Non si ferma la fuga dall'ora di religione cattolica

Non si ferma la fuga dall’ora di religione cattolica

L’Uaar rende pubblici tutti i dati dell’anno 2023/24. Nelle scuole statali i “no” all’Irc crescono di un altro punto percentuale. Sorpasso a Firenze, sopra il 40% Bologna, Aosta, Biella e Mantova

L’Uaar ha nuovamente bussato alla porta del Ministero dell’Istruzione e del Merito e delle province autonome di Trento e Bolzano con un accesso civico generalizzato, recuperando i dati sulla frequenza dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole statali italiane. Gli studenti che hanno scelto di non frequentare l’ora di religione, che in modo arcaico e irriguardoso vengono ancora chiamati “esonerati”, hanno raggiunto la cifra record di 1 milione e 164mila (+68mila), passando da una media del 15, 5% del 2022/23 al 16, 62% del 2023/24.

Dall’esame delle città capoluogo spicca il sorpasso laico di Firenze (51, 51%). Seguono i Comuni di Bologna (47.29%), Aosta (43, 58%), Biella (40, 62%), Mantova (40, 54%), Brescia (38, 6%), Trieste (37.94%) e Torino (37, 67%). In fondo alla classifica Taranto, Benevento e Barletta, con percentuali inferiori al 3%. Considerando l’intero territorio provinciale restano in testa Firenze (39, 79%) e Bologna (38, 15%), mentre si distingue in negativo Napoli al terzultimo posto con il 2, 93% seguita solo da Barletta-Andria-Trani (2, 13%) ed Enna (1, 99%). A livello regionale in testa c’è la Valle d’Aosta con il 32, 53%. Segue al secondo posto l’Emilia Romagna con il 29, 33% e al terzo posto la Toscana con il 29,01%. Il Nord Italia mantiene percentuali intorno al 25% (Liguria, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia Giulia), scendendo al 21, 29% in Veneto e al 17, 84% in Trentino Alto Adige. Nel Centro Italia Marche, Lazio, Umbria restano intorno al 15%, mentre andando verso Sud, Sardegna e Abruzzo si attestano intorno al 10% e tutte le altre regioni meridionali si confermano sotto il 5% (Sicilia, Calabria e Puglia intorno al 4%, Basilicata e Campania sul 3%).

Occorre sottolineare che per prudenza dai conteggi sono stati esclusi i dati di 2.619 scuole, in cui incoerenze temporali o valori estremamente bassi di studenti avvalentisi hanno fatto insospettire della bontà del dato trasmesso al Ministero dagli Istituti.

Nella top 5 degli Istituti troviamo in testa il professionale e tecnico Olivetti di Ivrea classificatosi al primo e al secondo posto con il 90, 7% e l’87, 88% di studenti che non si avvalgono dell’ora di religione. In molti casi il numero degli studenti adulti degli istituti tecnici e professionali che frequentano le scuole serali influenza la percentuale complessiva dell’Istituto. Segue al terzo posto l’Istituto tecnico Sassetti-Peruzzi di Firenze con l’86, 78% di non avvalentisi, al quarto la primaria Nazario Sauro di Monfalcone, Gorizia con l’86, 45% e al quinto l’Istituto professionale Carrara di Novellara, Reggio Emilia con l’86, 29%. Primi tra i licei il Leon Battista Alberti di Firenze (84, 65%), tra le secondarie di primo grado le Rodari di Torre Pellice (To) con l’83, 70% mentre con l’83, 58% dei bambini di 3-5 anni di età sono le San Giacomo di Brescia a risultare in testa alle scuole dell’infanzia.

Il dato nazionale per tipo di scuola vede al primo posto gli Istituti professionali con il 27, 83%, al secondo gli Istituti tecnici con il 25, 31 e al terzo i licei con il 18, 48%. Scuola secondaria di primo grado, primaria e scuola dell’infanzia si posizionano tra il 15, 77 e il 12, 4%.

«Per l’ennesima volta l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti – dichiara Roberto Grendene, segretario nazionale Uaar – colma carenze ministeriali e rende pubbliche informazioni che incredibilmente mancano dal Portale unico dei dati della Scuola. Il ministro Valditara sembra un po’ troppo impegnato a privilegiare l’insegnamento religioso, con concorsi farsa per assumere in ruolo docenti scelti dal vescovo e con la recente trovata di far studiare in chiave identitaria la Bibbia ai bambini di sei anni. Dovrebbe invece tutelare i diritti delle sempre più numerose famiglie che chiedono una scuola laica e iniziare a pensare a un sistema nazionale d’istruzione privo del fardello dell’ora di religione cattolica».

L’Uaar aderisce alla campagna #datiBeneComune e mette a disposizione di tutti i dati sulla non frequenza dell’Irc alla pagina online https://uaar.it/dati-no-irc, dove sono disponibili elaborazioni grafiche (per regione, provincia e tipo di scuola), elenchi per provincia e di tutte le scuole della stessa provincia (scaricabili in formato Csv per ulteriori elaborazioni), fino alla consultazione della scheda di dettaglio di ogni singola scuola con la serie storica degli ultimi sei anni.

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