C’è un luogo che guarda l’Italia e che dall’Italia è costantemente guardato.
Uno sguardo fatto di brame, di scontri, di incontri e di seduzioni.
Uno sguardo che ha significato l’inferno della guerra, e l’eden di una nuova piccola patria.
Questo luogo è la Libia.
Due date: 5 ottobre 1911, la Regia Marina italiana impone la resa alla guarnigione turca di Tripoli e occupa la città. È la prima tappa dell’impresa coloniale italiana.
20 ottobre 2011, a Sirte viene catturato e ucciso Gheddafi.
In questi cento incredibili anni e non solo, si crea, si sviluppa, si incrina, si ricompone e si scompone il rapporto tutto speciale fra l’Italia –o per meglio dire gli italiani – e i libici o – per meglio dire – i tripolini.
Un rapporto appassionato e controverso dove, insieme alla storia con la S maiuscola (con la sua ferocia colonialista, ma anche con le sue lungimiranti intuizioni inclusive) si sviluppa un romanzo parallelo fatto di tante piccole storie quotidiane vissute da diverse comunità che convivono insieme pacificamente.
Sono italiani, ebrei, arabi, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, mondani internazionali e uomini d’affari che vivono gomito a gomito in un miscuglio di interessi e di passioni che li fa sentire tutti figli di una cultura comune e mediterranea.
Il film, attraverso una serie di testimonianze, di racconti, di ricordi, ma anche di ricostruzioni storiche e di eccezionali filmati dell’Archivio Storico dell’Istituto Luce, cerca di riprendere il filo di quel “rapporto particolare” che ha fatto del “bel suol d’amore” non solo il luogo della nostra spesso riprovevole memoria coloniale, ma anche il “luogo della bellezza e della felicità” per molti italiani che ci sono nati e che vi hanno vissuto.
Lunedì 28 gennaio ore 18:45
IL MARE DELLA NOSTRA STORIA
Proiezione del film di Giovanna Gagliardo
Introducono Andrée Ruth Shammah e Roberto Ciccutto, presidente Istituto Luce Cinecittà
Lettura di Lino Musella di Lettera di Herbert Pagani al colonnello Gheddafi
Emanuela Martini direttrice del TFF intervista Giovanna Gagliardo
soggetto e regia Giovanna Gagliardo
Italia, 2018 (94′)
produzione e distribuzione Istituto Luce Cinecittà
a cura di Associazione Pier Lombardo
Durata: 1 ora e 34 minuti
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo 14
20135 Milano
teatrofrancoparenti.it
NOTE DI REGIA
“Perché mi sono occupata di Libia e degli italiani di Libia? Perché conosco tanta gente che è nata in Libia, perché ho sentito tanti racconti interessanti e molto diversi dalla storia e dalle cronache ufficiali che si leggono nei libri o che si vedono in tv, perché mi piace molto una canzone di Paolo Conte cantata da Patty Pravo che si intitola Tripoli 69, e perché di tanto in tanto mi piace prendermi una vacanza dal presente. Così mi sono tuffata in questa meravigliosa avventura che mi ha fatto incontrare tante persone speciali e mi ha regalato la possibilità di infilarmi nell’Archivio Storico dell’Istituto Luce dove il “passato” scorre ininterrotto davanti agliocchi con l’effetto magico di restituirti il “presente di allora”. Ho provato a mettere ordine in tutto questo puzzle, a dargli l’andamento di un racconto orale narrato in prima persona dai protagonisti e dagli speaker storici, senza la mediazione di una voce fuori campo che interpreta gli avvenimenti della storia con la cosiddetta “coscienza di poi. ” Ho lasciato la parola a chi aveva la propria storia da raccontare; e, alle immagini di repertorio, ho affidato il compito -non solo di fare da cornice seducente alle loro avventure- ma anche di tentare una risposta all’appassionata esigenza dei miei narratori, di sentirsi felicemente a casa solo in quella “città bianca” situata sull’altra sponda del Mediterraneo. Se, come diceva Gillo Dorfles, il miglior viatico per il futuro è lo studio del passato, spero di aver dato il mio minuscolo contributo. ”
Giovanna Gagliardo