“Vestire il Teatro”. In mostra l’archivio della costumista Elena Mannini
“Vestire il Teatro” è il titolo della mostra, dedicata alla costumista Elena Mannini, al Teatro Studio San Lorenzo di Sirolo nell’ambito della XX edizione del Festival Premio Nazionale Franco Enriquez Città di Sirolo, diretto da Paolo Larici.
I materiali dell’archivio della costumista Elena Mannini, donato dalla famiglia al Centro Studi Franco Enriquez (“bozzetti, campionature tessuti, progetti, costumi”). Tutti i documenti e gli oggetti in mostra sono stati restaurati dall’Archivio dall’Orto-Mannini e donati al Centro Studi Franco Enriquez.
Il debutto della Mannini (Firenze, 1938) come costumista, quasi per gioco, a diciassette anni, nel film Giovanna di Gillo Pontecorvo le diede la prima notorietà nel mondo dell’arte. Da allora la costumista ha lavorato ininterrottamente, alternando l’attività professionale nel teatro e nel cinema alla docenza all’Accademia delle Belle Arti di Firenze e all’Accademia Silvio D’Amico di Roma.
In teatro ha iniziato la sua attività sotto la regia di Beppe Menegatti, firmando i costumi di Sogno di una notte di mezza estate (con Carla Fracci, Gianmaria Volontè e Giancarlo Giannini), de La tempesta di Shakespeare, di Nozze di sangue e La casa di Bernarda Alba di Garcia Lorca, di Maria di Babel e di una Bohème con la direzione di Gavazzeni e sempre per la regia di Menegatti.
La fortuna arriva con Luca Ronconi la chiama nel 1969 per il suo Orlando Furioso al Festival di Spoleto: lo spettacolo, com’è noto, viene portato in tournée in tutto il mondo. «L’Orlando furioso, spettacolo tra i più emblematici degli Anni Settanta, aveva il suo centro motore – dice Francesco Grisi – nel recupero di quella “simultaneità” che aveva costituito uno dei punti di forza del teatro futurista e, inoltre, esaltava come poche volte in passato il “coinvolgimento del pubblico tanto caro a Marinetti». Di allestimento al Teatro Cortesi di Sirolo, si possono vedere disegni, bozzetti e articoli di giornale.
La collaborazione con Franco Enriquez, allora direttore del Teatro di Roma incomincia nel 1974. Va da sé ricordare che lavorarono insieme anche all’estero, come nel caso della Trilogia dell’Orestea di Eschilo al Residenz Theater di Monaco, allora diretto da Ingmar Bergman (di questo periodo il Centro Studi Franco Enriquez conserva alcuni costumi restaurati degli spettacoli: Coriolano e Le Notti Bianche). Sempre a Teatro Cortesi, il direttore artistico del festival ha voluto enfatizzare il ruolo della Mannini con dello stendarti dove sono riprodotte scene della tragedia classica.
Negli anni ’80 Vittorio Gassman la chiama alla sua Bottega Teatrale di Firenze. Comincia allora una lunga collaborazione con lui e con Giorgio Albertazzi, che cooperava all’insegnamento nella scuola. Sempre negli anni ’80 Orazio Costa la chiama in Olanda per Una delle ultime sere di carnevale di Goldoni. Da allora comincia una feconda collaborazione con Guido De Moor, direttore del Teatro Reale dell’Aja. Di lì a poco, Armand Delcampe, che dirige il più prestigioso teatro del Belgio, lo Jean Vilar di Louvain, la chiama per firmare i costumi de Il Gabbiano (scene di Svoboda) e anche lì comincia una lunga collaborazione.
Ancora in Olanda, in Germania, in Russia, con la regia di Eric Vos, ha firmato i costumi di opere celebri, tra cui Didone ed Enea di Purcell, Orfeo ed Euridice di Monteverdi, Falstaff di Verdi.
Nel 2004 è all’Opera di Roma per le scene e i costumi del balletto Dio salvi la Regina, protagonista Carla Fracci, regia di Beppe Menegatti. Ha firmato i costumi di film famosi, come Profondo rosso di Dario Argento, Yuppi du di Celentano e Un viaggio chiamato amore, per la regia di Michele Placido, per il quale ha avuto anche la nomination al David di Donatello e, successivamente, ha curato i costumi del film anglo-americano, ancora inedito, The Decameron, prodotto dalla Dino De Laurentis.
Occorre infine ricordare la mostra I costumi degli Oscar per la Biennale della Moda di Firenze e l’allestimento del Museo del Rinascimento, un percorso di statue di cera in costume d’epoca che segue la storia della capitale toscana e dei suoi protagonisti. Nel gennaio 2006 ha disegnato scene e costumi per lo spettacolo ideato da Menegatti, Re Lear, il suo matto e le sue tre figlie e alle Terme di Caracalla La Vestale. Nel 2007 ha firmato i costumi di Vita di Galileo di Brecht con la regia di Calenda.
La mostra sarà inaugurata il 15 luglio alle ore 18, 30; il montaggio e l’allestimento sono di Paolo Larici e Francesco Perozzi.