E’ “Marta” di Benoit e Julien Verdier il corto vincitore del concorso “Short On Rights – A Corto di Diritti”, la sezione internazionale di Corto Dorico Film Festival in collaborazione con Amnesty International Italia che seleziona cortometraggi che hanno come tema i diritti umani.
Una menzione speciale è andata a “La Historia De Mateo” di Malona P. Badelt.
Il premio Ass. Culturale La Locura/Giuria Giovani è stato assegnato a “Rebel” di Pier-Philippe Chevigny.
Ad annunciare i vincitori nel corso di una diretta Facebook sulla pagina di Corto Dorico (e sul canale Youtube di Argowebtv) sono stati i membri della Giuria di Qualità Riccardo Noury (Portavoce Amnesty International Italia), Pierfrancesco Curzi (giornalista e scrittore) e Fabio Burattini (Responsabile Circoscrizione Marche Amnesty International). All’annuncio è seguito un dibattito sui temi trattati dai cortometraggi, cui sono intervenuti Tina Marinari (Responsabile Ufficio Campagne Amnesty International), Fabio Sorgoni(Responsabile dell’Area Tratta e Sfruttamento della Cooperativa On the Road). Presenti anche i registi Benoit e Julien Verdier.
Queste le motivazioni della Giuria per aver scelto il corto “Marta”: “Per aver rappresentato magistralmente, grazie all’eccellente interpretazione dell’attrice protagonista, in un’unica ripresa fissa, il dramma che coinvolge migliaia di donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, che dalla Nigeria partono nella speranza di trovare condizioni di vita migliori, e si ritrovano ingannate, abusate e ricattate. Per aver espresso grazie al distacco della voce fuori campo, asettica e impersonale, il rischio che la relazione d’aiuto diventi essa stessa relazione d’abuso, e che le persone diventino casi, nella burocratizzazione degli iter processuali e dei procedimenti di accoglienza. Per aver mostrato la riattivazione dell’esperienza traumatica attraverso il silenzio della protagonista, attonita nell’ascolto della sua stessa storia, e l’incapacità da parte di chi instaura la relazione d’aiuto di mettersi nei panni dell’altro e di manifestare empatia”.
“Marta” è, infatti, il racconto della triste ma fin troppo comune esperienza di Marta, una giovane donna nigeriana che ha visto le proprie speranze di riscatto economico in Europa infrante da una spirale di inganni, abusi e prostituzione forzata.
I fratelli Benoit e Julien Verdier sono un coppia di sceneggiatori e registi francesi, specializzati in cortometraggi e documentari a tema sociale. Fondatori della casa di produzione di contenuti audiovisivi indipendente Bleu Bahamas, con “Marta” hanno ottenuto la selezione a numerosi Festival in tutto il mondo.
La Giuria di A Corto di Diritti ha motivato così la menzione speciale a “La Historia di Mateo”: “Per aver raccontato, attraverso il linguaggio del documentario, il catastrofico impatto delle politiche introdotte dal decreto del presidente Trump in materia d’immigrazione, con l’immagine del volto di un bambino, separato dalla sua famiglia, spaesato e traumatizzato al punto di non riconoscere sua madre. Per aver documentato la detenzione illegale e la separazione dei bambini dalle famiglie richiedenti asilo alla frontiera Messico – Stati Uniti durante l’amministrazione Trump, nonché gli estenuanti tentativi di ricongiungimento familiare, ed aver rappresentato la crudeltà di misure che violano il diritto internazionale, con l’intento di scoraggiare i flussi migratori”.
“La Historia de Mateo” di Malona P. Badelt ha come protagonista una famiglia del Centro America che tenta di fuggire dalla violenza delle gang locali, raggiungendo il confine con gli Stati Uniti. Una volta richiesto legalmente asilo, i due genitori vengono separati e si vedono portar via il figlio di un anno, Mateo, dalla crudele burocrazia dell’ufficio immigrazione americano. Il documentario narra come questo viaggio per la salvezza si sia trasformato in un insensato calvario, pieno di traumi, paure e danni irreparabili.
Originaria del Nord della Germania, Malona P. Badelt si laurea in Sociologia allo Smith College nel Massachusetts e, nel 2005, consegue il Master in Fine Arts in Producing and Directing presso la School of Cinematic Arts della University of Southern California. I suoi film sono stati presentati a festival quali il Tribeca Film Festival, il Santa Barbara International Film Festival e il Sydney International Film Festival. Sposata con il compositore Klaus Badelt (“Pirati dei Caraibi”), vive con la sua famiglia a Los Angeles, in California.
La Giuria Giovani, costituita da studenti delle scuole superiori del capoluogo marchigiano coordinati dai loro insegnanti, dopo un percorso formativo sul cinema e i diritti umani, ha premiato, invece, “Rebel” di Pier-Philippe Chevigny, ovvero il corto che ha come personaggio principale Alex, un bambino di sei anni del Québec, dove vive ignaro del fatto che migliaia di rifugiati stanno varcando illegalmente i confini del Canada pur di non essere deportati dagli Stati Uniti. Ma quando il padre lo porta con sé a una delle ronde anti-immigrati che la milizia locale organizza nei boschi, qualcosa dentro di sé dice ad Alex di ribellarsi.
Pier-Philippe Chevigny è un regista canadese con base a Montreal, nel Québec. Grazie ai suoi cortometraggi ottiene riconoscimenti internazionali, quali per “Tala” (2013) un accordo esclusivo con il broadcaster europeo ARTE e per “Vétérane” (2017) la selezione in numerose ed importanti rassegne tra cui il Festival internazionale del Cortometraggio di Winterthur ed il Mecal Pro di Barcellona. Con “Rebel” partecipa in concorso al Toronto International Film Festival. Attualmente lavora alla stesura della sceneggiatura del suo primo lungometraggio.
La Giuria Giovani Corto di Diritti ha scelto “Rebel” di Pier-Philippe Chevigny come vincitore con la seguente motivazione: “Per aver trasmesso in maniera efficace la forza del rispetto innato della dignità umana di fronte alle ingiustizie, a prescindere dal contesto in cui si è inseriti e dall’educazione che si è ricevuta. Il protagonista è un “piccolo umano” che diviene un grande esempio per gli adulti incapaci di cambiare e ancorati a valori di ineguaglianza e ostilità. Le scene, incisive e coinvolgenti, suscitano un crescendo di emozioni intense, culminanti in un finale delicato e d’impatto. Fotografia e inquadrature del corto sono state particolarmente apprezzate, non meno della recitazione ed espressività dei protagonisti”.
La sezione “Short On Rights – A Corto di Diritti” ha presentato al pubblico 7 cortometraggi, tra i 165 arrivati da ogni parte del globo, selezionati da un Comitato composto da 28 attivisti e simpatizzanti di Amnesty International provenienti anche da fuori regione.
Le violazioni dei diritti umani sono state messe in luce in tutta la loro complessità: migrazioni, frontiere, detenuti politici, abusi nelle relazioni d’aiuto, politiche di controllo sul corpo di donne e persone LGBTI. A queste si aggiungono le discriminazioni nell’accesso alle cure nell’emergenza covid19 o anche semplicemente a condizioni igieniche di base.