Un profumo per Leonor Fini – Due nuove fragranze ispirate alla pittrice
Venerdì 2 luglio alle 18:30 alla Sala Luttazzi del Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, nell’ambito della mostra “Leonor Fini. Memorie triestine“, avrà luogo un originale appuntamento collaterale, intitolato “Un profumo per Leonor”, che sarà preceduto alle 17.45 da una visita guidata.
Per la pittrice – che amava molto le fragranze e che nel ‘36 aveva disegnato un flacone per il profumo Shocking di Elsa Schiapparelli con la forma di un busto da sartoria ispirato alle famose curve dell’attrice Mae West – la curatrice Marianna Accerboni ha ideato due fragranze: “Lolò”, come Leonor veniva chiamata a Trieste da amici e parenti, e “Kot”, che in polacco significa gatto, soprannome con cui la Fini chiamava Costantin Jelenski, intellettuale di Varsavia che, in un ménage à trois con Stanislao Lepri, fu, una presenza fondamentale nella sua vita.
I due profumi, realizzati in edizione limitata appositamente per la mostra, nei cui spazi saranno diffusi per tutto il periodo espositivo, rappresentandone la colonna olfattiva, verranno presentati al pubblico da Angela Laganà, biologa cosmetologa e ceo dell’omonima storica azienda italiana di ricerca avanzata nel mondo della bellezza e del lifestyle di lusso, che li ha realizzati. Laganà si avvarrà di un’originale scenografia olfattiva, coadiuvata da un supporto musicale, che coinvolgerà i presenti attraverso più sensorialità.
“Lolò” è un eau de parfum intensa e sensuale, che interpreta la personalità dell’artista attraverso note di testa d’ispirazione mitteleuropea quali cumino, cannella, noce moscata, di cuore come zenzero, vaniglia, bergamotto e note di fondo tra cui sandalo e ambra. “Kot” interpreta quella traccia sottilmente androgina che s’intuisce nella personalità della Fini e quella efebica dei suoi compagni attraverso note tra cui fico, bergamotto, patchouli, tuberosa, sandalo.
Prossimo appuntamento collaterale: Le misteriose porcellane di Leonor (informazioni 335 6750946).
Immagine in evidenza: foto di Carl Van Vechten, Wikimedia Commons