Tre appuntamenti al PAC Milano tra danza, arte e musica
Tre appuntamenti live al PAC tra giugno e luglio innescano un dialogo tra danza, arte e musica nella mostra personale di Luisa Lambri e nella Project Room di Zehra Dogan.
Martedì 22 giugno Chiara Ameglio e Stefania Ballone danzeranno tra le opere di Luisa Lambri abitando con i loro corpi l’architettura del PAC; martedì 6 luglio l’artista Zehra Dogan presenterà in anteprima la sua graphic novel Prigione n.5.; martedì 20 luglio i Selton si esibiranno live con il nuovo album registrato tra il Brasile e l’Italia.
Si parte martedì 22 giugno alle 18:30 con il progetto Tracce Di Sé: Chiara Ameglio e Stefania Ballone danzeranno tra le opere di Lambri. Lo sguardo gettato alle tante suggestioni dall’immaginario fotografico della mostra, un intervallo nel percorso coreografico che ognuna delle danzatrici sta immaginando e che in autunno prenderà forma nella sezione Affollate Solitudini del Festival Milanoltre. Spazio e luce, fondamentali nell’opera di Luisa Lambri, diventano il punto di partenza di corpi in movimento tesi a tracciare una relazione necessaria con l’architettura del PAC. Il lavoro sonoro della vocalist israeliana Yifeat Ziv The Amazonian Traces accompagnerà la parte finale della performance, esplorando l’intima relazione tra l’ascolto dell’ambiente e la voce umana.
Chiara Ameglio, performer e coreografa, classe 1986. Si diploma alla Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi, lavora per Ariella Vidach, Virgilio Sieni, Daniel Abreu, Matanicola, e si forma con Yoshito Ohno, Susanne Linke, Lucinda Childs, Yasmeen Godder, David Hernandez, R. Graziadei, A. Choen/Batsheva. Sta sviluppando il progetto Indagini sulla mostruosità sostenuta da Fattoria Vittadini, di cui è cofondatrice, da Dancemeup (Perypezye Urbane), Next E Milanoltre. Collabora con il Teatro Elfo Puccini di Milano, il CTB e il Teatro della Tosse. Nel 2020 danza in Love – Paradisi Artificiali di Davide Valrosso.
Stefania Ballone si diploma al Teatro alla Scala e dal 2000 danza in tutte le produzioni anche in ruoli solistici. Nel 2007 partecipa alla Biennale Danza di Venezia come danzatrice e assistente coreografa di Francesco Ventriglia. Presso l’Università degli Studi di Milano si laurea in Lettere Moderne nel 2011 e in Scienze dello Spettacolo nel 2014. Nel 2017 crea La Valse per il corpo di ballo del Teatro alla Scala. Nel 2020 crea I Giardini D’Autunno per la Biblioteca degli Alberi di Milano ed è co-direttrice artistica di Human Signs progetto di Yuval Avital che coinvolge artisti da cinquanta paesi diversi.
Martedì 6 luglio alle 18:30 l‘artista Zehra Dogan presenta in anteprima la sua graphic novel Prigione n.5, diario illustrato dal carcere dove è stata rinchiusa: la prigione numero 5 di Diyarbakir, nella Turchia orientale, inscritta nella storia del paese come luogo di persecuzione, ma anche di resistenza e di lotta del popolo curdo.
Testimonianza autobiografica di straordinario coraggio e profonda ingiustizia, la graphic novel pubblicata da BeccoGiallo (2021) è il risultato di un lavoro ostinato e creativo che ha trasformato quasi tre anni di reclusione in resistenza. I disegni che lo compongono, fatti uscire clandestinamente dalla prigione, sono stati realizzati da Zehra Dogan nonostante la mancanza di materiale, sfidando muri e divieti. La graphic novel, presentata dall’artista insieme al direttore della casa editrice Federico Zaghis, sarà il punto di partenza per aprire un dialogo con la curatrice della mostra Elettra Stamboulis sulla pratica dell’artista e sul suo attivismo, e con il direttore del Festival dei Diritti Umani Danilo De Biasio per inquadrare l’esperienza dell’artista nel più ampio contesto storico-politico e umanitario in relazione al tema dei diritti umani e dei diritti violati.
Zehra Dogan è un’artista, attivista e giornalista curda, incarcerata dalle autorità turche per un disegno. Le sue opere sono state esposte al Peace Forum di Basilea, al Drawing Center di New York, alla Tate Modern di Londra, al Museo di Santa Giulia di brescia, al PAC di Milano, all’Opéra de Rennes e alla Biennale di berlino. Nel 2020 ArtReview l’ha inserita tra i 100 artisti più influenti al mondo.
Martedì 20 luglio ore 21:00 la band italo-brasiliana dei Selton si esibirà al PAC in una speciale performance live in acustico. Durante questa suggestiva session, il trio si esibirà con alcuni tra i brani più amati del proprio repertorio e canzoni estratte dall’ultimo album Benvenuti. Uscito lo scorso 16 aprile, il disco è il frutto di due anni di viaggi, storie e collaborazioni. Benvenuti rimette in discussione concetti come “tradizione” e “identità” spesso usati come scudi, ma in realtà incubatori di cambiamento. In una società priva di tempo, vittima di una bulimia di informazioni e spesso chiusa in sé stessa, il nuovo lavoro dei Selton va in direzione opposta, unendo mondi diversi e invitando all’apertura reciproca che genera l’incontro. “Un salto altissimo, un viaggio lunghissimo” come l’hanno definito i musicisti, per oppone la sensibilità` alla chiusura, la tolleranza al pregiudizio, l’empatia all’indifferenza.
I Selton si formano a Barcellona nel 2005, inizialmente suonando canzoni dei The Beatles al Parco Güell. Notati da un produttore di MTV, a Milano registrano il primo disco “Banana A Milanesa” che li porta all’attenzione della critica. Seguono quattro album cantati in italiano, portoghese e inglese – Selton, Saudade, Loreto Paradiso e nel 2017 Manifesto Tropicale tra i 20 migliori album dell’anno secondo Rolling Stones – prodotti da Tommaso Colliva (Muse, Afterhours, Calibro 35…). Il mix di alt-pop, folk, bossa nova ed elettronica capace di unire le due sponde dell’Atlantico, le collaborazioni con gli artisti più diversi (da Jannacci a Daniele Silvestri, da Dente a Malika Ayane, fino ai rapper Willie Peyote ed Emicida) e il crescente successo anche in Brasile fanno di questa band una delle più interessanti del panorama indipendente italiano.