Riccardo vs Amleto, Tempeste, La morte di Giulio Cesare, e l’ultimo conclusivo allestimento integrale del Riccardo III, per la Biennale di Venezia 2000. Ha collaborato con la compagnia Alkestis di Cagliari – Il bicchiere della staffa, End, L’amara sorte del servo Gigi, Waiting long. Nel 2007 fonda il “Libero Gruppo di studio d’Arti Sceniche”. Il lavoro del gruppo è di ordine prevalentemente teorico. Per sei anni, si occupa del Woyzeck di Georg Buchner: Woyzeck primo studio (Teatro della tosse GE), W. (Castiglioncello), Una lettura del Woyzeck, Woyzeck (video d’animazione), Studio n. 5 (Teatro Era, Pontedera). Realizza, con Rita Frongia e alcuni membri del Libero Gruppo, Ombre-Wozzeck. Nel 2012 riceve il premio “Lo straniero” e il premio UBU per lo scritto: Serissimo metodo Morg’hantieff per attori, teatranti e spettatori (ed. dell’Asino). Nel 2018 pubblica La grazia non pensa (ed. CUE press) e mette in scena Il caso W produzione Metastasio, TPE e Armunia. Nel 2021 Le nozze di Chechov sempre con il Teatro Metastasio di Prato.
dal 23 febbraio al 5 marzo 2023
VECCHI TEMPI
di Harold Pinter
nuova traduzione Alessandra Serra
regia Claudio Morganti
con Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Annig Raimondi
spazio scenico e luci Fulvio Michelazzi (AILD)
costumi Nir Lagziel
assistenti regia Livia Castiglioni, Lorena Nocera
tecnici Eliel Ferreira de Sousa, Angelo Villano
produzione PACTA. dei Teatri
Inserito in Invito A Teatro
PACTA SALONE
via Ulisse Dini 7, 20142 Milano
Immagine in evidenza
foto di Emma Terenzio