Dopo aver riflettuto e discusso sui temi-chiave conoscenza, formazione, comunità e salute, il percorso d’indagine Le conseguenze del futuro, proposto dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, volge alla conclusione con il penultimo appuntamento martedì 7 maggio, alle 18.30 presso la sede della Fondazione (viale Pasubio 5; Sala Polifunzionale, Milano): riflettori puntati sul Cibo. La giusta risorsa, con l’economista, saggista e attivista inglese Raj Patel, professore presso la Lyndon B. Johnson School of Public Affairs alla University of Texas ad Austin, e l’economista e agronomo Paolo De Castro, Vice Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale presso il Parlamento Europeo; modera il conduttore e autore radiofonico e teatrale Matteo Caccia.
L’interrogativo di fondo al quale si cercherà di rispondere, partendo ciascuno dalle proprie esperienze e competenze è se sia giusto fare profitto sul cibo. Vi è, infatti, una relazione primaria tra comunità e risorse tangibili e intangibili che consentono di generare economie, riprodurre e innovare tradizioni, conservare interi patrimoni naturali e simbolici senza perdere sovranità territoriali ed ecosistemi agroalimentari, incrementando la produzione, facilitando la distribuzione e ampliando l’accesso al cibo. L’attuale ristrutturazione del sistema agroalimentare globale, invece, presenta chiare dinamiche di intensificazione, fusione, concentrazione di capitali e controllo dei dati primari, che riducono la conoscenza e la gestione delle risorse nelle mani di pochi soggetti. Come conciliare l’espansione di un mercato che è indubbiamente uno dei pilastri portanti del sistema economico mondiale con il diritto a un cibo sano, nutriente e sufficiente per l’intera popolazione mondiale?
Raj Patel, autore di diversi libri tra cui il
recente Storia del mondo a buon mercato
(Feltrinelli, 2018), prenderà il via dalla prospettiva della food
justice, ragionando cioè sulle grandi contraddizioni del
sistema capitalistico nella produzione e distribuzione di cibo. La sua analisi
di scenario si collegherà al tema del valore del lavoro, dei
bisogni delle persone, delle necessità delle generazioni
future e, attraverso una rilettura del moderno sistema alimentare globale, scandaglierà
le diseguaglianze che pervadono tale sistema, sia a livello di produzione che
di accesso al cibo. Messa a fuoco la condizione attuale, si discuterà quindi
delle misure necessarie per un cambiamento sistemico, come anche di possibili
forme di mitigazione e adattamento.
A De Castro, spetterà poi il compito di illustrare le prospettive di regolamentazione e dei rapporti tra istituzioni, mercato, imprese e cittadini per governare l’ingiustizia e la diseguaglianza dell’accesso negato al cibo e per garantire la tutela della diversità biologica e culturale delle filiere. Il cibo è senza dubbio “la risorsa del futuro” ma per garantirne a tutti il giusto utilizzo è necessario stabilire un equilibrio tra il potere delle grandi corporation e l’universalità del diritto al cibo: un’impresa niente affatto impossibile, che richiede tuttavia una complessa road map politico-economica
La sostenibilità agroalimentare dipende anche
dalla tutela dei presìdi sociali, culturali, imprenditoriali e di competenze
che sono oggi minacciati dai fenomeni di concentrazione finanziaria e politica
in atto all’interno dell’agribusiness, per cui occorre domandarsi: chi detiene
l’egida delle decisioni che disegnano le filiere e i mercati agroalimentari?
Chi rischia di rimanere escluso e con quali conseguenze? Una risposta, nella
direzione delle buone pratiche, arriva in questo senso dalla testimonianza di Funky Tomato,
una Società Benefit che ha lanciato un modello di filiera produttiva
partecipata – in Campania e Lucania – ad alto impatto sociale. È, infatti, la prima filiera che
inserisce tra i propri processi di trasformazione anche il valore culturale legato
alle fasi di lavorazione del pomodoro, quale punto fondamentale e decisivo per
immaginare e sperimentare un nuovo modello di produzione e commercializzazione.
Lo sforzo e l’innovazione di questa pratica consistono nel cercare, comprendere
ed elaborare le esperienze rurali e multiculturali
che costellano l’agricoltura italiana e mediterranea, con particolare
attenzione ai territori del sud Italia e alla legalità e tracciabilità sociale
della filiera: una svolta decisiva, considerato che quella del pomodoro è una
delle filiere più permeabili alle infiltrazioni della criminalità.
L’ultimo appuntamento apre a nuove prospettive di spazio e inclusione
Le conseguenze del futuro si conclude mercoledì 22 maggio con una riflessione incentrata sullo Spazio. Le piazze del mondo, con Ash Amin, urbanista e geografo presso l’Università di Cambridge, in dialogo con Abderrahman Labsir, responsabile delle politiche giovanili e di inclusione sociale e membro del consiglio municipale della città di Mechelen, in Belgio, esempio di integrazione sociale e culturale fondata su processi partecipati di rigenerazione urbana.
Tutti gli incontri sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.
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Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura