Il 1° febbraio del 1896, i giornalisti milanesi festeggiano il carnevale ambrosiano al Teatro Lirico. Sono gli ultimi giorni di spensieratezza prima della grande crisi che si abbatterà sul nostro Paese appena un mese più tardi, con il disastro di Adua. Il manifesto, nonostante abbondi di caratterizzazioni (le palme, la mezzaluna, le babbucce ecc.), riesce ad essere ben poco “orientale”. E la figura femminile richiama alla mente più la floridezza di certe donne padane che non immagina da “Le Mille e una Notte”.
Potrebbe anche interessarti
“I fatti di cultura e costume interpretati attraverso i tratti grafici e i prodotti del primo consumismo.Il Cd-ROM, da cui sono tratte […]
“I fatti di cultura e costume interpretati attraverso i tratti grafici e i prodotti del primo consumismo.Il Cd-ROM, da cui sono tratte […]
Bicchieri in vetro soffiato dai colori ambrati, preziosi monili testimonianza di tradizioni orafe millenarie, vasi in ceramica modellati a mano da oltre […]
Il Codice Cenni è la principale opera dell’acquerellista romagnolo Quinto Cenni (Imola 20/3/1845 – Milano 13/8/1917), divenuto famoso nel mondo per i […]