Lo spazio urbano come frontiera e, insieme, laboratorio. Dopo aver analizzato, insieme a esperti e studiosi italiani e internazionali, tutte le sfaccettature dei temi-chiave conoscenza, formazione, comunità, salute e cibo, il percorso d’indagine “Le conseguenze del futuro“, proposto dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, si conclude mercoledì 22 maggio alle 18:30, in viale Pasubio 5, mettendo al centro lo “Spazio. Le piazze del mondo”.
Tra conflitti sociali e mutazioni tecnologiche, un’analisi sui luoghi delle città nei quali si riproducono su piccola scala, rispetto ai fenomeni globali, tutte quelle antinomie e contraddizioni tipiche della contemporaneità: esclusione, disagio, povertà, emergenza, malattia.
La riflessione sarà affidata ad Ash Amin, urbanista e geografo presso l’Università di Cambridge, e ad Alderman Alexander Vandersmissen, membro del consiglio municipale della città di Mechelen, in Belgio, esempio di integrazione sociale e culturale fondata su processi partecipati di rigenerazione urbana; modera il conduttore e autore radiofonico e teatrale Matteo Caccia.
Lo spazio della terra è una risorsa finita sulla quale si producono e riproducono forme diverse di insediamento e possibilità di interazione. In quanto risorsa finita, è attraversato da conflitti per il suo controllo e per l’accaparramento delle risorse – fisiche o immateriali – che vi si trovano: che si tratti di spazi agricoli e rurali o di aree urbane, il fenomeno del land grabbing, ad opera di diversi soggetti e forze del mercato globale, mette in pericolo la dimensione pubblica della cittadinanza, ovvero l’idea dello spazio come luogo dell’interazione tra cittadini e della realizzazione di pratiche di democrazia. Le città, infatti, sono il tessuto sociale dell’integrazione e della crescita dei e tra cittadini, che altrimenti si riducono allo status di meri abitanti: nelle aree urbane si stanno aprendo nuove vie di inclusione destinate a tracciare la road map di domani. È proprio nelle città che si giocherà la partita, che non dobbiamo perdere, per un futuro più umano.
I due ospiti di questo incontro conclusivo offriranno analisi e testimonianze dagli scacchieri dove, concretamente e quotidianamente, si stanno già verificando “le conseguenze del futuro”: a cominciare dalla città di Mechelen, in Belgio, dove il 30% della popolazione è immigrata. Questo è un esempio di risposta concreta al pericolo della crescente nostalgia con la quale, secondo Ash Amin, “l’Europa guarda di nuovo alla vecchia idea di nazione chiusa dietro confini presidiati, mentre tornano anche in auge la retorica della legge e dell’ordine, elitarismi e burocrazie impenetrabili e soprattutto l’illusione che il nazionalismo intimidatorio, tutto terra e sangue, sia la via da percorrere”.
In questo contesto, la tentazione di scommettere sulle città come ultimi baluardi del cosmopolitismo è inevitabile: è proprio dall’eterogeneità, infatti, che traggono le energie più innovative, e grazie allo spazio pubblico, alle pluralità dei soggetti coinvolti nelle istituzioni e nel tessuto sociale, esse consentono alle minoranze e alle sottoculture più diverse di emergere e prosperare.
“Le città si presentano come crogioli di varietà e differenza e restano il principale polo di attrazione per minoranze e migranti, in quanto luoghi di affermazione per coloro che non hanno voce, un contrappeso rispetto alla nazione chiusa”.
Eppure, a fronte della desiderabilità di tale prospettiva, si tratta di un assunto problematico: “anzitutto, perché le città non sono entità terrestri chiuse, isolate dalle altre forze presenti in una nazione, e poi perché il pluralismo urbano non garantisce inequivocabilmente una coesistenza pacifica fra estranei. La diversità ontologica non si innesta sulla pratica e sulla percezione sociale della vita quotidiana semplicemente istituendo rapporti di struttura e sovrastruttura, per usare un’espressione marxista”.
Il geografo e urbanista approfondirà la sua analisi suggerendo infine alcuni interventi che potrebbero contribuire ad una cultura pubblica più orientata all’autentica convivenza, intesa come vita fianco a fianco e basata quindi sulla comunione con l’altro.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
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Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura