La primavera di Praga non è un fenomeno isolato: tra il 1965 e il 1970 lo spirito di rivolta, stroncato dai carri armati sovietici a Budapest nel 1956, sembra risvegliarsi un po’ in tutti i Paesi dell’Est europeo.
E la rivolta si manifesta anche nei settori più impensati, e spesso con mezzi che all’osservatore occidentale, abituato alla libertà, possono apparire innocui: come nel caso di questo manifesto del polacco J. Palka dedicato ad un festival internazionale dello spettacolo.
Tutto sembra normale e tranquillo, e invece la figura fa i pugni con lo stile del “realismo socialista” e cioè con l’arte ufficiale imposta dall’URSS.
Anche la rivolta del pennello può essere una vera rivolta.